Tutto era perduto, Guglielmo II era furioso mentre abbandonava la Germania il 10 novembre 1918. Il suo paese aveva perso quella guerra surreale che sarebbe dovuta durare poche settimane, il giorno dopo qualcuno avrebbe firmato l'armistizio al suo posto. L'ultimo Kaiser aveva già abdicato dal titolo di Imperatore di Germania e Prussia conservando il solo il titolo di re di Prussia, e ora stava varcando il confine per iniziare il suo esilio nei Paesi Bassi. Diciotto giorni dopo lo avrebbe raggiunto anche sua moglie Augusta Vittoria. Due anni dopo, suo figlio Gioacchino si suicidò. Poco dopo anche Augusta Vittoria, sopraffatta dallo stress degli eventi disastrosi che si erano susseguiti nella vita della famiglia reale morì letteralmente di crepacuore. Guglielmo II, devastato dalla morte di quella donna che aveva tradito tante volte, ma che era una delle poche certezze che gli erano rimaste, ottenne di farla seppellire in Germania e seguì il feretro fino al confine oltre il quale non gli era più consentito di passare. L’uomo che era stato a capo di un territorio di 500mila chilometri quadrati con 67 milioni di sudditi era diventato un benestante vedovo pensionato di 60 anni, solo e immerso nel ricordo ovattato di una gloria che sembrava non essere mai stata vera, e che la Prima Guerra Mondiale, di cui era stato uno dei principali responsabili, aveva troncato bruscamente. Poi incontrò sulla sua strada la principessa Hermine di Reuss-Greiz e gli sembrò che forse la vita non si fosse ancora dimenticata di lui.

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Hermine di Reuss-Greiz

La principessa Hermine era la figlia di Enrico XXII, il principe Reuss di Greiz, e della principessa Ida di Schaumburg-Lippe, che morì di parto a 39 anni dando alla luce l'ultima dei suoi sei figli. Hermine, chiamata in Italia Erminia di Reuss-Greiz, rimase orfana di madre a quattro anni, con un unico fratello maschio affetto da grave disabilità fisica e mentale, e le sorelle. Nel 1905 vide morire anche la sorella preferita, Carolina, stroncata dall'influenza. La vita di una principessa non era molto più determinata di quella di una popolana. Forse anche meno. A 20 anni Hermine era stata data in moglie al principe Johann Georg di Schönaich-Carolath e anche lei, come la madre, non dovette occuparsi d'altro che di mettere al mondo figli. Nell'arco di 13 anni ne partorì cinque. Poi tirò segretamente un sospiro di sollievo quando il marito morì di tubercolosi a 46 anni, nel 1920. Anche se aveva voluto bene al consorte, la principessa era stremata dalle gravidanze e dall'accudimento che aveva dovuto riservargli da quando si era ammalato. Lei era ancora giovane e sana, ma viveva relegata in casa con lui che aveva iniziato a muoversi in sedia a rotelle. Gli unici viaggi che la giovane madre aveva potuto fare erano quelli di salute del marito, uno nella Foresta Nera, mentre i bambini erano con la nonna paterna, e poi nel sanatorio al confine con la Polonia, dove era spirato. Hermina scrisse a una sorella: "Sono fortemente determinato a non sposarmi mai più, a non rinunciare mai al prezioso diritto di essere la padrona della mia anima". Poi accadde che nel 1922 uno dei suoi figli, il 13enne Georg Wilhelm, scrisse una letterina di ammirazione a Guglielmo II dicendogli che da grande avrebbe combattuto in suo nome. Di lì a pochi giorni, Hermine ricevette un'inaspettato invito dall'ex imperatore per andare a trascorrere qualche giorno nella sua residenza olandese House Doorn, con tutti i suoi figli. In realtà, Hermine e l'imperatore di erano già incontrati molto tempo prima, nel 1902, al matrimonio della sorella di lei, Carolina. Lui aveva 43 anni e lei 15, ed era rimasta così affascinata dal portamento di quell'uomo potente che chiese a uno degli zii di presentarglielo. La giovane Hermine aveva cercato di produrre il suo migliore inchino di sempre per fare colpo, e per lei quell'esperienza era rimasta indimenticabile al pari di una ragazzina moderna che incontra la sua popstar preferita. L'Imperatore le prestò invece poca attenzione, le fece un saluto distratto e proseguì a parlare con lo zio di lei. La principessa, però, non aveva mai dimenticato quell'esperienza che col tempo si era ammantata di magia. Decise così di accettare l'invito, ma si presentò da sola. L'ex imperatore la attese davanti all'ingresso della dimora in piedi. Cavallerescamente andò ad aprirle lo sportello dell'auto le tese la mano per farla scendere. Le baciò la mano e, seguiti dai domestici, insistette per mostrale personalmente la sua stanza. Anni dopo, Guglielmo II racconterà di aver provato una profonda e inaspettata commozione: "Ho pensato subito che doveva essere la mia compagna". Lei, la sera, scriveva già alle sorelle per raccontare come era stata accolta e come aveva trovato il loro ex sovrano: "I capelli dell'imperatore sono bianchi come la neve ma non ha lasciato che il destino gli incurvasse le spalle", riferiva. La mattina seguente lui le regalò le rose appena tagliate dal roseto della sua prima moglie. Un segretario dell'ex imperatore si prese abbastanza confidenza con Hermine per dirle che da quando era arrivata "le nuvole scure sono scomparse da sopra la testa dell'Imperatore, non sembra più il personaggio di una tragedia greca". Forse gli era stato suggerito di farlo. A ogni modo, la principessa rimase ospite di Guglielmo II per qualche giorno e quando stava per partire l'imperatore decaduto pensò che nessuno dei due aveva l'età per un lungo corteggiamento, e si propose seduta stante. Hermine fu inizialmente estasiata: l'idolo di tutta la sua adolescenza la stava chiedendo in moglie. Disse di sì d'impulso. Poi si rese conto che avrebbe dovuto vivere in esilio con lui e che avrebbe dovuto lasciare in Germania qualcuno dei suoi figli. Risolsero la questione con un patto: avrebbe portato con sé tre dei figli e sarebbe rientrata di tanto in tanto a Berlino per visitare il resto della famiglia. Le nozze vennero fissate per il 5 novembre 1922. Guglielmo II, quasi 63enne, era al settimo cielo e scriveva al suo amico Massimiliano Egon II principe di Fürstenberg, "Ho trovato il grande cuore di una donna, che oltre tutto, è una principessa tedesca, una giovane vedova adorabile e intelligente che porterà il sole nella mia casa solitaria e porterà calore nella mia solitudine. La pace e la felicità si sono impadronite del mio cuore lacerato e tormentato, la mia felicità è immensa". La sua famiglia fu un po' meno lieta. Anzi, era del tutto contraria nel vederlo fidanzarsi di nuovo a 63 anni, a poco più di un anno dalla morte della prima moglie. La sua unica figlia Victoria Louise gli disse che non sarebbe andata alle nozze perché in gravidanza, ma che non lo avrebbe fatto comunque perché non aveva niente da festeggiare nella casa in cui la madre era morta soffrendo. "Papà non sa cosa sta facendo", scriveva Victoria Louise ai parenti, "La sua nuova moglie si stancherà presto di lui, della vita a Doorn e lo lascerà”. Il medico personale dell'ex Kaiser scriveva a sua volta "questa donna crede di diventare imperatrice, rimarrà molto delusa".

