La chimica dei sentimenti non è un’opinione: mescolare due glorie del cinema con personalità fortissime come Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni doveva necessariamente sortire un effetto potente, generare una luce che illuminava e scottava tutte le persone intorno a loro. Deneuve e Mastroianni si erano conosciuti a casa di Roman Polanski, nel 1970. Lui era sposato da più di vent’anni con l’attrice teatrale Flora Carabella, con cui aveva avuto la figlia Barbara. Non le era mai stato fedele, ma lo faceva in un modo che dava l’idea di quanto fosse insofferente al concetto di famiglia tradizionale e alla monogamia. Era un atteggiamento spiazzante, per Flora, perché lui non la offendeva con piccoli tradimenti furtivi conditi di bugie ma con lunghe storie che non negava, e in cui coinvolgeva anche il nucleo familiare. Qualche anno prima aveva intrapreso una relazione con la giovanissima Silvana Mangano e poi con Faye Dunaway, conosciuta sul set del film Gli amanti. Quando Faye, che sognava di avere una famiglia, lo aveva lasciato per un altro, Marcello la face chiamare dalla figlia Barbara adolescente per convincerla a ripensarci. Di lui è rimasta celebre la frase “amo così tanto le donne da volerle rendere tutte felici”.

Catherine Deneuve era molto più giovane ma non era ingenua. Quando la sua strada si incrociò con quella di Mastroianni, si era lasciata alle spalle diverse relazioni e sapeva come gestire gli uomini. A 16 anni, sul set de Le parigine, aveva conosciuto il 17enne Johnny Hallyday. Ebbero una storia d’amore breve ma molto romantica che sembra essere riemersa periodicamente e segretamente per decenni. Poi si era innamorata di Roger Vadim, il regista che collezionava amori con le attrici più belle del mondo, che le offrì un ruolo nel film Il vizio e la virtù. Vadim aveva alle spalle due matrimoni, con Brigitte Bardot e Annette Stroyberg: con Catherine non si era sposato ma insieme avevano avuto un figlio, Christian. Nel 1965, Catherine aveva sposato a Londra il fotografo David Bailey, si erano lasciati nel 1967 ma divorziarono tre anni dopo. Poi c'era stato Francoise Truffaut.



Alla cena di Roman Polanski, nel 1970, tra la Deneuve e Mastroianni non c'è stato un colpo di fulmine. Lei, 27 anni, soffriva per la fine della storia con Truffaut, lui, 46, pensava alla Dunaway. Il mal d'amore li distraeva. La scintilla si accese col film che girarono insieme Tempo d'Amore, diretto da Nadine Trintignant. All'inizio, la vivevano segretamente. Erano la classica coppia in cui gli opposti si attraggono. Lui era indolente, un cliché d’italiano "tutto pisolini". Mastroianni dirà poi di Catherine, che era ed è iperattiva e decisa "come una tedesca", che si stancava già solo a guardarla camminare per la stanza. Lei di lui dirà che era “un vigliacco”, specificando sempre che la definizione se l’era data da solo autorizzandola a usarla. "Vigliacco" perché non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciare sua moglie Flora, sposata davanti a Dio. Non lo farà nemmeno nel 1974 quando in Italia entra in vigore il divorzio, i due erano separati già da quattro anni e lei glielo propose. Ma nel frattempo, nel 1972, Deneuve e Mastroianni volevano fortemente avere un figlio insieme e Catherine rimase incinta. L’aneddoto di come Marcello informò la moglie della gravidanza della Deneuve è noto: Flora era sempre passata sopra a tutto, ma quello proprio no. Minacciò di spaccargli un vaso in testa, se fosse nato maschio. Erano tempi in cui il genere del nascituro aveva ancora la sua importanza. Invece nacque Chiara.

Chiara Mastroianni sarebbe poi diventata attrice, mentre la sorellastra Barbara diventerà costumista. Il cinema nel sangue, se te l’hanno trasmesso due mostri sacri, non si diluisce facilmente. La storia d’amore di Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni finì nel 1975. Quando la fiammella della passione si stabilizza al minimo, le differenze inconciliabili, all’inverso, scottano di più. Inconciliabili erano anche quei 20 anni di differenza d'età. Ma il sogno della famiglia allargata di Marcello Mastroianni, in fondo, si realizzò. Con Catherine Deneuve rimase un buon amico. La figlia Chiara accompagnava sul set un po’ l’uno, un po’ l’altro e andava al cinema con loro, a volte tutti e due insieme, come quando Marcello stava girando in Sud America e decisero di incontrarsi tutti a Los Angeles per andare a vedere E.T. I due ex innamorati si misero a discutere perché Chiara, seduta fra la madre e il padre era, scoppiata a piangere quando E.T. viene inseguito nel bosco e Marcello voleva portarla fuori mentre la madre voleva che vedesse il film fino alla fine. La spuntò la Deneuve. Ma la famiglia era ancora più allargata. Flora Carabella, alla fine fece conoscenza con Catherine e la trovò persino simpatica. Si affezionò a Chiara, che era pur sempre la sorellastra di sua figlia. Formarono un grande clan fino alla scomparsa di lui, il 19 dicembre del 1996. Quel giorno, mentre lui si spegneva a Parigi a causa del cancro al pancreas che non gli aveva lasciato speranze, a tenergli la mano c'erano le figlie Barbara e Chiara e la sua ultima compagna, Anna Maria Tatò. Ma c'era anche lei, Catherine Denenuve, che ancora oggi, quando parla di Marcello Mastroianni sospira: “è stato il mio grande amore”. Forse, non è l’unica a dirlo.