Prima o poi doveva succedere: la regina Elisabetta ha richiamato a casa il nipote, il principe Harry, e anche la sua consorte, in qualità di Duchi di Sussex. Un piccolo reminder per i fan di The Crown: ricordiamo tutti la puntata in cui la principessa Margaret è negli Usa per la mostra fotografica del marito, e la sorella le telefona e le chiede, prima per favore, poi come ordine (“te lo chiedo come tua regina”) di prestarsi a una missione diplomatica alla Casa Bianca? Qualcosa di simile. Ma Harry è tenuto a obbedire agli ordini della nonna? Come nipote, di sicuro, come facciamo tutti noi per rispetto. Teoricamente, la regina avrebbe potuto anche comandargli di non muoversi dal Regno Unito, quando ha annunciato di voler traslocare. Ma sarebbe scoppiato un putiferio internazionale, la regina sarebbe stata accusata di non rispettare i diritti del nipote (come è accaduto in altre monarchie di recente) con danno di immagina alla Corona. Come dicono i comunicati dal palazzo "It's complicated".

Anche se i sovrani britannici non hanno più potere di vita e di morte sui sudditi, infatti, gli ordini della regina si rispettano. Proprio per questo, Elisabetta non si sognerebbe mai di dare ordini che non siano ragionevoli proprio perché sa che la disobbedienza può scivolare nel tradimento. Come dice il principe Filippo: "se essere in disaccordo con la regina è tradimento, forse l'ho commesso varie volte al giorno in tutti questi anni". C’è questo paradosso, infatti, per cui il monarca è "il capo dello stato fonte del potere esecutivo, legislativo e giudiziario del Regno Unito", quando un partito politico vince un'elezione nel Regno Unito è la Corona a chiedere al vincitore di formare un governo. Poi la regina riceve il primo ministro almeno una volta a settimana per farsi aggiornare e per esprimere comunque la sua opinione. Insomma, non partecipa alla politica, ma non è neanche una figurina decorativa. Ma oggi come oggi non succede mai che la sovrana si opponga alla democrazia, come è accaduto con la Brexit (non si saprà mai se Elisabetta fosse per il leave o per lo remain) per cui la monarchia inglese è formalmente quasi simbolica. Ma con i parenti, come funziona?

Il richiamo a casa della regina riguarda gli ultimi incarichi istituzionali ai quali il principe Harry e Meghan Markle si devono assolutamente prestare. Ed entrambi, saggiamente, hanno accettato di obbedire. Si tratta di un invito per la celebrazione del Commonwealth Day, il 9 marzo - anche il Canada, lo Stato dove risiedono ora Harry e Meghan, fa parte del Commonwealth - e rientra ancora nella quota di impegni già concordati in precedenza (volgarmente: per cui erano già stati pagati) in qualità di presidente e vicepresidente del Commonwealth Trust of the Queen, una fondazione che “usa la sua rete, piattaforma e risorse, costruite e modellate insieme ai giovani di tutto il Commonwealth, per supportare i giovani leader nella realizzazione dei loro sogni e speranze per il futuro”, come da definizione ufficiale. Sicuramente la presenza di entrambi, soprattutto di Meghan, che dalle dimissioni al ruolo di senior members della famiglia reale non è ancora tornata in Uk, sarà un po’ imbarazzante. Harry, che di recente ha svelato di essere stato in terapia psicoanalitica per ben sette anni, dopo la morte della madre, avrebbe potuto rifiutarsi? Certo. Ma come suddito della regina, padre di un altro suddito, il piccolo Archie, cosa sarebbe successo? Niente di piacevole. Ma come sempre, la regina ha saputo gestire anche questa empasse, e si fa vedere in giro persino con la spilla che rappresenta la Canadian Snowflake, omaggio del 2017 dell’allora Governatore Generale del Canada David Johnston, come per comunicare che non c'è alcuna ostilità con il nipote. Resta solo da vedere come verranno accolti lui e Meghan, il 9 marzo, dai sudditi britannici.