Per Meghan Markle e il principe Harry la strada verso la libertà dalla royal family è lastricata di contratti che però bisogna rispettare. E quando i contratti riguardano produzioni con piattaforme come Netflix e Spotify, hanno delle date di scadenza precise che inizialmente sembrano lontane, ma poi arrivano. Per questo motivo, secondo le solite fonti vicine agli interessati, dopo aver iniziato a ingaggiare prematuramente lo staff per una probabile candidatura alle presidenziali di Meghan, i duchi di Sussex sarebbero entrati nel panico da deadline perché non hanno ancora consegnato un granché dei progetti multimilionari annunciati, e si son precipitati ad assumere due fra le migliori promesse della creatività, per rispettare gli accordi in fretta. Si tratta di Nishika Kumble, come responsabile delle produzioni televisive con sceneggiatura, e Chanel Pysnik, per le produzioni non fiction come documentari, serie e film di saggistica. La prima è stata associated producer di serie come Fargo e Legion, un ruolo che prevede l'assistenza al produttore nella scrittura, il montaggio e tutto ciò che mandi avanti la produzione senza intoppi. La seconda è direttrice dello sviluppo per le serie originali della CNN. Entrambe sono state assunte dalla nuova compagnia Archewell Production, una decisione che sta già suscitando perplessità in commentatori come Richard Eden del Daily Mail che fa notare come il brand, nato dal nome del loro primogenito Archie e destinato alla charity, sia ormai legato quasi solo a progetti a scopo di lucro. I Sussex non hanno però tempo di stare dietro alle polemiche. Nel settembre del 2020 la coppia ha reso noto il contratto con Netflix da 166 milioni per produrre contenuti di ispirazione familiare, ma secondo le indiscrezioni trapelate di recente avevano già preso accordi con il colosso dello streaming dal 2018 per una serie animata intitolata Pearl prodotta con il marito di Elton John David Furnish, e sarebbero quindi passati tre anni dalla promessa di un prodotto di cui non ce n'è ancora traccia. Per ora Harry, che è impegnato nella stesura dell'autobiografia i cui contenuti bomba rischiano di far perdere a lui e alla moglie il ducato, ha portato a termine la serie di documentari sulla consapevolezza della salute mentale The Me You Can't See per Apple TV+ e starebbe lavorando a una serie dedicata agli Invictus Games, la competizione sportiva per atleti mutilati di cui è il patron.


Meghan Markle
, invece, dopo essere stata accusata del saccheggio di frasi dal documentario Netflix The Social Dilemma per confezionare uno speech, ha pubblicato il libricino per bambini The Bench che, nonostante la critica tiepida, ha riscosso un buon successo di vendite ed è finito nella New York Times Reading List. La coppia deve onorare anche l'accordo con Spotify per la produzione di Podcast esclusivi a un compenso che è stato tenuto segreto, ma che pare si aggiri intorno ai 25 milioni di dollari, ma per il quale finora ha consegnato solo una puntata a Natale. Secondo l'esperta di reali Daniela Elser, nelle prossime settimane per i duchi di Sussex si prospettano sfide importanti perché dovranno "impressionare il pubblico e lasciare il segno con ascolti da capogiro e il plauso della critica". Se queste aspettative non venissero esaudite o non dovessero riuscire a rispettare tutte le scadenze, la cancellazione anche di uno solo dei progetti a cui è stata data molta evidenza rappresenterebbe una sconfitta agli occhi del mondo e un punto a favore della royal family. I commentatori reali che gli tengono gli occhi puntati addosso, intanto, si sono intanto divisi su due fronti: quelli secondo cui le cifre versate ai Sussex dai colossi dello spettacolo sono ottimistiche e sproporzionate rispetto al loro talento ancora da dimostrare, e quelli per cui non si può fare a meno di notare il tempismo sfortunato in cui sono incappati, nel dare le dimissioni come membri senior della famiglia reale un attimo prima che scoppiasse una pandemia che ha rallentato i loro progetti, così come quelli di tante altre persone meno famose di loro.