Dietro ogni grande uomo, dice un vecchio detto ormai considerato sessista, c’è una grande donna. E dietro un uomo controverso, chi c’è? Il richiamo alle mogli di capi di Stato più discussi e discutibili è immediato. Stringendo ancora di più il campo, la prima che viene a fuoco è forse Asma al-Assad, la moglie del presidente siriano Bashar al-Assad che in virtù del concetto per cui con le parole si può dire tutto e il contrario di tutto, ha due soprannomi opposti a seconda di chi la tira in ballo: “la rosa del deserto” o “la moglie del macellaio”. La crisi siriana, come sappiamo, è l’ultimo strascico delle (deludenti, a posteriori?) primavere arabe del 2011. Così come accaduto in Egitto o Libia si puntava a far dimettere il presidente Assad, ma la storia si è complicata sia per la repressione sanguinaria di quest’ultimo contro gli oppositori (dopo la concessione di un referendum Costituzionale) sia per la posizione strategica della Siria, finendo per diventare una triste questione internazionale e una contesa fra chi vanta diritti di priorità sulla zona.


A quel tempo la first lady siriana si distingueva già come una delle donne meglio vestite del Medioriente. Alta, sottilissima e dai modi eleganti, i riccioli sempre pettinati con gusto e poco make-up, Asma al-Assad è finita nel mirino di Diet Prada e molti altri commentatori a causa di un articolo che le aveva dedicato Vogue sul numero di febbraio 2011: “Anna (Wintour ndr) ha pensato che dedicare un profilo sullo stile della moglie di un dittatore sia appropriato”, dice il post di Diet Prada, “Asma al-Assad potrebbe pure essere la donna più elegante del mondo ma ciò non toglie che suo marito ha fatto uccidere 5.000 civili, compresi bambini, nell’anno in cui è uscito quel numero del giornale”. Quello che dicono in molti è che Asma al-Assad sia un personaggio non facile da leggere, su cui ci si può solo fare una propria opinione indagando sulla sua vita, per capire perché Paris Match l’ha definita "l’unico punto di luce in un paese pieno di zone d'ombra".

syrian president bashar assad r and his wife asma visit a group of young athletes of special needs gathered at a hotel in damascus late on september 5, 2010, ahead of the opening of the annual middle east and north africa special needs olympics later this month participants from 23 countries, including iran, will take part in the one week tournament first launched in 1993 as of september 25, 2010   afp photo louai beshara photo credit should read louai besharaafp via getty imagespinterest
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Se Asma al-Assad ha un aspetto così “occidentale” - qualsiasi sia il significato della parola - è perché, pur essendo musulmana sunnita e di origini siriane è nata a Londra, nel 1975 ed è cresciuta nell’area londinese di Acton, figlia di Sahar Akhras, una diplomatica in servizio all'ambasciata siriana e Fawaz Akhras, un cardiologo del Cromwell Hospital, entrambi originari di Homs. A Londra ha frequentato tutte le scuole, fino alla laurea con lode in informatica. Quando parla in arabo, in francese o spagnolo lo fa con un leggerissimo accento inglese, e quando parla in inglese, ha un altrettanto leggero accento londinese. A Londra veniva chiamata "Emma" da amici e compagni di scuola. Oggi ne parlano come un’adolescente normale, senza nessuna caratteristica particolare e in molti dicono che pur avendola frequentata non si erano mai accorti che fosse di famiglia siriana, né tanto meno musulmana perché non vestiva diversamente dalle altre. Durante l’università, Asma/Emma è stata in vacanza in Siria con la famiglia e ha incontrato lì il futuro marito e presidente, più grande di lei di 10 anni. Avevano continuato a frequentarsi anche dopo la laurea, mentre lei lavorava prima alla Deutsche Bank e poi alla JP Morgan.

