Il suo primo video si chiude con l'immagine di un cuore sacro che prende fuoco, sullo sfondo di un crop-top a fantasia cielo e nuvole. Iconografia e profano, pop e canzone popolare campana. Storie d'amore tormentate, vite spezzate e antiche mitologie. Il linguaggio di questo racconto è il dialetto napoletano e la voce è quella profonda e decisa di LA NIÑA. Può sembrare un insieme caotico di dettagli, ma la più grande qualità della musica di LA NIÑA è quella di riuscire a rendere coese sfaccettature lontane e farne un unico racconto cucito su di lei, che funziona. Il progetto artistico di questa ragazza di Napoli è fatto di sperimentazione e ibridazione.

LA NIÑA, vero nome Carola Moccia, ha giocato con le più diverse forme della musica durante la sua carriera, ad esempio in veste di chitarrista o cantante. Insieme ad Alfredo Maddaluno (anche nella vita) ha fondato il duo Yombe, con sound elettronico e cantato in inglese. Il progetto LA NIÑA è arrivato più tardi. Carola racconta che nelle sue forme artistiche precedenti sentiva una certa distanza tra l'emozione della sua musica e l'emozione personale, una sorta di barriera protettiva che le impediva di esprimersi al massimo. Sulla sua pagina Instagram scrive: “Essere completamente se stessi richiede sempre un grande sforzo. Sto provando a ridurre a zero la distanza tra ciò che provo e ciò che canto”. Con LA NIÑA, dice, quel muro si è sgretolato. Nella sua attuale forma Carola si concede di essere più vulnerabile, a partire dalla lingua in cui canta, quel dialetto napoletano che più di qualsiasi altra le appartiene e la svela.

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KWSK NINJA
LA NIÑA

L'urgenza comunicativa si percepisce nel primo singolo uscito nel 2019, Croce, nato sul divano di casa, chitarra in mano e luna fuori dalla finestra, per metabolizzare un grande lutto. "Chello ca tu ire pe mme / Tu nunn’ ‘o sapive verè / Je fosse venuta addu te /Pe ‘nu vaso ancora primma e te lassà" dice LA NIÑA mentre la sua voce si perde in svisate classiche della canzone popolare partenopea, ma su base trap. In una fusione di passato e presente musicale, che ricorda un po' il lavoro della cantante flamenco-pop Rosalìa, LA NIÑA continua "Tu t’adduorme int’ ‘a pace / E je cumbatte comm’ajere". Una perdita senza preavviso e chiedersi se ci fosse stato un modo per cambiare il corso degli eventi. È al video di Croce che appartiene la scena del cuore digitale in fiamme, tenuto all'altezza del petto. In questi fotogrammi trovano il loro incastro perfetto le icone sante che si affastellano per le strade di Napoli (crocifissi, statuette, cerini) e l'immaginario urban, che la fa da padrone nel look di LA NIÑA. Lei appare forte, nei suoi pantaloni a vita alta e stivali dalla punta aguzza. Il girl power di LA NIÑA l'ha riconosciuto anche la Pazzeska M¥SS KETA, per questo l'ha invitata a prendere parte al video-manifesto di Le ragazze di Porta Venezia, in cui sono radunate le più sovversive e promettenti artiste della scena. LA NIÑA è stata anche ospite del live partenopeo della M¥SS, dal cui palco ha cantato l'universalità del manifesto, da nord a sud Italia: "Porta Venezia, Porta Capuana / Puortace rispetto a Napule e a Milano".

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Livia Canepa
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Niente cchiù, il secondo singolo, continua la sperimentazione, questa volta unendo dialetto partenopeo e musica dance. Le parole raccontano una storia d'amore tossica, ma a cui non si riesce a mettere un punto definitivo: “'O saje ca tu ppe me/ Si tutte cose e niente cchiù”. Il video di Niente cchiù è un omaggio al teatro-danza di Pina Bausch, registrato in un unico piano-sequenza. “In questa canzone parlavo di una porta che pur chiudendosi mille volte resta sempre aperta, ed è per questo che volevo restituire visivamente questa sensazione di loop temporale” racconta LA NIÑA su Instagram. L'idea di ripetizione è data dal rumore della pioggia ad inizio e fine brano, la porta dell'appartamento che continua ad aprirsi e chiudersi, e una coreografia ipnotica che si ripete senza sosta. Il terzo, per ora ultimo, singolo di LA NIÑA cambia ancora le carte in tavola: Salomè prende ispirazione dal racconto del Vangelo in cui la principessa Salomè, incanta grazie alla sua danza Erode Antipa che per ricompensarla acconsente a decapitare Giovanni Battista. Il brano è un omaggio alla femme fatale, un'esplorazione del ruolo femminile forte, su note urban e arabeggianti. “Ero solo 'na nenna (ragazzina in dialetto napoletano, ndr) adesso sono LA NIÑA” scrive Carola sul suo Instagram. E sui suoi passi da gigante conviene tenere gli occhi puntati, per vedere quale sarà il prossimo territorio da esplorare.

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