Ci sono vari modi casuali per imbattersi in un articolo che parla di crociere, ma porre a Google la domanda "quando riprenderanno le crociere Cunard" vuol dire far parte della categoria degli affluent, il termine che ha sostituito il volgare “ricco” e anche il polveroso acronimo “vip”. La Cunard, che nel 2020 ha compiuto 180 anni proprio mentre tiene in sospeso i suoi viaggi per cautela, è una delle più vecchie (e delle più costose) compagnie di crociera del mondo, oltre a esser la più antica del Regno Unito. Sicuramente la più snob. La sua storia affascinate si intreccia con altri leggendari avvenimenti della sua epoca di fondazione, il 1840, ai margini della Prima Rivoluzione Industriale di cui le grandi navi sono figlie. Per i curiosi, è l’anno in cui la regina Vittoria sposa il principe Albert, nascono lo scrittore Émile Zola e lo scultore Auguste Rodin e muore il musicista Niccolò Paganini. Sulle navi Cunard hanno viaggiato nobiltà e star di Hollywood, magnati e membri di famiglie storiche, ed è a bordo delle sue navi che nascerà l’arte della mixology alcolica, come cura – surreale – al mal di mare. Ma non è l’unico aneddoto legato a questa compagnia entrata nella leggenda.

actress elizabeth taylor pictured on the deck of the 'ss queen mary' holding her pet french poodle 'teeny', at southampton, september 4th 1947 photo by keystonehulton archivegetty imagespinterest
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Liz Taylor a bordo della SS Queen Mary a Southampton nel 1947.

Tutto iniziò nel 1939, quando Mr. Samuel Cunard fu il primo nel Regno Unito a ottenere la concessione britannica per produrre una nave a vapore transatlantica per il servizio postale e passeggeri. L'anno successivo, insieme all'armatore Sir George Burns, Cunard fondò a Glasgow la British and North American Royal Mail Steam-Packet Company. Il 4 luglio 1840, dalla costa scozzese, salpò la prima nave, la Britannia, diretta verso gli Stati Uniti con 82 membri dell'equipaggio e 63 passeggeri, tra cui Sam Cunard stesso e sua figlia. Gli interni erano lussuosi, ma le attività ricreative per i passeggeri, svegliati alle 5 di mattina, sono assenti. La noia fra un (abbondante) pasto e l’altro spinge inevitabilmente verso il bar, dove si scopre che whisky e brandy leniscono il mal di mare. Visto che non c’è di meglio, viaggiare su questa e le altre tre navi di linea Cunard è però piacevole. Il successo è strepitoso e Cunard vince il Blue Riband, il riconoscimento per il viaggio atlantico più veloce, per oltre 30 anni di fila. Nel 1865 Samuel Cunard muore soddisfatto, ma nel 1870 i suoi eredi si incagliano - metaforicamente – in un problema di concorrenza: la nascita della White Star Line. Per chi si è trovato più di una volta a versare lacrime sul divano per l’ennesimo re-run di Titanic con Leo DiCaprio e Kate Winslet, il nome della White Star è fin troppo familiare. Ma il naufragio del secolo era ancora lontano e per far fronte alla concorrenza della nuova e ambiziosa compagni di viaggi (e a quella della meno preoccupante Inman Line), la Cunard fu costretta a cercare capitali per riorganizzarsi. Una buona parte glieli fornì, per patriottismo, il governo britannico quando nel 1902 la White Star diventò di proprietà americana. Questo permise alla Cunard di varare fra il 1904 e il 1906 - con madrine la graziosa Duchessa di Roxburghe dall’ampio cappello piumato e Charlotte, la moglie del cofondatore della Cunard, Sir Burns – le navi gemelle Lusitania e Mauritania, che con i loro 240 metri di lunghezza e quasi 27 di altezza erano le prime navi grandiose, e in assoluto, le strutture mobili più grandi del mondo. (N.B.: sì, la Mauritania è la nave su cui si imbarca Terence Granchester per andare in America in una delle scene più strappalacrime dell’anime cult Candy Candy del 1975).

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Marlene Dietrich nel 1950 a New York a bordo della Queen Elizabeth.

