Nella vita di Sharon Stone ci sono due certezze incontrovertibili: il suo gigantesco quoziente intellettivo, e il fatto che se non ci fosse stato Basic Instinct nel 1992 probabilmente la sua carriera non sarebbe stata la stessa. Sharon Stone oggi sa che non può prescindere da quell'apparizione sul grande schermo e dal personaggio di Catherine Tramell, anche se se ne è allontanata con parti spesso diverse. Eppure continua a giocarci e rievocarne le scene clou, come di recente ha fatto con autoironia notevole in The New Pope di Paolo Sorrentino. Al film di Paul Verhoeven girato accanto a Michael Douglas, George Dzundza e Jeanne Tripplehorn, Sharon Stone deve la sua fama imperitura, e il pubblico le deve la scoperta di un talento davvero sottilmente straordinario.

La regola dei 13 giorni. Lo sceneggiatore Joe Eszterhas scrisse il soggetto di Basic Instinct in appena 13 giorni, ispirandosi a due persone reali per i personaggi principali, come rivelò di persona in un'intervista a Nerve. Il detective spericolato Nick Curran si basa su un poliziotto particolarmente portato per gli scontri a fuoco che Eszterhas conobbe quando scriveva di cronaca nera per il Cleveland Plain Dealer: "Era sempre in mezzo alle sparatorie. Era un gran poliziotto, ma d'altra parte sembrava che proprio gli piacesse. È la stessa cosa che fa Nick Curran in Basic Instinct, si avvicina troppo alla fiamma perché ama la fiamma, come dice Catherine nel film". Per la parte della scrittrice interpretata da Sharon Stone, invece, l'ispirazione è arrivata da una spogliarellista che lo portò in un albergo e lo minacciò con una pistola.

Una sceneggiatura da record (ripescata). La sceneggiatura di Basic Instinct, scritta nel 1980 da Joe Eszterhas, aveva un taglio da crime story che piacque subito alle compagnie cinematografiche, tanto che se la contesero all'asta. A vincere fu la Carolco Pictures che sborsò la cifra record di 3 milioni di dollari. Eszterhas fu sostituito dallo sceneggiatore Gary Goldman in fase di pre-produzione, per poi tornare a riprese iniziate.

La scena erotica più famosa del film (e lo schiaffo mai visto). "Ho scritto il film, ma il secondo che l’ha fatto entrare nella storia, non è mio, è di Verhoeven" scrisse Eszterhas nella sua biografia pubblicata nel 2005: fu infatti il regista a suggerire che durante l'interrogatorio il personaggio di Catherine Tramell dovesse accavallare le gambe. Da qui le leggende si suddividono in punti di vista: secondo il regista fu Sharon Stone a "regalargli" il dettaglio di presentarsi senza slip in accordo con lui, mentre l'attrice sostiene che fu una richiesta specifica di Verhoeven per non avere problemi col riflesso degli slip bianchi, rassicurandola che non si sarebbe visto niente. Quando alla prima a Cannes Sharon Stone si accorse del contrario, mollò un ceffone al regista.

Il ruolo di Catherine Tramell non doveva essere di Sharon Stone. Di fronte a una femme fatale come non se ne vedevano da tempo, teoricamente ci sarebbe dovuta essere una fila infinita, ma non tutte erano così propense e affascinate dalla sceneggiatura. Alla fine furono considerate più di 50 attrici per interpretare Catherine Tramell, tra cui Kim Basinger (che fu proposta da Michael Douglas per il ruolo, ma rifiutò), Greta Scacchi, Meg Ryan, Demi Moore, Julia Roberts, Geena Davis, Michelle Pfeiffer, Kathleen Turner, Jodie Foster ed Ellen Barkin. Motivo? Tutte apprezzavano ben poco le numerose scene di sesso presenti nel film.

youtubeView full post on Youtube

Il cachet ridicolo di Sharon Stone. La fine opera di convincimento del regista a prenderla per la parte non giovò particolarmente alle casse della allora semisconosciuta Sharon Stone, che aveva 34 anni ed era famosa solo per aver avuto una parte rilevante in un altro film di Paul Verhoeven, Atto di forza, con Arnold Schwarzenegger. La sua scarsa celebrità le valse un misero cachet di 500mila dollari, uno dei salari cinematografici più bassi dell'epoca.

I costumi sono Made in Italy. A curare gli abiti di Sharon Stone e Michael Douglas fu lo stilista italiano Nino Cerruti (e si vede, che domande).

I giorni infiniti delle riprese. Girare Basic Instinct durò da maggio a novembre 1991 a San Francisco, ma non fu questo il problema di produzione. Ci vollero cinque giorni di riprese solo per filmare la scena in cui Sharon Stone e Michael Douglas fanno sesso perché, a dispetto della sensualità sullo schermo, tra loro due non c'era realmente alcuna chimica.

Gli incubi di Sharon Stone. Fu a Playboy nel 1992 che l'attrice confessò l'impensabile: girare la scena del punteruolo le era costata parecchie difficoltà. "Ho fatto nascondere il mio migliore amico vicino al letto, perché mi dicesse stupidaggini mentre filmavamo. E c'erano pure i paramedici con l'ossigeno perché sembrava che svenissi da un momento all'altro".

Troppe sigarette, scusateci. Il mea culpa per l'eccesso di fumo presente nel film sono arrivati nel 2001 dallo stesso sceneggiatore Eszterhas, che in un memorial nel 2001 confessò al New York Times di aver contratto un cancro alla gola dovuto al fumo. E si è pentito di aver usato l'espediente noir del fascino del fumo, con i protagonisti che aspirano sigarette in un turnover continuo, per renderli più iconici.