Covid o non Covid, le date sono state confermate: che ci si creda o no, dal 2 al 12 settembre prossimi, la Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, edizione numero 77, avrà luogo. È stato annunciato oggi sui canali social della Biennale, Instagram in primis, ma molti dubbi si susseguono non soltanto nella mente di chi scrive. Sarà un segno di rinascita per l’Italia - come molti sperano - una maniera per far sì che “quelli” del Festival di Cannes (che si sarebbe dovuto tenere tra qualche settimana), non avendolo cancellato ma solo rimandato, non si impossessino di quelle due settimane d’oro di fine estate o saranno entrambe le cose insieme?

Thierry Frémaux, delegato generale del “cugino” d’oltralpe, ha auspicato una collaborazione fra le due rassegne, ma Roberto Cicutto, veneziano doc e neo presidente della Biennale dopo tanti anni passati al vertice dell’Istituto Luce Cinecittà, è stato molto chiaro. Con Cannes a oggi nessun dialogo, “tutto è possibile e tutto può essere studiato”, ha dichiarato al Corriere della Sera, “ma è sconcertante che Frémaux dica che continua a studiare e non dica cosa vuol fare. Noi andiamo avanti col programma. Se Cannes ci sta pensando non c’è dialogo. Nessuna ipotesi a oggi”.

Viva ripartire, ci mancherebbe, chi non lo vuole, ma al di là di tutte le supposizioni o dichiarazioni fatte in questi giorni, viene da chiederci come possa essere organizzata l’intera kermesse. Voi ve li immaginate i nostri colleghi giornalisti (gli accrediti stampa sono migliaia), affaticati e stanchi sin dal mattino (poverini), svegliarsi all’alba per assistere a una proiezione riservata al Casinò o nella gelida (per clima) sala Perla? Lo si fa anche a Cannes, ma in questo caso c’è da considerare il tempo in più che ci si metterebbe per entrare: dall’attesa sotto il sole bollente o la pioggia battente del Lido (due esperienze da fare almeno una volta nella vita, possibilmente, però – ve lo auguriamo - non entrambe nella stessa giornata come è successo a molti di noi) al posizionamento nel rispetto delle distanze di sicurezza fuori e dentro indossando, ça va sans dire, mascherine e guanti. A che ora bisognerebbe alzarsi per essere lì, tutti pronti per il film, visto che le prime proiezioni hanno inizio, di solito, tra le 8, le 8 e 30 e le 9, a seconda della durata? Spostare l’orario, è facile – risponderete voi – ma questo si ripercuoterebbe su tutto il ‘dopo’: sulle conferenze stampa, sulle interviste con i registi e gli attori e su tutto quanto è annesso e connesso ad una giornata tipica di un festival del cinema. Poi, è ovvio che una sola sala non sarà sufficiente per tutti gli accreditati, quindi occorrerà predisporne almeno altre due in contemporanea per lo stesso film. E gli attori? E i registi? Verranno oppure no? Delle feste, ovviamente, manco a parlarne, così come del red carpet, perché costituirebbero “assembramento”, ma dove ci mettiamo tutti nella già grande sala (ma non a sufficienza) per le conferenze stampa?

La tecnologia, è ovvio, appare l’unica soluzione, e tra dirette e non è per ora l’unica “star” confermata al Lido assieme alla presidente della giuria Cate Blanchett. Parola di Cicutto, che da uomo risoluto e grande professionista quale è, ha le idee molto chiare. Le edizioni della Biennale Danza e Teatro sono state, per ora, rinviate a ottobre, ma non quella del Cinema, uno dei simboli del nostro Paese nel mondo. Al momento, tra una riunione e l’altra con il suo team volte a simulare al meglio quella che dovrebbe essere una giornata-tipo, ha dichiarato che la Mostra “è la prima istituzione culturale al mondo con una proposta concreta" e potrebbe diventare un vero e proprio "banco di prova" anche per Venezia, per i suoi servizi, i trasporti, l’ospitalità e la ristorazione. Si augura che le star arrivino – sarà più facile per quelle italiane – come il pubblico che ci sarà in base alle regole consentite. L’evento non può essere sostituito dallo streaming, occorrerà “costruire nuove soluzioni”, ma l’importante è “andare avanti” e “lanciare un segnale”.

Le speranze sono tante, tutti vogliamo tornare a Venezia e al Lido, nonostante gli abitanti non siano ospitali, nonostante i panini e i cornetti orrendi, nonostante le zanzare assassine, i prezzi colossali e i ritmi di lavoro senza orari. Se non si potrà, pazienza, ma tutto questo - compresi, ovviamente, i film, le feste e il glamour, gli incontri e le cene, i nervosismi e le gioie, le corse a piedi o in bici, gli autobus persi, i vaporetti strapieni, lo sballamento continuo e il sole sulla spiaggia dell’Excelsior – ci mancherà tantissimo. Esserci online potrà essere una soluzione, “ma anche no”, vi risponderebbe uno qualunque dei Millennials, gli unici che amerebbero (forse) vedere un film d’essai o una super produzione hollywoodiana sul pc o sullo schermo di un telefonino, “un’eresia”, come ha già fatto notare Frémaux. Forza Venezia!, vien solo da gridare, forza Italia e per ora restiamo a casa in attesa, anche perché l’unica cosa certa è solo la deadline per completare l’organizzazione, fissata a fine maggio.