Da giorni ci si chiedeva “ma come sta?”. E oggi la notizia che nessuno avrebbe voluto leggere: Luis Sepúlveda è morto, l’ennesima vittima del Coronavirus, che aveva contratto a febbraio. Le notizie rassicuranti su come stesse lottando e rispondendo bene alle cure erano solo, appunto, rassicurazioni. Il 25 ottobre scorso la sua casa editrice Guanda aveva organizzato per lui una bellissima festa all’Osteria del Treno di Milano, per festeggiare i 70 anni che aveva compiuto pochi giorni prima. Lui accoglieva tutti con baci e abbracci calorosi. Era felice, in gran forma, pieno di progetti per il futuro che la sua età, in tempi normali, avrebbe dovuto concedergli ancora molto tempo per fare, dire, scrivere. Quei progetti li raccontava parlando in italiano. Forse da qualche parte nel tempo, qualche settimana dopo, quella cordialità, quell’affetto incondizionato verso tutti gli sono stati fatali. E ora l’amatissimo autore di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare non c’è più.

Luis Sepúlveda era nato il 4 ottobre del 1949 in Cile, era sempre stato impegnato politicamente, figlio e nipote di anarchici, contrario al regime del generale Augusto Pinochet. Giramondo cosmopolita, aveva vissuto praticamente ovunque, aveva preso la cittadinanza francese, la cui lingua parlava benissimo oltre all’italiano, allo spagnolo nativo, e all’inglese. Aveva iniziato la sua carriera come giovane redattore, dopo aver vinto una borsa di studio che lo aveva portato in Russia. Rientrato in patria, dopo il colpo di Stato militare di Pinochet nel 1973 aveva subito il carcere e la tortura, fu arrestato due volte, scarcerato entrambe le volte grazie alle pressioni di Amnesty International, la seconda addirittura dopo una condanna all’ergastolo per attività artistica contraria al regime. Si era sposato due volte con la stessa donna, la poetessa Carmen Yáñez, da cui ha avuto due figli.

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Ulf Andersen//Getty Images

Fra le sue tante opere da rileggere, oltre alla Gabbianella, vanno ricordate Il vecchio che leggeva romanzi d'amore, che lo ha reso molto popolare in Italia, Diario di un killer sentimentale, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Ingredienti per una vita di formidabili passioni, e l’ultima pubblicazione, Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa. Senza dimenticare la sua attività teatrale di regista e autore, spesso di opposizione politica alla dittatura. Ci mancherà il suo punto di vista sognante, quel suo modo di rivolgersi al bambino che è ancora vivo dentro ognuno di noi, rendendoci però coscienti della realtà.