Partiamo dai fondamentali: due attrici anziane vivono come recluse in una vecchia villa di Hollywood. Jane Hudson, una volta bambina prodigio di successo, si prende cura della sorella Blanche, la cui carriera negli anni successivi aveva eclissato quella di Jane, ma era stata interrotta bruscamente per colpa di un misterioso incidente d'auto e ora è inferma. Costrette a vivere insieme, la loro relazione è compromessa da pensieri inconsci di invidia reciproca, odio e vendetta. Che cosa può andare storto? Tutto: man mano che il film prosegue il risentimento si trasforma in tortura che si trasforma in terrore all'interno della casa. Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) è uno dei migliori lavori di Robert Aldrich, un thriller psicologico girato in un drammatico bianco e nero considerato imperdibile dai cinefili per le interpretazioni magistrali delle due protagoniste, le stelle dell’età dell’oro di Hollywood Bette Davis e Joan Crawford. Il film è un'alternativa agli horror tradizionali da guardare a ottobre, ribattezzato il mese di Halloween, perché qui l'orrore sta nei dettagli e nelle contrapposizioni: il trucco incrostato di Davis che le gocciola dal viso è grottesco e trasuda malvagità, ma perfettamente complementare al ritratto mite e travagliato di Crawford; Davis è tutta schiamazzi e teatralità, mentre la recitazione di Crawford è quella del conflitto interiore. Quel genuino risentimento tra le due attrici, da sempre noto al pubblico, scorre per tutto il film, offrendo un'esperienza ancora più profonda che trascina lo spettatore nel mondo crudele che hanno creato.

È stata una rivalità epica, che avrebbe fatto la gioia dei menestrelli secoli fa, tanto che di libri sul tema ne sono stati scritti parecchi. Dietro le quinte di Jane le due attrici si sono provocate a vicenda in qualunque modo: all'epoca Crawford era sposata con l'amministratore delegato di Pepsi, così Bette Davis ha fatto installare un distributore di Coca Cola nel suo camerino, Crawford invece si è messa dei sassi nelle tasche quando a Davis è stato chiesto di trascinarla sul pavimento per una scena. Nessuna delle due rinunciava all’occasione di lanciare una frecciatina all'altra sulla stampa (nelle interviste Davis ha ammesso di essersi divertita a spingere Crawford giù per le scale) ma, come mette in evidenza l'articolo pubblicato su Vulture, The Story Behind Joan Crawford and Bette Davis’s Storied Feud, erano anche attrici che amavano il loro lavoro, professionali e puntuali, e non hanno lasciato che la loro velenosissima rivalità rovinasse il film. L'inimicizia tra le due attrici era iniziata decenni prima, a metà degli anni '30, a causa di un uomo, Franchot Tone, attore di teatro a New York. Nel 1935 Davis recitò con Tone nel dramma Paura d'amare e si innamorò istantaneamente di lui, come racconta Burt Reynolds nello scandaloso memoir But enough about me. "Mi sono innamorata di Franchot, professionalmente e segretamente", ma è Crawford di cui si è innamorato Tone. "Era follemente innamorato di lei", ha ammesso Davis. “Si incontravano ogni giorno per pranzo... lui tornava sul set, il viso coperto di rossetto... era onorato che questa grande star fosse innamorata di lui. Ovviamente ero gelosa”. Tone non era l'unica cosa che si frapponeva tra loro.

Negli anni d'oro di Hollywood gli studios erano universi chiusi che possedevano le loro stelle con contratti di ferro. Joan Crawford apparteneva allo sfarzoso MGM e Bette Davis era la star della Warner Brothers, almeno fino al 1943, anno in cui Crawford firmò con la Warner e finirono in diretta concorrenza per gli stessi ruoli, inasprendo ancora di più i rapporti. Hollywood non è mai stata gentile con le donne che invecchiano e anche se entrambe continuarono a lavorare negli anni '50, ormai come freelance, le loro opportunità stavano diminuendo. Come una manna dal cielo è arrivata l'offerta di girare Che fine ha fatto Baby Jane? e il successo del film ha rinvigorito le loro carriere, soprattutto per Bette Davis, che ha ricevuto l'undicesima - e ultima - nomination all'Oscar della sua carriera. Hollywood si nutre di un flusso costante di pettegolezzi e raramente c'è qualcosa di più succoso delle onde d'urto di una vera rivalità tra celebrità. Nessuno si è stupito quando nel 2017 Ryan Murphy, già noto per le serie antologiche sopra le righe American Horror Story e American Crime Story, ha presentato la sua versione della guerra privata tra Crawford e Davis e l'ha intitolata Feud. "La cosa che mi ha attratto della faida tra Bette e Joan è che è durata 40 anni", ha detto Murphy in un'intervista a Vox. "Si trattava davvero del fatto che se queste due donne si fossero sedute e avessero avuto una conversazione di 10 minuti, sarebbero state migliori amiche". Feud, prodotto per il pubblico che apprezza il camp, è un capolavoro di produzione e costumi, e si dimostra attento alla situazione delle donne a Hollywood, alla paranoia e al rimpianto che accompagnano gli ultimi anni di vita di una star del cinema. Che fine ha fatto Baby Jane? ha di fatto ravvivato le carriere sbiadite di Davis e Crawford che all'epoca avevano rispettivamente 54 e 57 anni (le attrici che le interpretano, Susan Sarandon e Jessica Lange, hanno sorprendentemente 70 e 67 anni), ma le ha anche ingabbiate in un nuovo sottogenere cinematografico che, come spiegano in Feud, il capo dello studio Jack Warner aveva soprannominato hagsploitation (da "hag" - vecchia, megera). Jane è stato un tale successo che sia le case cinematografiche che le attrici hanno cercato di cavalcare l'onda, producendo una serie di thriller gotici in cui le ex star di Hollywood si sono sottoposte volentieri agli oltraggi del genere horror. Erano gli inizi degli anni '60 e molte delle grandi dive dell'età dell'oro si erano ritirate o lavoravano in televisione, ma la mania post-Baby Jane - quella che è stata anche chiamata indecorosamente Psycho-biddy o, meglio, Grande Dame Guignol - ha dato loro ciò che più bramavano: un'occasione per tornare a brillare sul grande schermo.