È un’epoca d’oro in cui tutto sembra volgere verso un futuro radioso. Le navi Cunard pullulano di membri delle famiglie aristocratiche, di star di Hollywood e di nouveau riche, il dress code è obbligatorio giorno e notte. Ora non sono più brandy e whisky a scorrere a fiumi, ma lo champagne. Sulle prime navi Cunard, quando la noia imperava, era nata l’arte della mixology per divertirsi a sperimentare drink dai gusti nuovi dando vita ai primi cocktail, ma questo comportava la necessità di imbarcare a ogni partenza circa 10mila bottiglie di liquori, uno sproposito. Le cose non migliorarono nemmeno durante il proibizionismo, perché le compagnie avevano ottenuto il permesso di imbarcare liquori che il medico avrebbe distribuito come terapia alla nausea (che così, coglieva tutti). Sul Britannia, nel 1842 aveva viaggiato anche Charles Dickens, l'autore di Oliver Twist e David Copperfield, e si era lamentato del tasso alcolico generale raccontando che persino il cuoco di bordo, un giorno, era stato trovato così ubriaco da non riuscire a svegliarlo. Fu per questi incidenti di navigazione che lo champagne è poi diventato l’alcolico tradizionale delle crociere, più leggero e più costoso, non si presta al consumo esagerato. Intanto la White Star, anche se tre anni dopo la fondazione aveva subito il naufragio della Halifax e nel 1909 quello della Republic, rispondeva colpo su colpo varando il suo gioiello, il Titanic. Il destino è così sarcastico che quando nella notte del 15 aprile 1912 il famoso transatlantico, rincorrendo il mito del premio Blue Riband, ingranò l’acceleratore e si infranse contro un iceberg, a recuperarne i 705 superstiti fu proprio una nave della rivale Cunard, la Carpathia.

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1949, Southampton, a bordo della Queen Elizabeth Fred Brisson e la moglie Rosalind Russell, Gregory Peck e la moglie Greta.

Neanche tre anni dopo il naufragio del Titanic, il 7 maggio 1915 il Lusitania della Cunard viene affondato da un sottomarino tedesco a 11 miglia al largo della costa meridionale dell'Irlanda (le vittime sono 1.198 passeggeri e l’equipaggio) e diventerà due anni dopo il casus belli per l’ingresso degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale. Nel 1920, a guerra ormai conclusa, non c’era pace per la compagnia britannica. Spuntò la concorrenza degli armatori tedeschi, italiani e francesi con grandi navi di prestigio e poi la Grande Depressione economica. Cunard sospese la costruzione di nuove navi ma nel 1934 il governo britannico gli offrì ingenti prestiti per realizzare le prime navi con i nomi delle regine, Queen Mary e Queen Elizabeth, e per acquisire la ormai moribonda White Star. Finì così l'antagonismo con la nemica storica, che non si era mai ripresa dal disastro del Titanic. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Cunard ridiventò la più importante linea passeggeri dell'Atlantico, con 12 navi verso gli Stati Uniti e il Canada. Ma anche stavolta ci si mise di mezzo la concorrenza, e stavolta era spietata: nel 1958 nacquero le compagnie aeree di linea. I viaggi in nave non erano più competitivi.

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Judy Garland arriva a New York da Londra nel 1951 a bordo della Queen Elizabeth.

I vertici della Cunard fecero un tentativo di spostare l’attività dalle acque ai cieli fondando due compagnie aeree, ma capirono presto che non era roba per loro. È a questo punto che Cunard si prese una pausa per sviluppare un progetto più nelle corde della propria tradizione: le crociere di alta gamma. Oggi la Cunard Line ha tre navi, la Queen Elizabeth, la Queen Mary 2 e la Queen Victoria ed è circondata da un alone di leggenda per i britannici e gli americani. A bordo delle navi Cunard, quando non c’era altro modo per solcare l’Atlantico, hanno viaggiato divinità di Hollywood come Liz Taylor, Charlie Chaplin, Judy Garland, Cary Grant, Ginger Rogers, Duke Ellington, David Niven, Bing Crosby, Joan Crawford, che indossando mise mozzafiato e gioielli abbaglianti alle serate di gala – dal primo varo del 1840 molte cose erano cambiate a bordo, e la noia non imperava più – hanno permesso alle grandi agenzie fotografiche di riempire i loro archivi di scatti di repertorio che sono preziose testimonianze del divismo d’epoca. E di conferire alla Cunard un'allure che non ha perso mai. Nemmeno nel 1974, quando sulla Queen Elizabeth si forò il serbatoio dell’acqua. E sarebbe stato un viaggio imbarazzante se il capitano, per centellinare quella potabile rimanente, non avesse distribuito ai passeggeri così tanto champagne che i gentleman lo usarono anche per radersi.