Anche le regine nella loro grandezza si arrabbiano e la regina Elisabetta II non fa eccezione. Non era mai successo che i 20 membri del suo staff nella residenza di Sandringham, nel Norfolk, dove la sovrana trascorre da sempre il Natale, annunciasse di non voler trascorrere le festività di fine anno in isolamento con lei a causa delle misure anticontagio che Elisabetta sta osservando per la sicurezza nazionale. Non c'è da biasimarli: accettare di lavorare per il Natale della royal family significherebbe rimanere isolati all'interno del castello per quattro settimane soggiornando lì, senza poter uscire e vedere i propri familiari nemmeno per un brindisi, perché ogni contatto richiederebbe, al rientro da casa, la quarantena e la necessità di un tampone.


La regina l'ha presa malissimo, è furiosa perché è molto abitudinaria, detesta cambiare i programmi stabiliti dalle consuetudini e negli ultimi 33 anni non ci sono mai stati imprevisti che le impedissero di fare il Natale a Sandringham. Ma stavolta il gruppo di domestici, manutentori, addetti alle cucine e alla lavanderie non ha nessuna intenzione di accettare di lavorare per lei, il principe Filippo e gli altri ospiti della famiglia reale che vivranno in quella che lo staff e la stampa inglese ha già definito "royal Covid Christmas bubble". Cosa succederà ora? Semplicemente, la regina dovrà trascorrere il Natale nel castello di Windsor, dove ha trascorso il lockdown della scorsa primavera e che voleva sinceramente evitare "per cambiare un po' aria". Ma si tratta di una residenza così smisurata (ha più di mille stanze) che l'unico suggerimento che le si può dare è quello di organizzare i festeggiamenti in un'ala in cui magari non mette piede da anni (sì, ce ne sono... ), per avere la sensazione di trovarsi in un posto tutto nuovo.