La riflessione arriva dagli Usa: molti anni prima del #metoo, a lanciare le prime denunce contro gli ambienti di lavoro infestati dai ricatti sessuali è stata l’ex modella Carré Otis. Breve momento #tb: a fine degli anni 80, all’opinabile domanda “chi è la donna più bella del mondo” era probabile che la maggior parte degli uomini e donne, un po’ ovunque nel mondo, rispondessero: Carré Otis. Dal 1992, poi, l’idea che fosse sposata con l’uomo più sexy di quegli anni, Mickey Rourke, era quasi stucchevole e vederli insieme suscitava la sensazione di qualcosa di ultraterreno. Tanto che un film banale come Orchidea selvaggia, del 1989, riscosse un buon successo esclusivamente per la loro torbida presenza (facendo però aggiudicare a entrambi le nomination dei Razzie Awards come peggiori protagonisti dell’anno).

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Carre Otis con l’ex marito Mickey Rourke



A bilanciare l’estetica perfetta, comunque, ci pensavano le indiscrezioni sulle turbolenze della loro vita quotidiana macchiata dai litigi violenti e alcolismo. La coppia divorziò nel 1998, e nel 2011, come ricorda Models.com, Carré Otis vuotò il sacco su altri lati oscuri di quegli anni apparentemente dorati con un libro, Beauty, Disrupted, dove l'ex modella ha dettato la sua storia allo scrittore Hugo Schwyzer. Nel libro troviamo, nero su bianco, le dichiarazioni di aver subito, quando aveva 17 anni, molestie sessuali da parte di Gérald Marie il presidente dell’agenzia Élite che l’aveva messa sotto contratto. Uno dei tanti motivi di disagio, a sua detta, per cui prese troppo peso per poter lavorare ancora, fino a quando non è stata rivalutata come modella per taglie forti.

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Carre Otis con Donald Trump

Il suo j’accuse, al tempo era ancora un caso isolato e solo otto anni dopo, con l'esplosione del #MeToo, è diventato un atto pionieristico a cui hanno fatto seguito altre denunce. Dieci anni dopo l'uscita del memoir, Rosie Daly di Models.com l’ha intervistata per decifrare insieme, se ci sono, le risposte alle domande: è stato fatto abbastanza? Come e quando dovrebbero parlare coloro che hanno subito aggressioni o molestie?

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Carrie Otis sulle passerelle della New York Fashion Week nel 1991



Nell’intervista, Carré Otis, che oggi ha 52 anni e una sontuosa chioma grigia, ha dato alcuni consigli che possono sembrare retorici ma che, ancora oggi, non lo sono, anzi. Carre ha spiegato come, quando si è giovani, si crede che le cose non cambieranno mai sia nel buono che nel cattivo, mentre la vita lavorativa di una modella, tranne felici eccezioni, potrebbe non durare per sempre. Ha sconsigliato i genitori dal prestare i loro figli al mondo della moda quando sono troppo giovani, perché “sono necessari ancora molti cambiamenti per garantire che sia un luogo sicuro per tutti”. Si è raccomandata vivamente di affidarsi a un agente rispettabile (“non sempre facile da trovare”) ma nessun agente serio sarà mai una garanzia solida quanto un genitore costantemente al fianco del minore. Infine, ha messo in guardia su un paradosso: che a sua detta gli abusi “ci sono ancora, e non è una buona notizia che possano essere solo più sotto copertura di prima”. Un effetto collaterale del #metoo al quale, se vero, forse non avevamo pensato?

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Carre Otis sulla passerella di Donna Karan nel 1994

La giornalista ha chiesto infine a Carré Otis cosa ha imparato dalla sua ricerca di giustizia che dura ormai da molto tempo. “Ognuna delle nostre storie merita di essere ascoltata e riconosciuta", ha risposto l'ex modella, "non sai mai come il tuo coraggio potrebbe influenzare quello di un altro". E ha concluso che non ci sarà un vero cambiamento fino a quando i leader del settore non si iscriveranno tutti al Model Alliance Respect, il programma stilato dall'organizzazione Model Alliance che richiede con forza "Trattamento equo. Pari opportunità. Pratiche sostenibili".

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