Monarchia docet: per non disperdere i patrimoni servono i giusti matrimoni. È sullo stesso principio che nel dopoguerra le famiglie di due dei più grandi armatori dell’epoca, gli Onassis e i Livanos che erano in concorrenza fra loro, si unirono grazie alle nozze di due dei loro membri, Aristotele Onassis e Athina Livanos. Le cose poi andarono in modo un po’ inusuale, ma tutta la vicenda che precedette questa unione sembra tratta da una storia vera di principesse e principi. Anche se i contorni, in realtà, non sono così splendenti come si immaginava all’epoca. Tutto iniziò quando in Europa prese vita l’evento che determinò la storia dell’umanità contemporanea e il destino di molte persone, che per qualcuno si rivelò incredibilmente favorevole: la Seconda Guerra Mondiale.


Stavros George Livanos discendeva da una famiglia di Chios, marinai da tre generazioni, e suo padre era riuscito a fare, socialmente parlando, un passo avanti diventando proprietario di un vaporetto. Per Stavros Livanos la Prima Guerra Mondiale era stata un’opportunità di crescita, e una volta concluso il conflitto si era ritrovato con tanto denaro in tasca da cavalcare la ripresa economica investendo in cantieri navali. Il suo trucco consisteva nell’investire sempre in contanti, mai facendo debiti, in modo da prestare fede al suo slogan: “Io non ho soldi, io ho le navi”. Nonostante la sua reputazione di persona un po’ troppo parsimoniosa, quando con la moglie Arietta Zafirakis ebbe tre figli, Eugenia, Athina e George, li fece crescere come piccoli principi. Una delle prime cose che fece fu quella di trasferire la famiglia a Londra, in modo che i ragazzi assorbissero un’educazione impeccabile e si abituassero al bello. La seconda figlia, Athina Mary, detta Tina Livanos, si notava molto. Era bellissima, con il vitino da vespa, naturalmente elegante nei modi e nel vestire. Quando nel 1941 il Regno Unito entrò in guerra, Livanos spostò la famiglia ancora più lontano, a New York, dove continuò la sua attività in un ufficio all’interno dell’Hotel Plaza. Proprio lì dentro, un giorno che era in visita al padre, esattamente il 17 aprile 1943, la 13enne Tina incontrò per la prima volta Aristotele Onassis.


Onassis, che in quell’occasione indossava la divisa della marina greca, non era un ragazzino. Quel giorno del loro incontro aveva già 37 anni, quasi 25 più di lei, ma rimase già colpito dalla sua bellezza. Inizio a corteggiarla un anno dopo, mentre lei stava prendendo il sole a Ouster Bay, vicino a New York. Vista la giovane età della ragazza, che non aveva ancora compiuto 15 anni, Onassis si rivolse al padre di lei per chiederne la mano. Era sicuramente un buon partito: a ventidue anni era già console generale della Grecia e durante la depressione economica era riuscito ad acquistare navi mercantili a prezzi bassissimi, trovandosi con una flotta importante durante la Guerra Mondiale, che cedeva a prezzi altissimi agli Alleati. Ma Livanos gli chiese di attendere che si sposasse prima Eugenia, la sorella maggiore di tre anni. Proprio come nelle casate reali.

Aristotele Onassis fremeva: a corteggiare Tina Livanos c’era un altro giovane promettente, Stavros Spyros Niarchos, tre anni più giovane di lui e destinato, di lì a poco, a diventare anche lui un magnate del trasporto navale, grazie anche alla crisi del golfo di Suez del 1956. Come racconta Nemesis, una delle biografie più interessanti della famiglia Onassis, scritta da Peter Evans, Onassis temeva la concorrenza di Stavros Niarchos, che era più affascinante, più elegante e dall’aria più aristocratica. Come dice Evans, “Anche col vestito più costoso, Onassis sembrava un parvenu”. In tutto questo, forse la giovanissima Tina non era quasi consapevole di ciò che accadeva. Frequentava ottime scuole e viveva la sua vita esente da problemi veri, proprio come una principessa che mai farà la coda alla posta per pagare una bolletta. Incantava tutti per lo sfoggio chic del suo guardaroba strepitoso che, su di lei, finiva per essere valorizzato, invece del contrario.

