La regina Elisabetta II ha rifiutato di firmare la dichiarazione ufficiale che lo staff di Buckingham Palace aveva scritto in risposta all'intervista rilasciata a Oprah Winfrey da Meghan Markle, raggiunta per qualche minuto sul finale dal principe Harry. I sudditi britannici tengono il fiato sospeso da quando si sono risvegliati l'8 marzo e hanno appreso il contenuto delle due ore di trasmissione, durante le quali l'ex Rachel di Suits ha lanciato accuse di razzismo contro membri non identificati della famiglia reale (precisando "né la regina, né il principe Filippo"). I bookmaker hanno lanciato scommesse su quale linea di condotta avrebbe adottato The Queen, se lasciar correre o rispondere alle affermazioni di Meghan secondo la quale qualcuno della famiglia, durante la sua gravidanza, le avrebbero espresso preoccupazioni su quale avrebbe potuto essere il colore della pelle del nascituro Archie.

Da quello che riporta il Times, la monarca, la cui immagine è uscita intatta dall'intervista perché è stata definita anche dalla moglie di suo nipote "adorabile", avrebbe chiesto più tempo per considerare una risposta. Dalle informazioni filtrate, il comunicato respinto era incentrato sull'obiettivo di evidenziare "l'amore e la preoccupazione della famiglia per la coppia". Nonostante la regina, il principe di Galles Carlo e il duca di Cambridge William siano stati convocati subito, lunedì mattina, per partecipare a una riunione di crisi e per discutere su quale risposta dare alle accuse mosse da Harry e Meghan, non si è quindi giunti a una decisione definitiva. Per ora l'unica cosa certa certa pare essere una determinazione a rispondere, e a a farlo con un tono che allenti le tensioni. Ma il documento stilato non ha soddisfatto la regina, che pare sia preoccupata anche di chiarire un'altra delle accuse di Meghan, quella di non avere ottenuto un supporto psicologico quando ha provato istinti suicidi, come era accaduto alla principessa Diana. Elisabetta si è riservata quindi un po' più di tempo per valutare attentamente la situazione, prima di approvare una dichiarazione definitiva.