"Adesso ci penserò io, Isabel" "Non ne dubito, Jackie". È il primo scambio tra le titaniche protagoniste Susan Sarandon e Julia Roberts in Nemiche amiche, e già dà la perfetta misura della lotta verbale lungo due ore di film. Non è una delicata e affettuosa presa in carico di un'incombenza. È la riappropriazione di un ruolo specifico e totale prima di tutto e tutti. La madre perfetta, invincibile, indimenticabile. La trama di Nemiche amiche è la più classica delle contrapposizioni tra donne diversissime: Susan Sarandon è Jackie, ex dipendente di una casa editrice, la mater che non dimentica mai un appuntamento di calendario, conosce a menadito gusti e pensieri dei bambini e sembra dedicata incessantemente all'educazione dei due figli, Ben di 7 anni con aspirazioni da mago vivace, e la quasi adolescente Anna di 12, alle prese con le prime ribellioni. La non-madre ma matrigna per forza, la stepmom del titolo originale inglese, è Julia Roberts nei panni di Isabel, nuova compagna dell'ex marito di Jackie Luke (Ed Harris), fotografa di successo nella moda e con una vita troppo frenetica, e un istinto di cura impalpabile, per incontrare il favore dell'inflessibile madre e degli stessi bambini. La scoperta di Jackie di avere un cancro costringerà lentamente le due donne a smettere di attaccarsi a vicenda e modificare il loro rapporto, con sempre maggiore consapevolezza dell'inevitabile e doloroso passaggio di testimone.

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Nemiche amiche è uscito nel 1998, diretto da Chris Columbus. Un regista esperto in dramedy, laddove si tratti di divertentissime storie di piccole pesti con una morale (Mamma, ho perso l'aereo è suo) o storie famigliari semicomiche en travesti dai forti sentimenti (di divorzio si era già impegnato in Mrs Doubtfire). Benedetto dallo stato di grazia di due superstar di livello come Julia Roberts e Susan Sarandon, il film si regge principalmente sugli scambi velenosi e i confronti serrati tra le due protagoniste, in grado di ammorbidire lentamente espressioni, gesti e delicatezze senza mai sfociare nel rischiosissimo patetico. E dire che il personaggio di Isabel era stato scritto avendo in mente Molly Ringwald, l'attrice di The Breakfast Club, Pretty in Pink e Sixteen Candles degli anni Ottanta. Ma Roberts e Sarandon, che si stima(va)no a vicenda ed erano (sono) amiche nella vita reale, cercavano da tempo uno script che potesse averle in scena insieme. La sceneggiatura, ben rimaneggiata perché la prima scrittura non le convinse, mostrò il suo potenziale molto rapidamente. Altro lo fece il casting, cui la stampa diede alto risalto pestando sul gossip: "Quando fai un film con un uomo, tutti pensano che scopiate. Se lo fai con una donna, tutti pensano che litighiate" raccontò Sarandon a Entertainment Weekly nel 1998. Vent'anni dopo, con un tweet, fu l'attrice premio Oscar per Dead Man Walking a rivelare che la presunta faida tra attrici era stata montata ad arte dal suo PR, partendo dalla credibilità dei loro contrasti e le frecciatine antipatiche. Tipo quella (celebrativa, in un certo senso) che Jackie indirizza a Isabel per interposta persona, quando vede sua figlia con un rossetto che le ha prestato la stepmom: "Questo genere di colore lo portano solo le Invece è stata proprio l'amicizia a permettere certi scambi, rivelò Roberts in un'intervista promozionale da Rosie O'Donnell: "C'è una rete di sicurezza per cui sai che non farai male a nessuno, non la prenderanno personalmente... Ci conosciamo troppo ben per cadere in quella trappola". In mezzo alle schermaglie si piazza il personaggio maschile del film, non un pater integerrimo come la sua primaria controparte. Lo svela una battuta all'inizio del film: la frequenza di donne avute da Luke dopo la separazione da Jackie (e conosciute di vista anche dai suoi figli) è stata alta, ma da un anno frequenta Isabel e sembra realmente intenzionato ad una storia seria. La salute di Jackie è in bilico ma non l'ha ancora rivelato a nessuno quando Luke chiede a Isabel di sposarlo. La scena della romanticissima proposta di matrimonio domestica è stata pensata da Julia Roberts e scritta da Ed Harris dopo una prima improvvisazione (nel film il gioco dell'impro è uno dei pilastri del rapporto Sarandon-Roberts) particolarmente emotiva: "Stavamo facendo le prove e Ed stava dicendo delle cose che hanno fatto suonare qualcosa dentro di me. Mi è venuta un'idea e sono andata a darla a Chris, che l'ha acconciata per bene e ha fatto questa scena pazzesca, Ed è così toccante e brillante in tutto quello che fa. Mi sono solo dovuta sedere e cercare di sembrare assonnata e carina" raccontò Roberts da Oprah Winfrey.

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La caratterizzazione delle diverse personalità delle due donne protagoniste passa anche dal guardaroba. Il look di Julia Roberts in Nemiche amiche è da saccheggiare da capo a piedi: pure New York essential. Come nemmeno i power suits di Cynthia Nixon in Sex And The City (che uscì proprio quell'anno), i tailleur rigorosi di CJ in West Wing o i look manageriali di Rachel Green in Friends riuscirebbero ad essere. La quintessenza della fotografa creativa e minimalista: camicie bianche custom-made, pantaloni di pelle morbida sotto blazer a tre bottoni e colletti importanti, stivali di Gucci e scarpe Jil Sander, micropullover di cashmere sottilissimo, trench lineari, un orologio Cartier Tank Francaise in acciaio che porta, indolentemente, legato al grembiule in camera oscura. Più casual il cappotto vintage anni 70 (dell'unica linea inventata dal cantante Sammy Davis Jr negli anni 70, e ripescato dalla costumista in un mercatino delle pulci), i cappellini colorati per affrontare il freddo newyorkese, i cargo pants indossati in casa mentre seleziona dei provini.

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Per la Jackie di Susan Sarandon, è stato invece studiato il versante opposto del fashion style. Niente di modaiolo, molto di tradizionale: rappresentare l'ideale di madre calorosa e accogliente passa attraverso una palette di colori autunnali molto caldi, resi in pantaloni comodi, gonne a pieghe un po' old-style, maglioni fatti a mano, bluse in cotone, giubbotti pratici abbinati a sciarpone avvolgenti, pigiami over dal taglio maschile in tessuto morbido come un abbraccio. Anche gli abiti servono a evidenziare lentamente il progresso della malattia di Jackie, che Susan Sarandon ha reso perdendo quasi sette chili durante le riprese: le maglie più scollate evidenziano le clavicole, il seno è stato compresso sotto reggiseni contenitivi, bande elastiche sugli avambracci l'hanno appesantita e fatta sembrare sempre più affaticata. Chris Columbus ha dichiarato di essersi ispirato, e di aver voluto dedicare il film, alla madre, morta di cancro l'anno prima delle riprese. La finzione che si mescola alla realtà, travolge la razionalità e piega alle lacrime di fronte all'inevitabile. Lo sappiamo, arriverà, ma in un atto estremo di delicatezza non viene svelato. Fermano il tempo le foto e la canzone di Nemiche amiche, Ain't no mountain high enough di Marvin Gaye e Tammi Terrell, grande classico soul anni 60. Nessuna montagna è troppo alta da scalare.