In realtà, anche Niarchos si era già proposto e aveva ricevuto la stessa risposta da Livanos. Ma mentre questo si era ritirato con discrezione, Onassis insisteva. Anche perché la presenza del contendente aveva fatto scattare in lui la competizione. Per spuntarla ci vollero altri tre anni, molti regali costosi – è difficile impressionare una ragazza che ha già tutto –, moltissimi soggiorni in barca a vela o in yacht, inviti ai barbecue. Solo nel 1946, quando Tina aveva 17 anni e il futuro marito 40, Stavros Livanos cedette all’insistenza di Onassis e accettò di concedergli la mano della figlia. Mano al cui polso c’era un prezioso bracciale in oro, dono di Aristotele, su cui una cascata di diamanti tracciavano la scritta “Tina I love you”. Il matrimonio si tenne a dicembre nella chiesa ortodossa di New York e fu così sontuoso ed esclusivo che figura come l'evento dell'anno, nella casta dei ricchi e famosi dell’epoca.

Le nozze accesero la rivalità fra Stavros Niarchos e Aristotle Onassis. I due, da pretendenti della principessina Tina, diventarono veri e propri nemici. Erano in concorrenza feroce mentre diventavano i due uomini più ricchi della Grecia, e fra i più ricchi del mondo. Niarchos era così intenzionato a non mollare l’osso che sposò Eugenia, la sorella maggiore di Tina che nonostante i progetti del padre era ancora nubile. Eugenia era una versione più modesta della sorella, bella ma meno bella, elegante ma meno elegante, non lasciava senza fiato come Tina, che era il trofeo perfetto per un milionario che vuole tutto dalla vita. I due ex pretendenti, diventati parenti acquisiti, si fronteggeranno da allora negli appalti mercantili e nella vita privata. Se Onassis varava lo Yacht Christina O (ricavato da un’ex nave da guerra), Niarchos varava il Creole. Se Onassis costruiva la sua dimora paradisiaca sull’isola di Scorpios, Niarchos faceva lo stesso a Spetsopoula. Se Ari regalava a Tina un Renoir, Niarchos regalava a Eugenia un grattacielo a Manhattan. Nel frattempo Tina, nel 1948, a 19 anni, dava alla luce il primogenito Alexander, molto somigliante alla madre, e due anni dopo, l’11 dicembre del 1950, Christina, somigliante al padre.

Aristotele Onassis poteva sembrare rozzo, ma era un esteta della bellezza femminile. Però, una volta ottenuto il suo trofeo, Tina gli interessava un po’ meno. Da subito, lui adottò quella mentalità di molti uomini ricchi e di successo secondo i quali non ha senso, appunto, essere ricchi e di successo se poi rispetti regole che ti limitano, come la monogamia del matrimonio. Probabilmente, quello fra Aristotele e Tina Onassis non è mai stato un grande amore da favola, nato da un’ossessione di lui condita da questioni di principio, e dall’accondiscendenza di lei che, come le vere principesse, da adolescente non aveva tutte queste occasioni di frequentare altri ragazzini, e si era abituata presto all’idea che Aristotele andasse bene. Per cui non ne faceva un dramma fin quando il marito era discreto e non la faceva vergognare, o le lasciava il dubbio. Come quando in viaggio di nozze, Tina aveva avuto il sospetto di un fugace incontro galante del marito con Evita Peron. Quando però è lei ad avere un flirt col milionario playboy brasiliano Reinaldo Herrera, Aristotele va su tutte le furie. Quando lui nel 1956, sempre più ricco, incontra Maria Callas, decide che la moglie non è più così rappresentativa della sua potenza mentre la cantante, la diva delle dive, quel ruolo lo riveste bene.

E così che Tina Livanos Onassis, nell’estate del 1959, si ritrova in alto mare sullo yacht Christina con i due figli, con Winston Churchill e sua moglie Clementine, econ Maria Callas in compagnia del suo marito di allora, Giovanni Meneghini. E tutti insieme passano il tempo nel modo più imbarazzante possibile: guardare Maria Callas e Aristotele Onassis che si spalmavano a vicenda la crema solare, amoreggiano sfacciatamente e ogni tanto si appartano in cabina. Quando riapprodano, la Callas dice al marito che Onassis la fa sentire finalmente una vera donna, Tina si fa caricare i bagagli in fretta e in furia su un’auto e fugge con i figli, insomma, un disastro. Nel novembre del 1959, madame Livanos-Onassis, che ha ancora solo 30 anni, presenta la domanda di divorzio dal marito Aristotele alla Corte Suprema degli Stati Uniti per adulterio e chiede la custodia dei due figli. Nella causa non è riportato il nome della donna con cui l’ha tradita (sarebbe una vergogna troppo grande) ma c’è l’elenco di tutte le zone del mondo in cui Tina è certa che il tradimento si sia consumato: “in terra e in mare, negli Stati Uniti, in Francia, a Monte Carlo, in Grecia e in Turchia”. Un anno dopo, Tina Livanos e Aristotele Onassis sono divorziati.

