Jessica Chastain è un’attrice fenomenale. Ha sposato un italiano e parla la nostra lingua, è discretissima sulla sua vita privata (basti dire che ha avuto due figli e l’Internet quasi non se n’è accorta) tuttavia, è su Instagram con un profilo molto curato, accattivante il giusto, impegnato il giusto. Insomma, Jessica Chastain è una che vorremmo come migliore amica. Almeno, io la vorrei. Ha un’idea seria ma non seriosa della sua professione e del suo ruolo di star, sa come tener testa a tutto, anche ai “meme” al rallentatore (quello in cui lei e il collega Oscar Isaac sembra si guardino languidamente sul tappeto rosso) e viene dalla mia scuola di vita preferita, quella della tigna.

I film di Jessica Chastain

Esattamente dieci anni, al festival di Cannes del 2011, apparve come dal nulla, accanto a Brad Pitt nel film, che poi vinse la Palma d’oro, The Tree of Life. In realtà, altro che nulla: Jessica aveva alle spalle una lunghissima storia di talento e tigna, appunto. Talento riconosciuto al punto che vinse una borsa di studio per giovani promettenti offerta da Robin Williams alla Julliard School di New York. Tigna testimoniata da anni di piccole parti in tivù e al cinema e da un elenco infinito di spettacoli teatrali. Nel 2016, poco dopo aver raggiunto la notorietà ha anche fondato una casa di produzione: la Freckle Films, che ha solo executive donne e che, tra l’altro, firma il film che ha inaugurato la Festa del cinema di Roma: The Eyes of Tammy Faye, la biografia di Tammy Faye Bakker, famosa tele-predicatrice americana che, insieme al marito Jim (interpretato da Andrew Garfield) era diventata ricchissima con il business della fede, attraverso show, libri, programmi televisivi. I due avevano persino creato una specie di Disneyland della Cristianità ma finirono travolti da scandali e guai. Nell’ultima parte della sua vita, Tammy Faye diventò una specie di icona gay perché nonostante il background religioso fondamentalista, aveva preso le difese della comunità LGBT.

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Matt Winkelmeyer//Getty Images

Insomma, un personaggio complesso, difficile da definire in modo netto, una di quelle figure che spiegano cose inspiegabili della società americana. Ma soprattutto un personaggio di quelli che riescono bene, anzi benissimo, a Jessica Chastain che ama le grandi trasformazioni e detesta i ruoli stereotipati e il femminismo di maniera. Le sue donne, penso soprattutto alla lobbysta Miss Sloane o alla biscazziera Molly Bloom, non stanno mai né tra i buoni né tra i cattivi, sono in bilico e non hanno mai la verità in tasca, lasciano allo spettatore molte domande e quasi mai risposte. Come mi ha detto una volta in un’intervista: “Io mi diverto molto a interpretare donne che non mi somigliano. Meno mi somigliano, fisicamente e non solo, meglio è”. Qui, negli Occhi di Tammy Faye la trasformazione è quasi caricaturale, come quasi caricaturale era il personaggio: ciglia finte, unghie interminabili, trucco esagerato. Una delle tante metamorfosi riuscite di Chastain che, come sappiamo, può essere un agente crudele della CIA che assiste impassibile alle torture (in Zero Dark Thirty) o astronauta (Interstellar, The Martian) o aliena (in Dark Phoenix) o una donna normalissima in normalissime, ma strazianti, dolorose, veritiere Scene da un matrimonio come nella serie attualmente in onda su Sky.

Jessica Chastain e il sogno dell'Oscar

Insomma, Jessica può tutto. L’unica cosa che ancora non le è riuscita è vincere un Oscar. Ha avuto due nomination (per Zero Dark Thirty e The Help) ma niente. E francamente non è giusto: un talento così pieno e un impegno nel lavoro così appassionato meritano la più alta medaglia di Hollywood. Ma forse questo potrebbe essere l’anno di Jessica. Un personaggio come Tammy Faye è un veicolo perfetto per ingranare la marcia più veloce nella stagione dei premi. Io glielo auguro. Anche perché spero sempre che diventi la mia migliore amica.