Quando Raffaella Carrà deve intervistare qualcuno, lei che giornalista non è, a differenza di tante sue colleghe improvvisate, studia, pretende informazioni, critica, ripensa, ri-aggiusta, esclude qualsiasi pregiudizio, ascolta, non formalizza ma attualizza, critica ma con garbo ed è sempre rispettosa, poco importa chi ha davanti, perché tanto poi finisce col trattare sempre tutti allo stesso modo, scavando nella biografia e nella psiche di quel personaggio che grazie al suo savoir faire resta un uomo o una donna al di là della sua fama, raccontato sempre con un ingrediente immancabile: la leggerezza. Ce lo conferma anche lei quando la incontriamo a Roma, alla presentazione del programma A raccontare comincia tu, che torna su Rai Tre con altre quattro puntate. “Preferisco chiamarli incontri, perché è di questo che si tratta”, ci spiega la regina del Tuca-Tuca dall’inconfondibile caschetto biondo e più in forma che mai. “Ho 76 anni, ho vissuto in televisione, ma oggi – confessa - vivo bene anche senza farla”. “So che non ci crederete, aggiunge, ma non ho la smania di lavorare”. “Sono vivace, nella mia vita ho fatto tutto e non mi va più di vivere la vita ansiogena. Fare ogni tanto qualcosa con l'assistenza morale del tuo direttore, è importante, ma oggi desidero fare ciò che mi danno breve tempo di impegno”. E ride, con quella sua inconfondibile risata come lo è lei, diva assoluta della tv e non solo. Di uno stile nel vestirsi ad esempio (oggi veste Armani), nel cercare sempre qualcosa di nuovo da provare e sperimentare. Oggi ama viaggiare come una nonna qualsiasi con i due nipoti quasi quarantenni, e poi ama leggere. “Sono sempre stata un soldatino che va, ma ora il soldatino può anche fermarsi”, continua. “È anche giusto centellinare la presenza in televisione. Non ne ho fatta molta, ma sicuramente ho fatto programmi che hanno segnato la storia (da Pronto Raffaella a Carramba, ndr). Per un periodo le persone mi fermavano per strada, fuori da via Teulada (storica sede degli studi Rai, ndr), per accarezzare i figli. Io non sono la Madonna però, sono una donna normale. È stato in quei momenti che mi sono detta che mi sarei dovuta fermare”.

Roberto Benigni e Raffaella Carrà laughing in Fantastico 12pinterest
Mondadori Portfolio//Getty Images
Roberto Benigni e Raffaella Carrà (1991)

Il motivo di questa scelta è uno solo, ed è lei stessa a confermarcelo. “Ho l’ansia da prestazione, la odio, come Fiorello”. Lo showman è stato ospite della passata edizione del programma assieme a Paolo Sorrentino. “L’ho voluto invitare io personalmente perché volevo incontrare il regista che aveva messo una mia canzone, A far l’amore comincia tu, nel suo film (La grande bellezza, ndr), facendo ballare dei debosciati e per sgridarlo”. Segue un’altra sua risata. In questa nuova edizione ci saranno invece Renato Zero (“un amico caro, non è stato facile intervistarlo proprio perché ci conosciamo molto bene”), Vittorio Sgarbi, Luciana Littizzetto e Loretta Goggi, che ha un talento di cui Rai Uno dovrebbe accorgersene”, fa lei. “Se fosse nata negli Stati Uniti, sarebbe stata davvero una Liza Minnelli”. Tra i “no” ricevuti, quello di Roberto Benigni: “Mi ha detto di no, perché ha una teoria, e cioè che non si possa ripetere una cosa più bella di quella che facemmo all’epoca (a Fantastico, ndr), ma secondo me non ha semplicemente voglia di parlare della sua vita. Mi ha telefonato, comunque, ed è stato molto gentile”. Intervistare i politici non è una cosa che le interessa, anche se le avevano proposto il premier Giuseppe Conte, ma l’ospitata poi è saltata. Chissà se ci saranno presto anche degli stranieri, ma a questo adesso lei non vuole pensarci. “Penso all’oggi, al domani c’è ancora tempo. L’importante è non abbandonare mai l’ironia che è sempre necessaria e trovare del tempo per se stessi. La cosa più bella è sentirsi liberi”. E se lo dice lei, c’è da crederle.