Questa è una storia intitolata "Luna Nera, Giorgio Belli e il successo ai tempi del social". Ci sono persone con un destino inimmaginabile, come quello di andare a letto una sera con 300 follower su Instagram e svegliarsi la mattina dopo con 100 mila, di botto. Il motivo, poi, è davvero inusuale in questa epoca, perché fino a qualche decennio fa poteva capitare a un attore di salire “agli onori della cronaca” nel giro di 24 ore (come successe a Kabir Bedi con Sandokan negli anni 70), perché un programma tv aveva 20 milioni di spettatori. Quello che è successo a Giorgio Belli, invece, è che in quella fatidica notte Netflix aveva messo online in 190 paesi la serie tv italiana Luna Nera. E all’improvviso il ragazzo, che nella serie interpreta Pietro, uno studente di medicina, si è ritrovato il profilo – semivuoto – pieno di commenti in tante lingue. E altrettanto improvvisamente, "luna nera pietro attore" è diventata una chiave di ricerca su Google. In tutto il mondo.

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Courtesy Management & Press Yvonne D'Abbraccio - YD'Actors

“È stato un effetto abbastanza particolare”, conferma lui ridendo, “la produzione mi aveva avvisato che avrebbe potuto esserci un impatto mediatico repentino, ma non immaginavo una cosa simile. Quel giorno ero preso da tutt’altro, mi chiedevo se sarebbe piaciuto il lavoro che avevo fatto io e quello di tutti gli altri con cui avevo lavorato. Invece mi ritrovo a gestire messaggi dal Sudamerica, dalla Turchia, dalla Francia, dall’Inghilterra, e mi ha un po’ destabilizzato. Non sapevo nemmeno come si dovesse maneggiare una cosa del genere, sono sempre stato un po’ antisocial, non vado pazzo per la corsa patologica al like o al follower, penso che il lavoro di un attore prescinda dal suo profilo digitale. Per cui mi sono messo a rispondere a tutti come se fossero lettere. Ma ora la possibilità di stare in contatto col pubblico non mi dispiace”.

Nella serie tv Luna Nera, Giorgio Belli ci è arrivato direttamente dalla scuola di recitazione. È il suo primo ruolo: “Sono un giovane attore che sogna solo di fare della sua passione un mestiere, non so neanche definire me stesso perché sono di volta in volta il ruolo che interpreto, a cominciare da quando ero un bambino con una grande passione per il cinema e il sogno di fare anch’io, un giorno, quello che vedevo fare dagli attori. Ma come capita a molti che vogliono fare questo mestiere, o il cantante o il calciatore, tutti gli dicono di pensare a studiare e di non avere grilli per la testa, ma una passione forte e come un tarlo nel cuore, per cui pensavo ‘finirò gli studi, troverò un lavoro con un buon stipendio… Ma mi sono accorto quasi subito che prima di fare tutto questo avrei dovuto provarci, così da non avere nessun rimpianto”. E così che Giorgio parla con un suo amico che studiava alla YDActors, la scuola romana di Yvonne D’Abbraccio che ha sfornato molti talenti. Fa il provino di ammissione, che dura diversi giorni, senza dire nulla ai genitori e lo supera. “Ho pensato: ora vado fino in fondo”. E studiare in questa scuola non è una passeggiata. Le prove a volte si stirano fino all’alba. È richiesta una dedizione anima e corpo: “Ma se sei davvero appassionato, non ti pesa. Al giorno d’oggi noi giovani non abbiamo molte certezze lavorative. Tanto vale buttarsi a cercare di realizzare i propri sogni”.

Mentre Giorgio sta frequentando la scuola, arriva il provino per Netflix. “Sono andato a farlo pensando ‘sì, va bene, facciamolo’, ma non ci contavo per niente. Figuriamoci ottenere il ruolo di protagonista alla prima scrittura per un progetto ambizioso. Invece dopo il primo provino mi chiamano per un secondo, poi per il terzo, a cui era presente la regista Francesca Comencini. Poi silenzio, e un giorno mi chiamano per dirmi che siamo rimasti in due, che i nostri provini erano andati in America e avrebbero scelto lì, e che in due settimane mi avrebbero fatto sapere chi era stato scelto. Sono stati i 15 giorni più infernali della mia vita. Poi è arrivata la notizia che ero stato preso, e dopo la gioia iniziale ho realizzato che dovevo interpretare il ruolo del protagonista in una serie internazionale, che era il mio debutto e che dovevo rimboccarmi le maniche, perché non ero arrivato da nessuna parte: era solo il primo passo. Certo, fare questa esperienza nonostante le difficoltà, perché approcciarmi dal niente a un set internazionale è stata una bella sfida, mi ha insegnato veramente tanto, ma devo ancora imparare tantissimo”.

Quando era un aspirante attore, Giorgio non aveva un personaggio di riferimento da sognare di interpretare in futuro. Però sognava, e sogna ancora, un ruolo estremo: “Confrontarmi con un personaggio che mi prenda totalmente sia nella mente che nel corpo, anche una personalità borderline, è un sogno vero. Uno dei miei attori preferiti è Christian Bale, che in questa arte è il vero maestro, penso ad Alessandro Borghi che è stato fantastico nel ruolo di Stefano Cucchi. Quando ti metti completamente a disposizione del personaggio che interpreti è come iniziare un viaggio, sono personaggi che secondo me ti lasciano molto addosso, penso che ogni attore voglia un ruolo fuori dagli schemi”.