A cosa paragonare lo scandalo Epstein, 0ra che un'altro membro di una famiglia reale, per la precisione quella norvegese, è rimasto coinvolto? Avete presente quelle scene fastidiose nei film demenziali dove il protagonista urta uno scaffale, lo fa cadere e innesca una reazione a catena, facendo crollare un’intera installazione d’arte e, come in un domino, il moto distruttivo non si ferma e prosegue fino all’uscita dell’edificio coinvolgendo l’arredo urbano? Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse del tragico. Ma questo è esattamente quello che sta succedendo da quando il magnate 66enne Jeffrey Epstein è stato arrestato per traffico sessuale di minori, e si è poi suicidato in cella in circostanze misteriose. Dapprima è spuntato il coinvolgimento di una “socia in affari”, Ghislaine Maxwell, rampolla dell’editore proprietario del Mirror e del Daily Mail, e con lei decine di foto in cui si diverte con Epstein, Donald Trump e la moglie Melania. Poi è stata la volta (e lo è ancora) del principe Andrea, attualmente sulla graticola della famiglia reale e poi di Naomi Campbell. E adesso è rimasta coinvolta anche Mette-Marit di Norvegia.


Un buon metodo per subire meno danni possibile da uno scandalo imminente è quello di confessare tutto prima che scoppi. Prima o poi questo link fra la casa reale norvegese e il magnate pedofilo sarebbe saltato fuori. Ovviamente, la principessa, consorte del principe ereditario Haakon di Norvegia non ha fatto affari con Epstein. Però ne è stata amica e lo ha frequentato tra il 2011 e il 2013. “Mi dispiace molto di aver incontrato in varie occasioni Jeffrey Epstein”, ha dichiarato ufficialmente la principessa, “non avrei mai avuto a che fare con lui se fossi stata consapevole dei suoi atti criminali. Il problema, infatti, è che nel 2011 Epstein era già reduce da una condanna per molestie sessuali ai danni di 36 ragazze di 14 anni. “Avrei dovuto indagare meglio sul suo passato e mi dispiace molto di non averlo fatto”. Il portavoce della corte norvegese ha aggiunto che “La principessa ha interrotto i contatti con Epstein nel 2013 quando ha avuto il sospetto che stesse sfruttando la connessione con lei per influenzare altre persone”.

Un bel guaio tamponato (forse) appena in tempo per la principessa, che non è esattamente una sprovveduta. Suo padre è un ex giornalista, lei ha studiato in Australia per uno programma di scambio studenti e al ritorno, mentre studiava per laurearsi in Scienze Sociali, lavorava come cameriera in un Caffè di Oslo. Non manca una macchia nel suo curriculum: negli anni 90, da ragazza, era un’assidua frequentatrice di rave party e ha avuto una relazione con uno dei pusher che circolavano in quell’ambiente, con cui ha avuto un figlio. Quando si è fidanzata con il principe Haakon, ha dovuto confessare pubblicamente di aver fatto uso di droga lei stessa come ribellione per il divorzio dei genitori, suscitando uno scandalo fin troppo scontato. Ma come ha fatto una ragazza come lei a sposare l’erede al trono di Norvegia?



Nel posto più galeotto della storia di tutti noi: una festa. Mette-Marit aveva una ventina d’anni ed era andata a divertirsi al Quart Festival, il più importate happening di musica della Norvegia, che si svolge a Kristiansand, la sua città di origine. A una festa privata in giardino ha incontrato Haakon, suo coetaneo, e si erano piaciuti. Ma non si erano messi insieme. Anni dopo, quando lei aveva già avuto il figlio con lo spacciatore, si sono rincontrati a un’altra festa, sempre in occasione del Quart Festival. Stavolta lui l’ha voluta a tutti i costi. Lei è diventata principessa, ha avuto altri due figli, Alexandra e Sverre Magnus, metre il primo figlio, che si chiama Marius Borg Høiby è stato adottato dal principe Haakon, anche se non ha titoli nobiliari, vive in California dove fa tanto surf ed ha quasi 52mila follower su Instagram. Una favola a lieto fine, quella di Mette-Marit, nonostante una malattia polmonare le limiti la vita pubblica, ma che ora, a 46 anni si trova a un bivio: proseguire indisturbata perché agli scossoni è abituata, e uno in più non cambia molto. O scrivere la parola “fine”, perché non si sa ancora bene che tipo di contatti avesse con Jeffrey Epstein la principessa.