Nell’hotel dove abbiamo appuntamento, nel cuore pulsante del Lido, ma ben protetto dalla calca della folla e dal caldo umido che c’è in questi giorni, la troviamo al centro della stanza. Shorts cortissimi e neri come la camicetta aperta a tre bottoni fino al décolleté, il cappello a falda larga, i sandali e gli occhiali, si muove, parla in italiano alternandolo allo spagnolo, ride, gesticola, si fa seria e ride ancora, spesso tutte queste cose insieme. “Sono una donna-ventaglio”, ci dice, “mi piace muovere l’aria ogni volta che faccio qualcosa e non fermarmi mai. Sto vivendo un momento entusiasmante della mia vita, voglio scrivere fiction, musica e poesia. Fermarsi è difficile, ma a volte è una necessità che porta a guardarci dentro”. Lei è Rossy De Palma, l’attrice feticcio di Pedro Almodóvar che qui a Venezia 76 ha ricevuto il Leone d’Oro alla Carriera oltre ad essere omaggiato con una festa sontuosa alla Misericordia organizzata da Prada e Warner Bros. “È un uomo straordinario, devo tutto a lui”, ci dice lei, cinquantacinque anni tra qualche giorno. Film come Donne sull’orlo di una crisi di nervi, Kika, Il Fiore del mio segreto, Légami e i più recenti Gli abbracci spezzati e Julieta realizzati dal cineasta spagnolo, probabilmente non sarebbero la stessa cosa senza di lei che con quel suo naso picassiano si è fatta conoscere ed apprezzare, ma – soprattutto – ricordare. “La diversità – spiega - è per me la normalità. Ognuno di noi è diverso, ogni persona è un mondo da scoprire. A me è capitato questo, con il fisico e il volto che ho, che è poi stato anche la mia fortuna. L’originalità è stata la mia forza assieme alla mia onestà, entrambe necessarie nella vita. Ho imparato molto dalle critiche. Ciò che ti fa stare male devi cambiarlo: il mio naso non mi ha fatto mai questo effetto, sono sempre stata contenta anche perché, se fosse stato motivo di sofferenza, lo avrei migliorato. La mia regola? Rispettare sempre gli altri, ma fregarsene di quello che dicono”.

Rossy De Palma è una di quelle donne da immaginare tranquillamente in più ruoli, un’attrice vera a trecentosessanta gradi che potrebbe fare la cameriera in una discoteca di Ibiza come avere una banda rock, essere un’ereditiera di Beverly Hills come un femme fatale, e il tutto con la stessa nonchalance. “Ci sono tante Rossy De Palma che formano la Rossy De Palma che conoscete, spesso litigano anche tra loro (ride, ndr). Sono complicate, ma le trovo tutte molto divertenti”. George Micheal la volle nel suo videoclip musicale Too Funky, i Dionysos per il loro album La Mécanique du coeur, Jean-Paul Gaultier più volte come modella e un giornale come il nostro, nuda, protagonista di una campagna d’informazione e sensibilizzazione per la lotta contro il cancro al seno. “Sin da piccola mi divertivo a scrivere poesie e in realtà oggi mi considero prima di tutto una poetessa e poi un’attrice, tutto viene da lì”, aggiunge. “Un film è una poesia che racconta una storia. Mi piace lavorare con la gente, essere oggetto, ma adesso voglio trovare il tempo come soggetto per evitare frustrazioni. Il tempo è molto furbo, bisogna fare attenzione”. Il suo segreto? – le chiediamo. E lei, senza pensarci più di tanto: “Conquistare la fiducia delle persone affinché sentano davvero come sei. I social in genere hanno rovinato la nostra originalità. Bisogna essere sempre connessi, ma con la nostra essenza. L’energia non bisogna giudicarla, ma portarla al massimo punto ed esprimerla, darla al mondo. Non è facile, lo so, ma impegniamoci a farlo. Il lavoro con noi stessi non finisce mai”. Al Lido, dove è arrivata per presentare Mio fratello rincorre i dinosauri, il film di Stefano Cipani con Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese (esce il 5 settembre per Eagle Pictures) – un’appassionante storia sulla diversità - ha ricevuto il Filming Italy Best Movie Award e ha partecipato alla masterclass di Mastercard dal titolo See life through a different lens. “Sono necessarie lenti diverse per affrontare al meglio la vita”, tiene a precisarci. Tutti insieme dobbiamo impegnarci affinché questo accada. Noi donne non conosciamo molto la nostra identità. Abbiamo sempre curiosità per gli altri –mariti, fidanzati, figli e amici – ma mai per noi stesse. È arrivato il momento di averla. Occorre scoprire chi siamo, perché non ci conosciamo poi così tanto. Cosa stiamo aspettando?”.