Ci sono donne che nascono per fare le signore, altre che nascono per essere gran signore, come Janet Lee Bouvier. Sono dame moderne che svolgono (a costo di suscitare indignazione nel dirlo) una funzione sociale precisa perché la collettività, per vivere oltre al sopravvivere, avrà sempre bisogno di un po’ aristocrazia (blasonata e non) da respirare insieme all’ossigeno. Se qualcosa non va storto, in genere queste dame che oggi chiamiamo socialite generano altre raffinate creature loro pari. Janet Lee Bouvier non ha fatto eccezione e dalle sue nozze sono nate due donne che fanno ancora da modello di stile e raffinatezza, tanto che il biografo dell’alta società J. Randy Taraborrelli ha sentito l’importanza di scrivere una biografia congiunta delle tre consanguinee: Jackie, Janet & Lee: The Secret Lives of Janet Auchincloss and Her Daughters, Jacqueline Kennedy Onassis and Lee Radziwill, ovvio successo editoriale.

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Janet Bouvier, John Bouvier e la figlia Jacqueline all’Horse Show del Southampton Riding and Hunt Club a Long Island.


Le ) figlie di madame Bouvier sono appunto, Jackie e Lee. Ovviamente, sappiamo quasi tutto di Jacqueline Bouvier, della sua seconda vita come Jackie Kennedy, e della terza come Jacqueline Onassis, e sappiamo molto della sorella Caroline Lee, sposata tre volte di cui una con il principe Stanisław Albrecht Radziwill, diventando quindi lei stessa principessa Lee Radziwill. Ma chi era Janet Lee Bouvier, la donna che le ha date alla luce trasmettendo loro una sorta di sangue blu congenito?


La madre di Jacqueline Onassis si chiamava alla nascita Janet Norton Lee ed era nata il 3 dicembre 1907 a Manhattan in una famiglia cattolica di origine irlandese. Suo padre, James Thomas Aloysius Lee era un importante avvocato e immobiliarista, una combinazione micidiale che valeva oro, a quel tempo. La madre si chiamava Margaret A. Merritt. La coppia aveva altre due figlie Marion Merritt Lee, e Margaret Winifred Lee che andranno in moglie a facoltosi personaggi della finanza del tempo. Anche Janet si sposerà la prima volta nel 1928, a 21 anni, con un ottimo partito: John Vernou Bouvier III, figlio dell'avvocato di successo John Vernou Bouvier Jr. e di Maude Frances Sergeant. John ha una sorella, Edith Bouvier, che farà la cantante fino a quando sposerà il broker Phelean Beale. Suo malgrado, Edith Bouvier Beale diventerà famosa solo quando, caduta in disgrazia economica, da gran dama finirà anziana a vivere con la figlia in una villa diroccata infestata da gatti, procioni e spazzatura che la nipote Jackie farà ripulire di tanto in tanto per ritrovarla nelle stesse condizioni dopo poco tempo. Una storia raccontata nel 2009 col film Grey Gardens, con Jessica Lange e Drew Barrymore. Ma prima di tutto questo, e prima di sposarsi, Janet Lee si è laureata giovanissima.



Janet aveva frequentato la Miss Spence's School, la Sweet Briar e la Barnard College, istituti per signorine a modo. Ma era stata anche tre volte vincitrice del campionato di cacciatori al National Horse Show, sport amato dall’alta società, al tempo, quando non esistevano scrupoli etici. Janet Lee si era prestata anche a servire come membro del consiglio di amministrazione della Newport Historical Society e della Redwood Library, ed era direttrice onoraria della Robert E. Lee Memorial Association a Stratford, in Virginia. Ogni carta in regola per essere la moglie rappresentativa. È con il primo marito, John Vernou Bouvier, che la giovane socialite ha le sue due figlie. Disciplinata come un soldato, Janet Lee Bouvier impartisce loro la giusta lezione per portare avanti il prestigio dinastico sin da quando iniziano a parlare. "Sapete qual è il segreto per essere felici e contenti?", avrebbe chiesto alle figlie una volta, durante l’ora del tè: "Denaro e potere". Le due ragazzine fecero indubbiamente tesoro del precetto.

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Jacqueline Kennedy con la madre Janet Lee Bouvier al tè di finanziamento per la campagna presidenziale di J.F.K, a casa Auchincloss.