Tina non resta sola per molto. Nel 1961 si sposa senza troppo clamore con John Spencer-Churchill, marchese di Blandford. Lo ha conosciuto tramite l’amico Winston Churchill, che ne è parente, e la “principessina” è ora una marchesa. Nel 1970, quando anche la storia fra Onassis e Maria Callas è già finita e lui si è sposato con Jackie Kennedy nel 1968, una vicenda inquietante porta la famiglia Onassis-Livanos-Niarchos sulle pagine dei giornali. Eugenia Livanos, la sorella di Tina che Stavros Niarchos aveva sposato di ripiego, viene trovata morta. La donna, che ha 44 anni, ha dei lividi sul corpo e sul petto, il marito dichiara di averglieli procurati lui nel tentativo di rianimarla. Ma pensare male, per molti, è inevitabile. Il caso viene chiuso con il referto medico che attribuisce il decesso a una overdose di barbiturici. Non si saprà mai, esattamente, cosa sia successo, ma Stavros Niarchos è tornato libero e, l’anno dopo, Tina divorzia dal marito marchese e sposa il vedovo di sua sorella, il suo primo pretendente di quando era una ragazzina. La Grecia è sotto shock, ma per Aristotele è un colpo durissimo.


Nel 1973, la bellissima ex ragazza greca cresciuta a Londra e New York vive un altro dramma. Suo figlio, il bell’Alexander Onassis, che al tempo dava dei grattacapi alla famiglia per la sua relazione con una nobildonna più vecchia di 16 anni, rimane coinvolto in un incidente aereo. Alex è molto miope, ma nonostante questo era riuscito a ottenere un brevetto di volo con la limitazione al solo trasporto merci, niente passeggeri. Tuttavia, non è lui alla guida del suo aereo personale Piaggio P.136L-2 quando 15 secondi dopo il decollo dall’aeroporto Hellinikon di Atene, perde un’ala e precipita. Il ragazzo ha solo 24 anni e muore pochi giorni dopo per le ferite riportate. Aristotele Onassis rifiuta l’dea che il figlio sia morto per un incidente e accusa la CIA, il capo della giunta militare greca, tira fuori ogni tipo di complotto e perde 20 chili. La madre Tina, invece, si chiude nel dolore. Nella sua vita è stato tutto così precoce che ha solo 44 anni. Un anno dopo, il 10 ottobre 1974, viene trovata morta nella sua casa di Parigi per un’embolia, probabilmente causata dalle droghe che assumeva da tempo, ma come per la sorella è una morte ammantata di mistero. Doverosamente, si riaprono le indagini sul marito, Stavros Niarchos che viene scagionato da ogni accusa. Un anno dopo muore anche Aristotele Onassis per le conseguenze di un’infezione che aveva richiesto un intervento chirurgico. Per colmo dell’ironia, aveva appena riallacciato la relazione con Maria Callas, dopo che anche con Jackie era andata male ed era molto pentito di aver perso la cantante per sposare lei. Anche la figlia di Tina Livanos e Aristotele Onassis, quella Christina Onassis a cui il padre aveva dedicato il nome dello yacht, non ha avuto una vita lunga: a 37 anni è morta a causa di un edema polmonare, anche nel suo caso per abuso di droghe e medicinali. Di tutto questo groviglio di passioni, rivalità, tradimenti, infelicità e amori surreali è rimasta solo Athina, la figlia di Christina, rimasta senza la mamma a soli 3 anni. Ma con il patrimonio tramandato dal nonno: 550 milioni di allora, che oggi sono 2,133 miliardi di dollari. Abbastanza per liberarsi del passato dinastico, ed essere felice?