the german ex emperor william ii 1859 1941 and his wife princess hermine at occasion of his 70th birthday at castle doorn  holland 25th january 1929 photograph photo by austrian archivesimagnogetty imagespinterest
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La principessa Hermine e il kaiser Guglielmo II il giorno delle nozze

Al matrimonio, infine, si presentarono in pochi, tutti gli altri trovarono delle scuse. Qualcuno fece anche arrivare in chiesa una corona di fiori commemorativa della defunta prima moglie dello sposo. Ma al banchetto Heinrich, il fratello di Guglielmo, forse dopo aver già bevuto un po', brindò: "Bevo alla salute di sua maestà l'imperatore e re e di sua maestà l'imperatrice e la regina". Ma alla coppia non importava nulla dei rancori familiari, né dei titoli altisonanti. "Quelli che hanno criticato il mio matrimonio non riuscivano a capire la terribile solitudine che incombeva sulla mia vita come una cappa”, scriverà Guglielmo II in una lettera, aggiungendo: "Come avrei potuto prevedere che quella ragazzina che mi faceva l'inchino arrossendo sarebbe stata mia moglie?". Guglielmo II morì il 4 giugno del 1941, dopo 19 anni di matrimonio sereno. Nel 1927 Hermine aveva scritto un libro, Un'imperatrice in esilio: i miei giorni a Doorn, in cui raccontava i primi anni del suo matrimonio. Quando salì al potere Hitler, la coppia aveva fatto lo stesso errore dell'ex Edoardo del Regno Unito e Wallis Simpson: videro in lui un'opportunità per essere rimessi sul trono. Libera di fare avanti e indietro con la Germania, Hermine diede il suo appoggio al führer e invitò due volte a Doorn Hermann Göring, il numero due del regime. Ma non ottennero nulla, se non delle macchie sulla loro reputazione futura. Dopo la morte di Guglielmo, Erminia tornò a vivere in Germania nella tenuta del suo primo marito nella Bassa Slesia, e lì visse il dramma della Seconda Guerra Mondiale. Finì agli arresti a Francoforte dopo l'occupazione sovietica. Morì il 7 agosto 1947 per un attacco di cuore in un piccolo appartamento di Francoforte, mentre era agli arresti domiciliari. Aveva 59 anni, senza essere mai salita sul trono di imperatrice che, alla fine, aveva iniziato a desiderare davvero.

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Hermine e Guglielmo II con due delle figlie di lei