Le buone intenzioni e l'educazione ce le ha messe tutte. Così come l'impegno ad affrontare quel mostro personale, per poi raccontarlo a modo suo. Post rehab Ben Affleck oggi parla al New York Times per la prima volta dopo i due ricoveri in nel giro di un anno, un divorzio lungo e sofferto, la carriera messa in stand-by atemporale. E dipana tutti i fili rimasti in sospeso parlando di film di Ben Affleck, di vita privata di Ben Affleck, di problemi di Ben Affleck, stando ben attento a pesare ogni parola. Perché il nuovo Ben Affleck non ha intenzione di diventare ancora una volta il bersaglio moraleggiante del gossip. È un uomo che ha imparato a conoscersi, a incolparsi e a far pace con se stesso, a capire gli errori. E quando serve, a tacere eclissandosi da tutto e tutti. A Hollywood l'ammissione di essere (stati) alcolizzati -Brad Pitt- o dipendenti da medicinali e droghe -Jamie Lee Curtis- è diventata una liberazione dal senso di vergogna, una condivisione per aiutare chi vive la stessa situazione senza il privilegio di bravi agenti in grado di confondere le informazioni. Per l'attore l'alcol è stato una condizione familiare inevitabile, già raccontata dal fratello Casey, ma a 47 anni Ben Affleck ha provato ad uscirne.

"Le persone con un comportamento compulsivo, e io sono una di queste, hanno questa specie di disagio per tutto il tempo, anche quando cercano di mandarlo via. Si prova a sentirsi meglio mangiando, bevendo, facendo sesso o giocando d'azzardo, lo shopping. Ma alla fine la tua vita peggiora, si esagera per scacciare il disagio. E inizia il dolore vero. È un circolo vizioso che non si interrompe. Almeno questo è quello che è successo a me" ha raccontato candidamente Ben Affleck oggi nella cruda, asciutta intervista al NYT. Un modo di affrontare la vita che ha compromesso molte relazioni, tra cui un matrimonio apparentemente solidissimo. Ma il comando dell'autodistruzione era già in corso. "Ho bevuto in modo normale per tanto tempo. Ho iniziato a bere sempre di più quando il mio matrimonio stava fallendo. Era il 2015, 2016. Il fatto che bevessi creava sempre più problemi coniugali" ha ammesso Affleck. Non ha mai pronunciato per intero il nome della ex moglie Jennifer Garner, con la quale ha avuto tre figli. Un antico pudore, una certa delicatezza, il rispetto per non aver mai svenduto la sua salute al miglior offerente? Probabilmente un mix di tutti e tre.

Scorrere le risposte e i ragionamenti di come è diventato Ben Affleck è una lezione di onestà e umiltà. Perché potrà pure non nominare la diretta interessata, ma è innegabile che il come eravamo (felici) gli venga costantemente in mente. "Il più grande rimpianto della mia vita è questo divorzio. La vergogna ti intossica. Non ci sono derivati positivi della vergogna. È come cuocere a fuoco lento in una pentola di disgusto e bassa stima di sé". A ciò si è aggiunta la gogna mediatica della separazione da Jennifer Garner, i tradimenti, le debolezze. Le fidanzate cambiate al ritmo dei jeans, l'alcol, sempre lui. Al massimo di profondità del suo baratro personale la stessa carriera di Ben Affleck crollava inesorabilmente tra flop al botteghino e scarsa attenzione, ma lui ha avuto almeno la decenza di scusarsi per un comportamento inappropriato nei confronti di una collega, l'attrice Hilarie Burton, che anni prima aveva stretto a sé in modo lubrico in un momento di euforia televisiva. "Ho sbagliato" ammise nel 2017. Non bastò a tamponare il fallout di consenso pubblico, la mazzata definitiva del divorzio lo aveva già fatto diventare pappa da tabloid. E la ricaduta di una sera, ad Halloween 2019, spiattellata su TMZ con foto e dettagli, non lo ha aiutato. "La recidiva è imbarazzante, certo. Avrei voluto che non accadesse, e che non fosse vista dai miei figli su su internet. Jen e io abbiamo fatto del nostro meglio per spiegarglielo ed essere onesti". L'unica volta che la prima sillaba del nome della ex amatissima moglie, della donna che lo ha sempre salvato da se stesso, è uscita dalla bocca di Affleck.

Hollywood, però, sembra non essersi dimenticata che Ben Affleck è anche un uomo di gran talento. Nel 2020 si prepara a 4 film in uscita, da attore e anche uno da sceneggiatore in compagnia del sodale di sempre Matt Damon, con cui vinse l'Oscar per Will Hunting - Genio ribelle nel 1997. Ma il più importante sembra essere The Way Back, il film di Ben Affleck più simile agli ultimi anni della sua vita: la storia di un alcolista che perde tutto. Talmente aderente alla realtà da essere inquietante. Ma Ben Affleck ora tenta di ristabilire l'equilibrio della sua vita, dopo aver subito più danni e sovraesposizione di quanto il suo stato mentale gli permettesse di sopportare. E rivivere certi errori è per lui una grande lezione: "Non mi fa bene ossessionarmi sui fallimenti e le recidive. Ho commesso degli errori, ho fatto cose di cui mi pento. Ma bisogna sempre ricomporsi, imparare da questo, imparare ancora, e cercare di andare avanti".