Alla fine sta succedendo, il libro biografico di Woody Allen, A proposito di niente, esce nonostante i boicottaggi ed esce anche in Italia, prima in eBook, visto che il digitale è l’unico supporto fruibile in questo momento. Un’uscita che riporta l’annosa questione “bisogna scindere l’uomo dall’artista?". Woody Allen è un transatlantico di gomma, bisogna ammettere che ogni polemica che lo ha colpito non lo ha mai affondato. Lo diceva serafico e calmo anche l’estate scorsa “non credo che mi ritirerò mai”, quando le fiamme del #metoo facevano ancora sfrigolare le polveri da sparo accumulate su decenni di cinematografia: “La mia filosofia è sempre stata di rimanere concentrato sul mio lavoro e continuare a lavorare, qualunque cosa accada nella mia vita. Qualunque cosa stia succedendo, mi concentro sul mio lavoro e continuo a concentrarmi”, diceva. Su questo, bisogna dire che è stato coerente, incassando l’endorsement di Scarlett Johansson.



Il libro di Woody Allen
A proposito di niente lo leggeremo perché vogliamo entrare nella sua testa? Mentre la casa editrice Hachette, anche dopo le pressioni del figlio di Allen, il giornalista premio Pulitzer Ronan Farrow, ha rinunciato alla pubblicazione negli Usa, il nuovo editore americano Grand Central Publishing ha deciso di prenderlo e di anticiparne l’eBook il 23 marzo, annunciando l’uscita delle copie cartacee al 9 aprile. In Italia La Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi ha deciso di pubblicarlo “contro ogni censura”, e fa sapere, vista la differente situazione in Italia, di confermare l’edizione cartacea con riserva, solo se il 9 aprile avranno riaperto le librerie. “In un momento così difficile per l’Italia, avendo Woody Allen deciso di rendere comunque disponibile la sua autobiografia, ho pensato che anche i lettori italiani, costretti a stare a casa, dovessero avere l’opportunità di leggere questo libro tanto atteso di uno scrittore e regista tanto amato. A me, leggere A proposito di niente ha dato ore di pura gioia e senso di libertà. Spero anche ai lettori”, ha fatto sapere Elisabetta Sgarbi. Rispetto ai casi di Roman Polanski (per citare un regista che recentemente è stato attaccato per il suo passato durante la vittoria per il premio César alla regia) e la definitiva condanna di Harvey Weinstein Woody Allen non è mai stato condannato nettamente per le accuse. Le prove non confermano che gli abusi si siano verificati “sebbene non sia sicuro che non siano successi”, dice la sentenza finale. Siamo combattuti tra il sospetto e il rispetto per i tribunali. La vera giuria saremo noi, solo leggendo.