Sofia Wylie (attrice, cantante, ballerina, e da qualche giorno anche modella sotto contratto della IMG Models) è una di quelle ragazze che avrebbe suscitato ammirazione persino in mia nonna, donna di polso capace di gestire una famiglia con un marito dato per scomparso in guerra, e che molto spesso, con la praticità senza fronzoli che mi ha lasciato in eredità, si lamentava di queste nuove generazioni – di me e dei miei cugini, tutti democraticamente etichettati come un po' mollaccioni – colpevoli di non essere abbastanza educati al sacrificio, al duro lavoro e di non essere stati benedetti dalla tempra del carattere. Se a noi millennial – compresi chi scrive e i cugini affilati – ci ha pensato la vita e la recessione economica, a impartire lezioni laddove i genitori, per troppo affetto, non avevano potuto, la Generazione Z sembra nata con la scienza infusa della "wokeness", della sicurezza adamantina nel riconoscere cosa è appropriato e cosa no, dove sono i limiti e i rischi della cultural appropriation, sanno discettare con agevolezza di Sylvia Plath e Zadie Smith, e soprattutto, avendo molto chiaro in testa in cosa si identificano e cosa invece non riescono a comprendere (tipo l'entusiasmo con il quale i millennial condividono sui social la loro capacità di non far morire una pianta, come se fosse la risoluzione perfetta di un'equazione di terzo grado). Nata in Arizona, per un quarto coreana da parte del padre Chris, Sofia ha per esempio iniziato a ballare a 5 anni, coltivando una passione per la quale aveva, evidentemente, del talento. Dal talento camaleontico, è stata subito notata da Disney +, che l'ha voluta nel reboot fatto ad hoc per la Generazione Z di High School Musical – in fondo questi millennial qualcosa di buono l'avranno pur prodotto – e nella serie Andi Mack, dove interpreta Buffy Driscoll, miglior amica della protagonista da cui prende il nome la serie. La produzione, acclamata per essere stata la prima del canale a inserire un personaggio dichiaratamente gay (Cyrus Goodman, il Portos all'Athos e all'Aramis di Andi e Buffy) vede Sofia in un ruolo che ha interpretato senza doversi sforzare troppo: quello della teenager consapevole, e sempre al fianco dei suoi compagni di disavventure, al punto da sfidare le convenzioni e arruolarsi nella squadra di basket maschile. Eppure, ha riconosciuto in un'intervista a InStyle, questa consapevolezza è arrivata non senza drammi. In fondo, tutte, in ogni generazione, vogliamo solo essere delle adolescenti come le altre, nella illusoria convinzione che omologarsi sia un viatico alla felicità perpetua. «Non volevo avere i capelli ricci, mi sarebbero piaciuti lisci come tutte le altre. A dieci anni ho iniziato ad usare la piastra, ed è stato uno dei più grandi rimpianti della mia vita. Ho soppresso chi ero, e anche se si trattava di un dettaglio ininfluente come i capelli, era una parte di me. Ha cambiato la mia personalità, e quando a 12 ho deciso che rivolevo i miei capelli al naturale, è tutto cambiato. Quando entravo in una stanza per un provino mi sentivo completamente me, non stavo nascondendo niente per paura che agli altri non sarei piaciuta. Da quel momento ho deciso di voler mostrare alle mie coetanee che tutto ciò che non apprezzano di loro stesse, o qualunque minimo difetto si riconoscono, sono ciò che le rende uniche. Senza, saremmo tutti cloni in un mondo di robot». Ma non solo di semiotica della tricologia, vive la Tik Toker con 7,7 milioni di follower e un profilo Instagram da 2,1 milioni di follower. Dopo le serie su Disney + sono arrivati i film, come Back of the net, e Marvel Rising: Chasing of the Ghosts, dove, come ogni star Disney che si rispetti, seguendo le orme delle fate madrine Christina Aguilera e Britney Spears, mette in mostra le sue dote vocali, esibendosi nel brano Side by Side.

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Certo, però, la fama non è arrivata per caso, come vuole una certa narrativa favolistica che sorprende queste adolescenti mentre erano beatamente impegnate a vivere una vita riflessiva e lontana dagli schermi, ma è stata ricercata, seppur senza ossessioni. Nel 2016, a 14 anni, partecipa ad America's Got Talent, e viene quindi arruolata nel Purpose World Tour come ballerina di Justin Bieber. Oggi, che ha lanciato la sua 4k Dance series, nella quale si esibisce in video danzerecci ispirati ai più famosi musical, da Grease in poi, selezionando i talenti che la affiancheranno attraverso dei casting, l'ultimo passo è stato quello di entrare nei ranghi della IMG Models, praticamente l'ordine dei Templari delle passerelle, per assicurarsi, ovviamente, delle campagne che possano promuovere la sua presenza e la sua fama ad ogni latitudine. Il modello aspirazionale, però, più che Britney e Christina – dive bambine passate entrambe attraverso una fase molto poco woke di eccessi e capelli rasati in stati di offuscamento mentale – è Zendaya, la 21enne delle meraviglie, alla quale guarda, naturalmente, come ad un modello da imitare.

«Ci siamo incontrate sul set del suo show, K.C. Undercover, quando hanno iniziato a registrare la terza stagione. Avevo così tante cose da dirle, e appena l'ho vista, mi è mancato il fiato. Lei e il resto del cast sono stat gentilissimi, ed è bello per me che altri ragazzi rivedano quella stessa attitudine, oggi, nel cast di Andi Mack — specialmente perché non mi vedo come una "Zendaya". Lei è una vera e propria divinità. Sul set ha dato a me e alla mia collega Peyton, che interpreta il ruolo di Andi, molti consigli utili. Ha detto "divertitevi, non lasciate che nessuno vi butti giù, perché allora perderete la felicità nel fare questo mestiere, e smetterete presto. Ma se vi divertite e vi circondate di persone che amate, andrete molto lontano».

Certo, per arrivare alla wokeness di Zendaya – che per il suo 18esimo compleanno, quando noi tutte banali millennial speravamo che le amiche facessero la colletta per comprarci le scarpe con la zeppa di Fornarina, organizzava una raccolta fondi per sfamare 150 bambini nelle Filippine, Tanzania e Haiti grazie alla collaborazione con il programma FeedONE – ce ne vuole, ma la strada è quella giusta, e passa ovviamente attraverso un uso ragionato dei social. «Vedo i miei amici e la mia famiglia che si ossessionano su quanti like e quanti follower e quanti commenti hanno, e la cosa mi rende triste. Non si tratta di questo: voglio poter creare delle connessioni con gli altri, di modo che la mia voce possa avere una maggiore eco. Non voglio deprimermi guardando a tutte queste modelle o chiunque credo sia perfetta, pensando che io non lo sono: si tratta di un ciclo orribile, quindi tento di andare sui social solo per postare qualcosa o per rispondere a chi mi scrive. Voglio condividere amore, e accettazione, quindi provo a rispondere a chiunque mi scriva».

Sembra una trentenne risoluta nel corpo di una sedicenne, questa Sofia, anche se poi si tradisce su Justin Bieber, con il quale ha lavorato. « Mentre ballavo con lui sul palco per la sua tappa in Arizona, mi ha toccato la spalla, chiedendomi quale fosse il mio nome. Non ho mai più lavato quella maglietta, è ancora appesa nella mia camera, e ogni volta che la guardo, ricordo quel momento». Ecco, ora ci si sente più serene: mia nonna avrebbe dato della mollacciona troppo sensibile anche a lei.