Tutto ha avuto inizio con un corso di Scienze Ambientali. Era il 1974 e Michael Stipe frequentava il liceo non sapendo assolutamente nulla di quegli argomenti. “Fu il mio professore un po’ hippie a farmi nascere quella passione”, ci racconta quando lo incontriamo a Roma. “Comprai una Canon e da quel momento iniziai a fotografare”. Il risultato possiamo vederlo in Our Interference Time, il suo nuovo libro di fotografie che lui definisce “la mia visione del mondo”.

È un vero e proprio disco di immagini pubblicato da Damiani, una raccolta speciale di quella che è la sua idea di famiglia allargata: uomini e donne, luoghi, città, case, ambienti e oggetti che hanno fatto parte della sua vita. “Non ci sono le persone a me più vicine in questo momento perché – precisa l’ex frontman dei R.E.M. - fanno parte del mio intimo e voglio che resti tale”. Incontriamo Michael Stipe al Museo Maxxi di Roma, completo grigio e sneakers colorate come la camicia a quadri rossi e blu e gli immancabili occhiali da vista. Tanti sono gli omaggi, dall’amica e collega Patty Smith (“è stata la mia ispirazione, la mia influencer direbbero oggi i più giovani”) a Fellini (“La nave va è il mio film preferito”).

Sotto la giacca ha l’adesivo verde e nero degli attivisti di Extinction Rebellion a cui andranno tutti i proventi ricavati dalle vendite del libro come pure quelli del primo anno del nuovo singolo da solista, Your capricious soul, il cui video è stato diffuso in anteprima qualche giorno fa. Più che un movimento, sono “una comunità filosofica che si muove verso il cambiamento” ed è parte attiva delle proteste ambientaliste globali assieme a quelle giovanili dei Friday For Future sostenuti da Greta Thunberg. Molti politici hanno fatto notare che le loro richieste stanno andando oltre il consentito, ma Stipe la pensa diversamente. “Non stanno assolutamente chiedendo troppo, chiedono il giusto”. “Credo che sia essenziale riconoscere e provare a cambiare il mondo che ci circonda, perché a controllare questo mondo siamo noi - ha aggiunto l'artista -. siamo noi a decidere chi va al governo e come queste persone potranno apportare dei cambiamenti".

"Ho sempre combattuto per tradurre in parole, in canzoni, le immagini che ho in testa"

Nel libro, creato insieme allo scrittore e artista Douglas Coupland, Micheal Stipe si interroga su come la cultura analogica, che rappresenta il nostro passato, interagisca con la cultura digitale, che domina il nostro presente creando ricordi visivi del suo passato alternati a tracce di una nuova memoria ancora in divenire. "Ho sempre combattuto per tradurre in parole, in canzoni, le immagini che ho in testa," ha spiegato Stipe, "Le foto sono più dirette, contengono risposte che non vanno descritte". E lui è molto diretto quando gli chiediamo se una possibile reunion della band di Athens sarà o no possibile. “Con Mike e Peter sono andato a pranzo qualche giorno fa, ma come amici, non come colleghi di lavoro. Non ci saranno più i R.E.M., oramai fanno parte del passato”. Per lui, adesso, c’è solo un futuro di musica (ma da solista) e di fotografia che ogni tanto si diverte a pubblicare anche su Instagram nel suo profilo che però è aperto solo alle persone a lui più care. "Amo la tecnologia", conclude, "ma non mi piace l'atteggiamento manipolatorio dei social. Ai miei amici dico di stare attenti e aggiungo che se il presidente Trump non avesse Twitter, sarebbe meglio".