Nel 2000 ad Asma viene offerta l’opportunità di ottenere un Master in Business Administration a Oxford. lnvece si licenzia dal lavoro senza dare alcuna spiegazione e parte per la Siria. Solo dopo, la gente che frequentava a Londra scopre che si era segretamente sposata con Bashar al-Assad. L’anno dopo arriva il primo figlio, Hafiz, dal nome del padre di Assad, nel 2003 una figlia, Zein, e nel 2004 un altro maschio, Karim. Nel frattempo, nel luglio del 2000, suo marito era salito al potere inaspettatamente. Il padre Hafiz, presidente dal 1971, aveva destinato come suo erede il figlio Basil, che era stato educato a e istruito nelle scuole militari. Bashar aveva invece studiato medicina e si era specializzato in oftalmologia a Londra, ma nel 1994 il fratello Basil è morto in un incidente d’auto e lui è stato istruito precipitosamente a sostituirlo. La londinese Emma si è ritrovata a essere Asma al-Assad, first lady della Siria.

syrian first lady asma al assad covers her hair with a headscarf in accordance with islamic laws as she visits with her husband, president bashar al assad, his romanian counterpart traian basescu and his wife maria, the omayyad mosque in damascus on october 21, 2008 basescu arrived yesterday in damascus for talks on bilateral relations with his syrian counterpart bashar al assad afp photolouai beshara photo credit should read louai besharaafp via getty imagespinterest
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Da quel momento Asma al-Assad ha cercato di diventare una figura internazionale di prestigio come Rania di Giordania, ha rivestito da subito un ruolo diverso da quello delle precedenti mogli di presidenti siriani occupandosi anche di eventi benefici e culturali, oltre a contribuire, con la sua immagine, alla reputazione del regime politico del marito. Ma è stata notata di più dal momento in cui è iniziata la guerra civile. L’opinione entusiasta che aveva di lei la stampa internazionale è virata bruscamente quando, allo scoppio del conflitto, si è schierata dalla parte del marito e delle sue dolorose decisioni. Chi ha voluto invece difenderla ne ha lodato il rifiuto che ha opposto alle varie offerte di asilo che le sono arrivate dall’estero, di lasciare la Siria con i suoi figli in un momento così drammatico. In una delle rare interviste che ha rilasciata a Russia24, una tv governativa russa, ha dichiarato di non aver mai pensato di abbandonare il suo popolo e ha denunciato le sanzioni imposte alla Siria dai paesi occidentali, perché colpiscono la gente comune. Asma ha sempre dichiarato di provare "dolore e tristezza" quando incontra i feriti e le vedove del conflitto nel suo paese. Ma c’è sempre qualcuno pronto a farle notare che suo marito intanto continuava a lanciare bombe sui civili del suo stesso popolo. E che lei stava facendo shopping nel momento esatto in cui la sua gente moriva sotto i bombardamenti, come hanno svelato molte email rubate dall’account del suo ufficio personale e pubblicate da Wikileaks. Fra gli acquisti incriminati, un paio di scarpe da 5000 dollari e 130 pezzi di arredamento per 250mila dollari.

In questo momento, anche se il presidente Bashar al-Assand ha praticamente sconfitto i ribelli oppositori, le cose non vanno bene. Un articolo del Post sgrana numeri sconfortanti: l’80% della popolazione siriana è in povertà, quasi 10 milioni sono senza cibo sufficiente, circa la metà ha perso la sua casa distrutta durante la guerra e il presidente ha perso uno dei suoi alleati migliori, il cugino Rami Makhlouf, potentissimo imprenditore che ha deciso di denunciarne le manovre e di criticarlo in pubblico. Per la prima volta Asma, che è rimasta in silenzio durante quasi tutto il conflitto, è stata tirata in ballo ufficialmente. Gli Stati Uniti hanno pubblicato il primo elenco di sanzioni contro il regime, una lista di di 39 nomi in cui è compresa anche lei. La reputazione internazionale di Asma al-Assad ha subito un crollo, ora viene abitualmente definita dalla stampa una donna “fredda e crudele” e nessuno si lascia impietosire dalla brutta disavventura del cancro al seno, di cui è stata operata a gennaio del 2019. Per ora, Asma, che dopo l'intervento è riapparsa in pubblico con i capelli cortissimi dopo la chemioterapia, si dedica alla promozione della prevenzione, invitando le donne a fare controlli regolari in un paese dove il tumore al seno è un tabù. Non si vede però come potrà recuperare quella popolarità sulla cui costruzione aveva lavorato con dedizione, pagando anche dei curatori esperti.