Diana Rigg è morta a 82 anni ma la piangono in tanti, tantissimi di decenni più giovani di lei perché probabilmente neanche lei, fino a pochi anni fa, avrebbe mai immaginato di tornare a essere un idolo delle nuove generazioni grazie a quel personaggio che tutti i fan del Trono di Spade hanno amato alla follia per una scena indimenticabile: la spudorata confessione (attenzione: spoiler!) di aver avvelenato lei l'insopportabile Joffrey Lannister, fatta un attimo prima di essere giustiziata dal fratello Jamie Lannister. Diana Rigg, che era stata la divina Emma Peel della prima edizione degli Avangers negli anni 60 (e per 16 anni a seguire), che era stata una Bond girl con i fiocchi in Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà, si è ritrovata nel secondo decennio del futuristico, per lei, nuovo millennio protagonista di meme social in cui è raffigurata col costume di Lady Olenna, e la dida "Thug Life", amata, amatissima da tutti.

Nata nello Yorkshire nel 1938, Diana Rigg ha vissuto anche in India con la famiglia. Il debutto da attrice risale al 1957, una lunga carriera in teatro come vuole la tradizione degli attori inglesi, passando da Shakespeare a My Fair Lady a Broadway. Era approdata alla tv nel 1960 quando è stata scelta per il ruolo di Emma Peel in The Avangers ed è diventata famosa nel modo esagerato e irripetibile che si poteva raggiungere solo al tempo, così celebre da far storcere il naso quando il suo ruolo è stato interpretato da Uma Thurman (è tutto dire) nel film remake del 1998. Il ruolo di Teresa in 007 lo ha invece interpretato nel 1969. Ha lavorato sempre, senza smettere mai e restando sempre al passo con i tempi e con le novità, accettando di girare come guest star una puntata della serie Doctor Who nel 2013 ed entrando nello stesso anno nel cast della terza stagione del Trono di Spade.

Grazie al suo carisma strepitoso, l'astuta Lady Olenna è diventata uno dei personaggi più amati della serie e le è valso la nomination agli Emmy per due anni di seguito. Un personaggio, quello di Lady Olenna Tyrell che per qualche verso, forse, le somigliava: quando negli anni '60 si è legata per otto anni con il regista Philip Saville, suscitando un po' di scandalo perché lui era già sposato, dichiarava ai giornali di non avergli fatto alcuna pressione per divorziare dalla moglie e sposare lei perché non aveva alcun desiderio di essere "una donna rispettabile". Ci mancherà tanto, troppo, e il modo migliore per celebrarla, oggi, è un bel rerun di quella settima stagione di Games of Thrones, l'ultima in cui compare, e al momento giusto, mettere una mano sul cuore per lei.