Profetico, prevedibile, premeditato. Potremmo definire così questa manciata di frame che arrivano dal lontano, okay non troppo, 1987 a oggi, sugli schermi delle nostre tastiere capacitive, tra uno scroll e l’altro di brand indie di moda su Instagram. Il video del principe Harry da piccolo, in una macchina dai vetri oscurati, non troppo oscurati, scuri al punto giusto da rendere visibile una delle scene più dolci e, al tempo stesso, da magone immediato della storia della royal family inglese moderna. Lady Diana accanto a lui lo abbraccia, lo tira a sé quando baby Harry si accorge dei paparazzi appostati fuori dalla vettura, pronti a fotografarli, pronti a scaraventare su di loro una cascata di flash, come ogni giorno.

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Una linguaccia che dura infiniti secondi, divertita e pennellata da un velo di tristezza negli occhi di quello che era solo un bambino, a cui toccherà un destino difficile. Mamma Diana Spencer se ne accorge e lo allontana amorevolmente dal finestrino, ma ormai il dado è tratto, il danno è fatto, la guerra di Harry contro i mass media è iniziata. E un video oggi vintage ne è la prova. Oggi ci chiediamo perché Harry e Meghan Markle abbiano scelto una vita da comuni mortali, perché si siano spogliati di tutto (o quasi), perché abbiano deciso di abitare in un Continente diverso rispetto al Regno Unito e, soprattutto, perché del figlio Archie non si hanno che pochissime testimonianze fotografiche. Spesso critichiamo, restiamo sbalorditi, forse diamo loro persino degli “ingrati”, ma la verità è che forse non sappiamo cosa significhi nascere con la camicia… E un profilo buono da prestare sempre ai paparazzi.