Ma anche nelle migliori famiglie, c’è sempre un retroscena impolverato da tenere nascosto. John Bouvier, il marito di Janet, a cui la figlia Jackie somiglia in modo impressionante, è un uomo ricchissimo ma appariscente, per usare un eufemismo. Lo hanno soprannominato Black Jack perché è costantemente abbronzato e ha modi da gradasso. Beve molto, frequenta locali in cui si gioca d’azzardo, tradisce la moglie con altre donne. Va bene celare le apparenze, ma nel 1936 Janet non ne può più e lo lascia. La coppia tenterà una breve riconciliazione per alcuni mesi nel 1937, per poi separarsi definitivamente e divorziare nel 1940.


Janet Norton Lee Bouvier, che conserva il cognome francofono del marito, dopo il divorzio nel 1942 sposa il suo secondo marito, Hugh Dudley Auchincloss Jr., avvocato facoltoso ed erede della Standard Oil. Anche lui è reduce non da uno, ma da due divorzi, di cui uno con Nina Gore, giornalista e sorellastra dello scrittore Gore Vidal. Insieme, Janet e Hugh hanno due figli, Janet Jennings Auchincloss, che sposerà Lewis Polk Rutherfurd, un finanziere che oggi vive a Hong Kong, e James Lee Auchincloss. Con Hugh Auchincloss le cose sembrano andare bene. Lui stesso fa ottenere alla figliastra Jacqueline Bouvier il suo primo lavoro come giornalista al Washington Times-Herald. Il 12 settembre del 1953 la accompagna lui all’altare quando sposa il futuro presidente John F. Kennedy e finanzia lui il ricevimento alla Hammersmith Farm. È un attivista e finanziatore di lunga data del Partito repubblicano, ma contribuisce alla campagna elettorale del suocero e del genero, democratici, dicendo "Voglio vivere in armonia con la signora Auchincloss e tutti gli altri membri della famiglia".

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Janet Bouvier a una serata di gala

J.F. Kennedy, come sappiamo, sarà eletto. Il libro di Taraborrelli riporta i racconti di chi c'era allo State Dining Room, dove si è tenuta la festa di insediamento, di chi ha visto l'ingresso di Janet Bouvier Auchincloss al braccio del marito, confusa e felice mentre raggiunge la seconda figlia, Caroline Lee, del luccichio nei suoi occhi quando dal palco viene annunciato "Signore e signori, il presidente degli Stati Uniti e la first lady", e sua figlia Jacqueline che compare con John, con il sorriso garbato incorniciato dagli zigomi acuti e aristocratici, mentre tutti applaudono. Quella sera Janet ha stretto più mani e ricevuto più complimenti di un'intera vita. Ma la sua più grande soddisfazione era la consapevolezza che i suoi insegnamenti avevano funzionato così bene da far raggiungere alla figlia il traguardo più alto possibile per la figlia Jackie. Oggi, probabilmente, le avrebbe cresciute per diventare una di loro stesse presidente. Neanche l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, il 22 novembre del 1962, ha trascinato la figlia nell'oblio o nella mediocrità. La sua opera era stata perfetta.


Nel 1976, Auchincloss muore nella sua casa di Georgetown a 79 anni. Janet Lee Bouvier ne ha 69. Per le comuni mortali, un'età in cui niente di nuovo sarebbe potuto più accadere. Invece lei si risposa ancora, per la terza volta, con l’amico d'infanzia Bingham Willing "Booch" Morris, un banchiere di Southampton rimasto anche lui vedovo. In un favoloso incastro la sua moglie scomparsa, Mary, era stata la damigella d’onore di Janet al matrimonio con Bouvier. Stavolta, invece Jacqueline, vedova anche lei del presidente ucciso, è la testimone di nozze. Girano molte voci sul perché nel 1981 i due si separarono, tutte respinte dalle rispettive famiglie e ormai non più verificabili, visto che ogni protagonista della vicenda è ormai trapassato. Ma Janet Lee Bouvier e Bingham Morris non divorziarono mai per un motivo pratico: Janet si era ammalata di Alzheimer. La malattia neurodegenerativa la porterà via nel 1989, a 82 anni. Solo cinque anni dopo a Jacqueline, la più celebre delle sue figlie che non parlava più con la sorella principessa, viene diagnosticato il linfoma non Hodgkin e la raggiunge in pochi mesi, a 64 anni. La seconda di quelle figlie ben addestrate al successo e al potere, Lee Radziwill, sopravviverà a entrambe, fino al febbraio del 2019.

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Janet Lee Bouvier con la figlia Jacqueline Onassis alla cerimonia di laurea di Caroline e Michael Kennedy ad Harvard.