Settembre non è uno dei mesi raccomandati dalle guide turistiche per andare a Dubai, in genere fa troppo caldo. Ma la mattina del 19 settembre 2015, durante il funerale del principe Rashid bin Mohammed Al Maktoum la temperatura è ragionevole e si aggira intorno ai 25 gradi. Ci sono centinaia di parenti e funzionari degli Emirati Arabi radunati all'interno della Moschea Zabeel, mentre la bara del giovane, avvolta nella bandiera degli Emirati, viene portata in spalla da alcuni dei suoi tanti fratelli. Le bandiere sono calate a mezz’asta in tutti il Paese, dove si stanno osservando tre giorni di lutto ufficiale. Rashid era il primo figlio maschio del Vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti e primo ministro e sovrano di Dubai, lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum e della sua prima consorte Hind bint Maktoum bin Juma Al Maktoum. Prima di lui, la madre ha dato alla luce una femmina nel 1980, Hessa, e dopo di lui ha avuto altri 10 figli. Dodici in tutto. Una delle sue sorelle è ancora oggi al centro di un mistero: è la principessa Latifa, nata 8 anni dopo Rashid, famosa per aver pubblicato su YouTube un video di accuse contro il padre, in cui racconta la sparizione di un’altra delle figlie del primo ministro, Shamsa.

La riservatezza, nella famiglia dell’emiro Mohammed bin Rashid Al Maktoum è sempre stata una regola ferrea da rispettare. Ma se la stampa internazionale si occupa sempre di più della sua famiglia è perché la patina di segretezza di cui è rivestita la sua vita da 9 miliardi di euro di patrimonio si sta sgretolando come la crosta di un cremino al cioccolato, mostrando il lato umano di quei 23 figli e delle sei mogli di cui l’ultima, Haya bint Hussein, è fuggita a giugno del 2019 per dare inizio, da Londra, a un’accesa battaglia legale per ottenere il divorzio e la custodia dei loro due figli che ha portato con sé. Rashid, nato il 12 novembre 1981, era il primo figlio maschio e doveva diventare l’erede al trono. Per questo, dopo aver frequentato le scuole da bambino a Dubai, Sheikh Rashid era andato a laurearsi alla prestigiosa accademia militare di Sandhurst, nel Berkshire, nel 2002. L’aristocrazia mediorientale prende come modello quella inglese, per questo i suoi rampolli finiscono sempre per studiare nel Regno Unito e per dedicarsi ad attività molto simili a quelle dei Windsor. Rashid era uno sportivo appassionato, fantino e vincitore di due medaglie d'oro durante le gare di endurance alle Olimpiadi asiatiche nel 2006 ed è stato socio fondatore del Dubai Sports and Cultural Club, che ha presieduto fino al 2005. Era anche un patron di Dubai Cares, un'organizzazione di beneficenza che mira a combattere la povertà infantile, e tifoso di calcio. In mancanza di grandi club nel suo paese, tifava accanitamente per il Manchester United.

Sulla carta, un ragazzo fortunato e destinato a diventare un regnante moderno, probabilmente molto più del padre che comunque ha fatto fare molti passi avanti alla sua casata. Il problema è che, nonostante tutti i buoni propositi, nascere troppo ricchi è grave quanto nascere troppo poveri. Il patrimonio netto personale di Sheikh Rashid era stimato da Forbes nel 2010, quando aveva 29 anni, intorno ai 1,9 miliardi di dollari derivati dal patrimonio petrolifero di famiglia ma anche dalle numerose partecipazioni che deteneva in aziende come Tesla. Non era solo questo, il suo guaio. La patina di segretezza già citata non sta mostrando fra le sue crepe solo il tenero dei figli del primo ministro, ma anche quanto sia coriaceo il cuore del padre stesso. In molti oggi, alla luce della fuga della sua ultima moglie e, prima ancora, delle due figlie di cui dopo la cattura non si è saputo più nulla, cominciano a fantasticare sulle pressioni che Rashid possa aver subito come futuro erede della corona. Era molto giovane quando, rientrato dall’Inghilterra, è stato sovraccaricato di una lunga lista di titoli ufficiali. Quando nel 2006 ha portato a casa le sue due medaglie è diventato una sorta di eroe nazionale, costantemente sotto i riflettori. Poi, all’improvviso, crollò tutto.


Nel 2008, a meno di due anni dalla vittoria, Rashid scompare dalla vita pubblica. Quello stesso anno viene privato del titolo di principe ereditario, assegnato al fratello minore. Gli stessi sudditi non capiscono il motivo dell’annuncio ma devono accettare la spiegazione ufficiale secondo cui il fratello Hamdan è semplicemente più adatto a prendere in mano le redini del paese. La stampa inglese indaga sulla sorte di quel ragazzo diseredato per cui il Regno Unito è una seconda patria e si comincia a sospettare che la verità sia nascosta fra i vertici degli Emirati e la comunità diplomatica. Salta fuori un’ipotesi: il bel principe, l’eroe con le medaglie d’oro al collo, sarebbe un tossicodipendente. Ma la parte più agghiacciante delle rivelazioni – ufficiose – riguarda un appunto confidenziale scritto dall'allora Console Generale David Williams per la CIA e pubblicate da WikiLeaks su qualcosa di terribile accaduto dietro le quinte del Palazzo Zabeel. In un attacco d’ira sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, Rashid avrebbe ucciso il suo assistente personale.

L'identità della presunta vittima non è mai stata rivelata. Comincia a circolare anche un’altra versione secondo cui il principe avrebbe al tempo sviluppato una forte aggressività a causa delle massicce dosi di steroidi che assumeva per sostenere – e vincere – le competizioni, e posare nelle foto in cui faceva sfoggio di muscoli guizzanti. Altre voci cominciano a emergere dalla capitale dell'Arabia Saudita, Riyadh, in cui si parla di festini per ricchissimi a base di sesso e cocaina e a cui il principe avrebbe partecipato spesso insieme ad altri membri dell’aristocrazia locale. Quando Rashid rifiuta il titolo di presidente del comitato Olimpico degli Emirati “perché già oberato di troppi impegni”, l’ipotesi che sia ridotto al lumicino dalla dipendenza della droga è sempre più solida. Si parla anche di un ricovero segretissimo per disintossicarsi. La parola “fine” alla favola nera del principe Rashid viene scritta il 18 settembre del 2015, quando viene annunciata la sua morte a soli 33 anni. Nessuno sa come e in che circostanze sia sopraggiunto l’epilogo della vita del ragazzo. Le fonti ufficiali parlando di “attacco di cuore” e il funerale viene svolto immediatamente, come per metterci sopra la proverbiale pietra tombale. Su YouTube ci sono ancora collage di sue foto e video montati dalle fan in lacrime che rimpiangono il “dolce principe”. Ma tra gli omaggi a Sheikh Rashid il più commovente è quello del fratello minore Hamdan, detto Fazza, poeta e sportivo anche lui, che lo ha sostituito come erede al trono e che ha affidato a Instagram le parole per lui: "Oggi ho perso un migliore amico e un compagno d'infanzia, il mio caro fratello Rashid. Ci mancherai". Si saprà mai la verità?