Un'altra donna della famiglia di Kamala Harris è finita sotto i riflettori. Dopo la figliastra modella Ella Emhoff, stavolta si tratta della nipote Meena Harris, già nota prima dell'elezione alla vicepresidenza di sua zia come avvocata e scrittrice per bambini. Le donne Harris hanno tutte qualcosa di particolare e si danno da fare a smontare i pregiudizi sul genere femminile sparsi ancora un po' ovunque nel mondo: dalla madre della neovicepresidente degli Stati Uniti Shyamala Gopalan, eminente oncologa e ricercatrice sul cancro al seno, alla nonna Rajam Gopalan, attivista per la contraccezione in India. E poi c'è Maya Harris, sorella di Kamala, avvocata impegnata nei diritti civili, madre di Meena Harris che in questi giorni è al centro di una polemica istituzionale.

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La nipote di Kamala Harris, Meena Harris, o per esteso Meenakshi Ashley Harris West è nata nel 1984 quando sua madre Maya aveva 17 anni, non è stato reso noto chi sia suo padre. Meena è stata cresciuta in famiglia, soprattutto quando sua madre è andata a frequentare la Stanford University dove ha conosciuto anche il futuro marito Tony West. Anche Meena si è laureata in legge alla Stanford nel 2006 e ha conseguito l'abilitazione da avvocata ad Harvard. Più che perorare cause in tribunale, però, si è poi imbarcata nelle imprese straordinarie tipiche delle Harris: tra le varie cose, ha fondato un'azienda di moda consapevole chiamata Phenomenal attraverso la quale ha lanciato una campagna di promozione per l'eccellenza educativa, l'equità sanitaria e la parità di genere nelle materie STEM, con ambassador come Serena Williams, Jessica Alba, Mark Ruffalo, Viola Davis e Rosario Dawson. Il primo libro per bambini lo ha pubblicato nel 2020 e si intitola Kamala and Maya's Big Idea, storia ispirazionale di sua madre e sua zia.



Poi è arrivata la candidatura di sua zia alla vicepresidenza e Meena, che ha un profilo Instagram da 812mila follower, ha lavorato come consulente senior nella campagna elettorale. Come è andata lo sappiamo tutti, ma ora Meena Harris è al centro di una controversia che l'ha messa nell'angolo. Così come Ivanka Trump ha fatto l'errore di sfruttare l'elezione di suo padre alla presidenza, nel 2016, per promuovere il suo brand (famosa l'ospitata al programma 60 Minutes dove ha cercato di far notare un bracciale da 10mila dollari da lei disegnato), a Meena è stato chiesto di non usare più l'associazione di idee tra lei e la zia per dare più peso alle sue iniziative e al suo marchio personale. Se finora questo non rappresentava un problema, ora gli avvocati della Casa Bianca l'hanno informata che non sarebbe più "etico" e che deve seguire nuove regole, cosa che ha messo in subbuglio i suoi collaboratori e stravolto i piani già avviati. Uno dei legali ha persino biasimato il nome e la biografia della vicepresidente sul primo libro di Meena Harris, ma il team legal ha poi ammesso che alcune cose non possono essere annullate e che le nuove disposizioni varranno nel comportamento di Meena da qui al 2024. A cominciare dallo smettere di definirla ovunque, quando parla di Kamala Harris, "Vicepresidente Aunty", la zietta vicepresidente.