"C'era un doppio arcobaleno a New York il giorno in cui David Bowie è morto". A ricordarlo è Susan Sarandon, che il 4 ottobre ha compiuto 75 anni ed è per questo incline a fare un bilancio - positivo - della sua vita a partire dalle sue grandi storie d'amore. Non molti ricordano che l'attrice premio Oscar e Ziggy Stardust hanno vissuto una sulfurea relazione nel 1983 dopo aver lavorato insieme nel raffinato film cult The Hunger, uscito in Italia col titolo Miriam si sveglia a mezzanotte, del cui cast faceva parte anche Catherine Deneuve. Bowie e Deneuve interpretavano una coppia di vampiri di cui lui, creato da lei, stava invecchiando come un umano mentre lei continuava a essere giovane e bella sin dai tempi dell'antico Egitto. In questo ménage centenario si inseriva Sarah, interpretata da Susan Sarandon, con conseguenze disastrose. La relazione fra David Bowie e Susan Sarandon, che all'inizio sembrava una mossa pubblicitaria, riempì le pagine dei giornali e si esaurì quando lui, che ha sempre cercato la donna con cui mettere su una famiglia solida, chiese a lei se quel sogno lo potevano realizzare insieme. Lei non se la sentì, racconta oggi, perché una forma seria di endometriosi non le permetteva più di avere quei figli che lui avrebbe voluto. Ma si lasciarono con affetto.

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Susan Sarandon e David Bowie nel 1983

David Bowie ha poi trovato la sospirata anima gemella nella top model Iman con cui ha avuto la figlia Lexi, e con la sua famiglia viveva poco lontano dalla casa di Susan Sarandon a Manhattan, per cui mantenevano contatti occasionali. Oggi Sarandon racconta in un'intervista a You di essersi riavvicinata molto a lui negli ultimi due mesi della sua vita perché è stata una delle persone a cui aveva svelato della sua malattia: "Abbiamo parlato e ci siamo detti cose che dovevano essere dette", ricorda l'attrice. "Sono stata fortunata a poterlo vedere, quando mi ha detto cosa gli stava succedendo". Susan, che è in ottimi rapporti con Iman e che considera l'ex top model la persona migliore di cui Bowie avrebbe mai potuto innamorarsi, ha visto per l'ultima volta il suo ex amante alla prima del musical Lazarus a New York, nel dicembre del 2015. Poi è dovuta partire per Lesbo per attirare l'attenzione dei media sulla crisi dei rifugiati nell'isola greca. In quel periodo aveva difficoltà ad addormentarsi ma doveva alzarsi presto per andare ad accogliere le barche dei rifugiati all'alba, per cui una sera prese un sonnifero molto forte che le ha procurato una sorta di allucinazione onirica. "Ho sognato che David mi aveva telefonato", racconta l'attrice che al risveglio non riusciva a distinguere il sogno dalla realtà. Nel dubbio, prese il telefono e lo chiamò davvero. Parlarono a lungo di cose molto personali. Una settimana dopo, il 10 gennaio, David Bowie morì. Susan era già rientrata a New York e appena appresa la notizia sentì che si era aperto in lei "un vuoto agonizzante che non si è più richiuso". E rimase in finestra in attesa di qualcosa per colmarlo, cercandolo in quel doppio arcobaleno che abbracciava New York, che non le bastò. Ma quel dolore le ha insegnato oggi ad essere solo grata, e mai rancorosa con la vita, per avere compiuto 75 anni, un privilegio che a David Bowie non è stato concesso.