Chi si somiglia si piglia. Meghan Markle e il principe Harry, esteticamente diversissimi ma profondamente identici per per piglio, attitudine, carattere. Obiettivo: la distruzione del protocollo reale a suon di piccoli gesti. Tipo sbattere la portiera della macchina. Quello che ha aggiornato l’alert “principe Harry news” è l’automatismo scontatissimo di ogni persona normale che scende dall’auto, chiudere la porta dietro di sé. Che nel royal protocol è vietato, perché c’è sempre qualcuno che lo fa al posto tuo. Ma tutto fa parte di una continua, lenta erosione della distanza fredda tra la casata Windsor e i suoi sudditi: piccoli shock che portano alla modernità. Paladini non potevano che essere Meghan Markle e il principe Harry, così refreshing in paragone con i più rispettosi (dell’etichetta) William e Kate Middleton, così naturali nel bypassare motu proprio le indicazioni del protocollo. Così ammirati ma invisi, perché fanno come pare a loro e si tarano su una spontaneità unica.

Il principe Harry sbatte la portiera della macchina all’evento per il quinto anniversario degli Invictus Games, i giochi dedicati ai veterani di guerra disabili per ferite riportate da lui patrocinati, e i titoloni si sprecano, gli schieramenti si modificano, gli archivi aggiornano l’elenco di tutte le volte che il principe Harry ha rotto il protocollo. Spesso in compagnia di Meghan Markle, ma altrettanto da solo. La portiera sbattuta, gli abbracci al popolo al posto delle rigorose strette di mano, persino l’annuncio della nascita del figlio Archie quando il principe Harry ha abbandonato banditori di corte e comunicati istituzionali per presentarsi solo ed emozionatissimo (e nel miglior daddy look possibile) di fronte ai giornalisti: tutti gesti che strappano pagina dopo pagina la tradizione scritta dell'etichetta dei Windsor. Il figlio di Carlo e Diana, d'altronde, è un veterano di rottura del protocollo: il vero nome del principe Harry è Henry Charles Albert David ma non gli è mai piaciuto, e preferisce di gran lunga il più semplice Harry.

Molti hanno indicato nel nuovo gesto ribelle (?) di Harry una sorta di omaggio alla moglie Meghan Markle, che proprio un anno fa sbatteva la prima portiera anti-protocollo arrivando alla Royal Academy of Arts in London per il suo patronage, come ricordano tutti i tabloid inglesi. La stessa energia, lo stesso identico piglio. Che si traduce in un je m’en fous di regole assurde, semplicemente superate. La monarchia contemporanea dei Duchi di Sussex li libera da obblighi stantii e trasforma la presenza istituzionale: più ingentilita, più umana, più morbida. Anche negli errori spruzzati di ipocrisia che mettono in discussione la loro credibilità.

Da quando hanno rivelato al mondo la loro storia d’amore (con gli skinny jeans strappati di Meghan Markle a segnare il primissimo punto), Meghan Markle e Harry sono naturalmente portati ad aggirare i dettami dell’etichetta a colpi di foto social e apparizioni genuinamente out of control. I sostenitori plaudono di fronte alla sbriciolata di regole, i detrattori puntano il dito tirando in ballo la formalità di corte e pure i dispiaceri di Elisabetta II. Ma i Duchi di Sussex non hanno paura di affrontare la realtà 4.0 con le loro migliori intenzioni. E a colpi di mani intrecciate, jeans rotti e gesti d’amore che travalicano ogni imposizione scritta in libri polverosi, sono già entrati nella storia. Sbattendo forte la porta.