“Mi scuso se qualcuno si è sentito offeso dalle mie parole”, oppure “mi dispiace se qualcuno ha male interpretato le mie parole”. Quando ci capita di ricevere scuse come queste spesso non ci accorgiamo che non sono vere scuse ma cordiali insinuazioni sulla nostra suscettibilità, alle quali magari rispondiamo anche: “ok, acqua passata”. L’arte di chiedere scusa ha mille sfaccettature, a usare con maestria queste due presunte frasi sul perdono sono spesso i politici, maestri dell’oratoria incantatrice che calibrando le parole riparano le crepe nella loro immagine rivolgendosi agli elettori, a un avversario, a volte ai loro coniugi, senza che questo sembri pesargli molto. I personaggi pubblici hanno molto da insegnarci su come porgere le scuse, a cominciare dallo spirito con cui (grazie anche alla maggiore faccia tosta) le scelgono come il male minore fra il guaio da farsi perdonare e calpestare il proprio orgoglio.

Iniziando con i politici, il film Frost/Nixon racconta il duello televisivo con cui il giornalista David Frost ha messo nell’angolo l’ex presidente Richard Nixon per indurlo a fare ciò che non aveva ancora fatto, a tre anni dalle dimissioni che gli evitarono l’impeachment per lo scandalo Watergate: ammettere le sue colpe e scusarsi con il popolo. Non si è mai capito, neanche riascoltandolo, se l’abbia mai fatto. Ai politici capita però di doversi scusare anche con le mogli, oltre che con gli elettori. Quando scoppiò lo scandalo Monica Lewinsky, Bill Clinton si dovette scusare pubblicamente 1) con la stagista con cui aveva avuto rapporti troppo intimi, 2) con il popolo americano. Ma la vera tigre da affrontare fu sua moglie Hillary. Lei stessa racconta nelle sue memorie la notte in cui lui ha deciso di confessare che le accuse erano vere e come, mentre lei urlava, riuscì a convincerla che a ogni modo, dovevano restare uniti perché separati avrebbero perso forza entrambi.

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MANNY CENETA




Un altro politico associato spesso al concetto di scuse è Justin Trudeau. Nel 2018 la BBC si chiedeva se il premier canadese non si stesse scusando un po’ troppo per tutto. Sei mesi dopo l’elezione si è rivolto ai discendenti dei passeggeri della Komagata Maru, una nave giapponese ai cui 376 passeggeri sikh, musulmani e indù fu negato l'ingresso in Canada nel 1914 in base alle leggi sull'immigrazione dell'epoca, poi per quando nel 1939 il Canada ha respinto gli ebrei in fuga dalla persecuzione nazista; poi per quando è saltata fuori una foto in cui si era tinto la faccia di nero per mascherarsi, e poi molte altre volte. Secondo la BBC, basterebbe anche meno. Nello show business le scuse pubbliche fioccano ogni volta che una celebrity alza il gomito e, privato dei freni inibitori, spara qualcosa di razzista, antisemitico o di omofobo o semplicemente dà fuori di matto, per poi chiedersi in pubblico e con il capo coperto di cenere come è potuto saltargli in mente di dire cose del genere. Capitò persino a Reese Witherspoon che nel 2013, fermata dalla polizia di Atalanta mentre era alla guida un po’ brilla, reagì con il classico “lei non sa chi sono io”, ripresa dalle telecamere di sicurezza stradale mentre gli inveiva contro insieme al marito James Toth. Reese è stata bravissima a scegliere le frasi per scusarsi durante il popolarissimo programma Good Morning America: "È del tutto inaccettabile”, disse subito come se parlasse di un’altra persona, “siamo così dispiaciuti e imbarazzati, non sarebbe mai dovuto accadere", per poi recuperare terreno l’anno dopo e autoassolversi con un bel: "Fa parte della natura umana. Ho commesso un errore".

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Anche Hugh Grant ha dimostrato di essere un maestro di frasi sul pentimento. Nel 1995 fu sorpreso a Hollywood dalla polizia intento in atti osceni, in auto con una prostituta, e per scusarsi con l’universo intero scelse il Tonight Show di Jay Leno, il quale gli chiese, "Hugh, ma che diavolo stavi pensando?". E lui ha risposto "sarebbe bullshit nascondersi dietro delle scuse: ho fatto una brutta cosa, tutto qui”. Nel 2008, invece, Naomi Campbell scatenò l’inferno nell'aeroporto di Heathrow perché il suo bagaglio era andato smarrito e oppose resistenza alla polizia che l'arrestava. In seguito, si è scusata con i poliziotti, con i passeggeri, con i suoi fan. Ma ha accusato la compagnia di “razzismo”, e ancora non si capisce perché.

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E ancora: Kristen Stewart, nel 2012, ha avuto il momento-scuse e ha affrontato il quesito “come farsi perdonare da un ragazzo” quando i paparazzi la pizzicarono a baciarsi con il regista Rupert Sanders. Il ragazzo da cui farsi perdonare era Robert Pattinson. "Sono profondamente dispiaciuta per il dolore e l'imbarazzo che ho causato a coloro che mi sono vicini e a tutti quelli che ne sono stati colpiti", disse Kristen. "Questa momentanea indiscrezione ha messo a repentaglio la cosa più importante della mia vita, la persona che amo e rispetto di più, Rob. Lo amo, lo amo, mi dispiace tanto." Praticamente, non disse nulla. Infatti - prendere nota - la storia non andò molto oltre.
Infine il conduttore David Letterman se la vide brutta quando nel 2009 confessò in tv di aver avuto relazioni con un certo numero di donne nel suo staff. Come gli fosse saltato in mente, non si sa. Ma dovette mettere insieme un po’ di frasi per riconquistare il suo pubblico, e anche sua moglie: "Sono terribilmente dispiaciuto di aver messo lo staff in quella posizione", ha detto. "Mia moglie, Regina, è stata terribilmente ferita dal mio comportamento... Lasciate che ve lo dica, gente, me la sono vista brutta". Beh, era il minimo che dovesse aspettarsi.