La gratitudine è un sentimento prezioso. E così raro. E, oggi, entrando nel racconto di quella che è stata la seconda serata del Festival di Sanremo, non posso che partire da qui: da un dettaglio minuscolo, ma gigantesco del monologo della compagna di viaggio di Amadeus ieri sera- con social impazziti a ogni sua uscita, cambio d’abito, performance, parola o sospiro pronunciato - Elodie. Oggettivamente bellissima. Un punto di luce perfetto al centro del palco.

Era ormai la fine della serata quando si è presa la scena raccontando di sé, della sua infanzia difficile di borgata, di un sogno di musica che via via vedeva svanire per un contesto senza possibilità e strumenti: “Ho sempre voluto fare questo mestiere, ma lo vedevo come un sogno troppo grande. A vent’anni avevo deciso di non fare più niente, la musica per me era già finita” - e qui entra in gioco la magia della gratitudine, che prende forma con dolcezza: “Un giorno ho fatto un incontro fortunatissimo, quello con Mauro Tre, un musicista, un pianista jazz: questa sera è con me sul palco. L’ho voluto qui, con me oggi - gli si avvicina dicendogli dritto, occhi lucidi per entrambi - ci tenevo a ringraziarti proprio in uno dei miei momenti più importanti, volevo dirti grazie perché grazie a te mi sono data una possibilità dove non me la sono data io… Io son stata la prima ad avere un pregiudizio su me stessa. La vita, la musica - questo mi hai insegnato - è che non bisogna sentirsi all’altezza delle cose, bisogna farle e poi si aggiusta in corsa, si possono fare le cose, io probabilmente non sono all’altezza di questo palco, dell’orchestra, di tutta questa attenzione, ma essere all’altezza non è più un mio problema. Perché l’altezza è un un punto di vista e non è un problema”.

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Jacopo Raule / Daniele Venturelli//Getty Images
Elodie in Giambattista Valli e gioielli collezione High Jewelry Serpenti di Bvlgari e décolletées Jimmy Choo.

Sono donne forti, contemporanee quelle che abbiamo visto protagoniste ieri all’Ariston: donne diverse, fiere nella loro emozione. Capaci di gratitudine. Quella che anche “Miss Golden Globe”, Laura Pausini, non hai mai nascosto nei confronti di questo palco. Un palco che fa tremare, che mette paura, che fa impressione, che trasuda di emozione. E di quel po'- o tanta - paura che se non ce l’hai è perché non senti, non lo stai vivendo quel momento là. E lo capisci per davvero che “non sono solo parole” quando la vedi faticare con la salivazione: “Ho la lingua a cammello, ecco, tipico di Sanremo… Sono emozionata”. Scende le scale che è diva, in un mantello imperiale, ma una volta lì, tra Fiorello e Amadeus, per qualche istante magico rivive in lei e in tutti noi la ragazzina acerba che nel 1993, nell’allora categoria “Novità” lo vinceva il Festival con il pezzo oggi cult, La Solitudine. E la sua emozione è palpabile, meravigliosamente evidente, tanto che Amadeus interviene “È bellissimo che ti emozioni nonostante tutti i premi vinti…”. È un sentire che diventa patrimonio collettivo, arriva nelle case, trapassa il televisore e possiamo sentirla addosso. Ce la fa vicina. Ci riporta indietro di anni, forse anche al dov’eravamo quella sera e quante volte l’abbiamo cantata o dedicato a qualcuno quel pezzo là. Ci rimane il rammarico di non aver avuto l’effetto Karaoke, ma giustamente il suo ruolo non è memorabilia, ma quello della star “Quando viaggi tanto non puoi non aver coraggio e io ce l’ho per voi, grazie”.

sanremo, italy   march 03  laura pausini is seen on stage at the 71th sanremo music festival 2021 at teatro ariston on march 03, 2021 in sanremo, italy photo by jacopo raule  daniele venturelligetty imagespinterest
Jacopo Raule / Daniele Venturelli//Getty Images
Laura Pausini in total look Valentino, dalla collezione prêt-à-porter FW 21-22 Valentino Act.

Il palco dell’Ariston - per chi lo calca - è una forma di consacrazione. E un’opportunità insieme di portare un messaggio che fa il giro del mondo. È stato così per Cristiana Girelli, capocannoniere della nostra Nazionale di Calcio (fresca qualificata per i Campionati europei di Londra 2022), che, emozionata, ma disinvolta si è presa il suo spazio, per lei e per tutte le bambine che sognano di giocare a pallone: “So di rappresentare tantissime ragazzine che giocano a calcio e che non hanno voce. Il Mondiale del 2019 ci ha aiutato molto a farci conoscere, ci eravamo ripromesse di far appassionare gli italiani vincendo, trasmettendo qualcosa. E lo abbiamo fatto. Abbiamo aperto gli occhi di tante persone. Per me il calcio è tutto: è felicità, è emozione, quella cosa di cui non potrei fare a meno e sapere che delle bambine oggi possono sognare di diventare professioniste mi fa felice”. Lancia uno dei suoi artisti preferiti e a fine serata mi fa sapere “È stata un’emozione incredibile. Ho iniziato a sentirmi a mio agio e sarei rimasta ancora”.

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Jacopo M. Raule//Getty Images
Cristiana Girelli in Emporio Armani

Cristiana Capotondi - Capo delegazione della Nazionale di Calcio femminile - felice per questa vetrina prestigiosa sceglie due parole - precise, apparentemente opposte, ma perfette insieme, per raccontare la natura che anima le giocatrici - grazia e forza -. Che infondo sono parole che animano la donna contemporanea, la donna che abbiamo visto con abiti e storie diverse calcarlo. Su quel palco ci è salita tre volte come ospite e lo ribadisce “Salirci è sempre una gioia, sai di entrare nelle case degli italiani e che ti guarderà tutto il mondo. Non saprei dire che sensazioni si abbiano scendendo senza pubblico, ma credo che l’effetto tremore e salivazione azzerata non possa essere mitigata. Sai che sei in mondovisione, stai prendendo parte allo spettacolo più importante dello show italiano”.

C’è stata grazia e gratitudine anche al maschile - che non siamo due pianeti opposti, ma anime che possono e devono parlarsi - con l’omaggio al Maestro Morricone - silenzio parla la musica - e con la tenerezza solida di Alex Schwazer :“Ho vinto in tribunale, ma sono uno sportivo: voglio vincere sul campo di gara”.

Sul campo di gara ieri sera abbiamo visto in scena una platea invasa dai palloncini. Vale l’affermazione di Fiorello a metà serata:

“Abbiamo fatto una cazzata. Leviamoli”.