Tra le tante incertezze sul futuro della royal family britannica c’è qualcosa che sembra ormai certo nell’incertezza: non ci sarà mai un King Charles III. Chiariamo meglio. Attualmente non si sa se il principe Carlo, figlio della regina Elisabetta II, salirà mai al trono perché circola da molto la voce che sua madre voglia passare il trono direttamente al nipote William (ossia: potremmo un giorno leggere la notizia che Carlo rinuncia al trono). Sarebbe una scelta strategica per rinfrescare l’immagine polverosa della Corona britannica, l’offerta ai sudditi di un giovane sovrano rispettoso del protocollo, con una consorte amata e con uno stile di vita moderno. Si sostiene anche, rumors o non rumors, che Carlo, l’anno prossimo porrebbe diventare il reggente del Regno Unito per i sopraggiunti limiti di età della regina – limiti non formali, ma biologici – la quale forse quando avrà 94 anni vorrà provare anche l’emozione di andare in pensione, prima o poi. Tutto questo si vedrà. Ma quello che è assolutamente certo è che se Carlo principe di Galles dovesse un giorno sedere sul trono, cambierà nome. Perché?


L’usanza di adottare un nome diverso da quello di battesimo è normale nella monarchia e non così obsoleta. Se Elisabetta II ha deciso di mantenere il suo è perché la sua predecessora, Elisabetta I, è stata a dir poco leggendaria per cui renderle omaggio era lecito. Infatti, quel nome ha portato fortuna a lei e al suo lunghissimo regno, abbastanza pacifico. Prima di lei suo padre Giorgio VI, però, aveva abbandonato il nome di nascita, Albert, per adottare quello del padre e dare una continuità al suo operato. Prima ancora, la regina Vittoria scelse di cambiare nome semplicemente perché quello impartitole alla nascita, Alexandrina, non le era mai piaciuto. Suo figlio Edoardo VII, che si chiamava Albert, lo cambiò anche lui pare per non sovrapporsi al ricordo del buon padre. Per arrivare al primo sovrano col nome “Charles” sul trono britannico bisogna risalire al 1625, anno in cui morì Giacomo I. Su Carlo I ci sono opinioni storiche variamente opinabili: sosteneva il diritto divino del suo ruolo, aspirava alla monarchia assoluta, voleva riavvicinare il Regno alla Chiesa cattolica, e a forza di tirare la corda finì il suo regno con una guerra civile, un’accusa di alto tradimento e una condanna a morte sul patibolo.


Per succedergli, suo figlio dovette attendere in esilio che cadesse la repubblica che era stata instaurata dal politico Oliver Cromwell, dopo la decapitazione di suo padre. Carlo II tornò in patria a 30 anni e il suo regnò non meritò di passare alla storia per meriti speciali: instaurò la monarchia assoluta, sciolse il parlamento e si dedicò per tutta la vita a feste e balli. Venne soprannominato Il Re Felice perché la sua corte, pur distinguendosi per il mecenatismo, era il festival della superficialità. Ebbe dodici figli da varie amanti, tra cui Henry FitzRoy, primo duca di Grafto, e Charles Lennox, avi di Lady Diana Spencer, ma nessun erede diretto dalla moglie che subì quattro aborti spontanei. Sotto il suo regno ci fu la più grande epidemia di peste di Londra e poco dopo un incendio che distrusse la città. Infine, Carlo II morì a soli 54 anni di ictus lasciando il caos della successione dinastica irrisolta (poi prese il suo posto il fratello, Giacomo II). Dopo quanto detto, non c’è da biasimare Carlo principe di Galles se gli unici King Charles che si vedranno circolare da ora in avanti nel Regno Unito saranno solo i cagnolini di razza Spaniel, che piacevano tanto alla sua trisavola regina Vittoria...