Messaggio per chi vorrebbe bere sul lavoro: dovreste trasferirvi nel Regno Unito e lavorare a Buckingham Palace. Sul serio: bere sul lavoro non è sinceramente una buona idea forse dal tempo degli antichi romani (e anche su quel periodo, c’è da fare qualche verifica). Ma in Italia e in molti altri paesi è considerato giusta causa di licenziamento, soprattutto se si raggiunge lo stato di alterazione, e non solo nei mestieri in cui si guida, o si operano pazienti. Invece, la sovrana dello United Kingdom ha permesso da sempre ai suoi 200 dipendenti di bere un goccetto mentre sono in servizio a Buckingham Palace, mettendogli addirittura a disposizione un bar interno tutto per loro dove andare a farsi servire durante le pause, fra un’incombenza e l’altra. In molti avranno sgranato gli occhi dallo stupore, ma è la verità. La cosa ha però a che fare con quanto beve la regina Elisabetta?


Molto, e beveva molto anche la regina madre Elizabeth Bowes-Lyon, che è arrivata a 102 anni. C’è poco da stupirsi: secondo varie fasi di indiscrezioni filtrate negli anni, la regina stessa, con la resistenza tipica degli anglosassoni, beve molto più di quanto consigliato dai nutrizionisti e dal buon senso. C’è chi parla di tre o quattro cocktail al giorno ottenuti mixando gin e Dubonnet, un vino ad alta gradazione con erbe, spezie chinino, al quale aggiunge ghiaccio e una fettina di limone, il suo preferito. Ma The Queen ama anche molto il gin, il vino bianco, il Martini dry e lo champagne. Non ha mai ridotto le dosi, nemmeno ora che ha 93 anni, per cui chi è lei per giudicare? Okay, un pochino di alcolici a quell’età mantengono libere le arterie e allontanano l’arteriosclerosi, dicono, ma c’è stato un momento in cui pare che avesse raggiunto la quota di 28 drink a settimana ed è dovuto intervenire lo chef nutrizionista di corte per far presente alla sua sovrana di aver superato la dose massima consigliata dal National Healt Service britannico, l’ente che monitora le cattive abitudini della popolazione.


In molti, divagando, staremo pensando: “però deve essere bello vivere in casa propria come in un locale, dove fai l’ordinazione del drink e qualcuno te lo prepara e te lo serve”. Eh sì. Parliamo pur sempre di reali. Ma dimenticate tutto, abbiamo scherzato. Nel senso che questo paradiso etilico di lavoratori che circolano ebbri fra le 775 stanze e gli 80 bagni di Buckingham Palace, a un certo punto ha avuto una fine. Come dicono i cartelli nei negozi di periferia, per colpa di uno non si dà più credito a nessuno, e la regina, a un certo punto della storia, ha dovuto prendere dei provvedimenti che hanno ristretto molto la libertà dei suoi dipendenti. Cosa è successo? Secondo un’ex addetto stampa personale della regina, Dickie Arbiter, è arrivato un momento storico in cui alcuni dipendenti, dai camerieri agli addetti delle pulizie o anche dell’ufficio, hanno iniziato a lavorare veramente brilli, se non ubriachi.


L’episodio è stato raccontato anche nel documentario Secrets of the Royal Palaces. Ma quando sia accaduto esattamente, e chi sia stato in particolare a versare la proverbiale goccia (di alcol) che ha fatto traboccare il vaso, non è stato svelato. Fatto sta che uno o forse più di uno ha approfittato un filino troppo del bar gratuito, e la regina ne ha sentito gli effetti. Risultato: i beoni sono stati allontanati, ovvio. Ma per quelli rimasti è stato preso un provvedimento abbastanza sgradevole: la chiusura del bar. Per cui, se dopo aver letto l’inizio di questo articolo stavate già mandando un cv a Buckingham Palace (sul sito c’è un’apposita sezione), pensateci su. O provateci pure, mettendo in conto la prospettiva di una vita molto sobria.