Le 5 regole della vendetta perfetta
Le (ca)vie della ritorsione sono infinite.
Nella lista delle "cose che non vanno in me", Hilary Winston scrive: «Non mi piacciono quelli migliori di me» (punto 4), «penso che ognuno sia migliore di me» (punto 5), «mi sono fatta mollare da lui» (punto 13). Però. Un tale crollo di autostima non si registrava dai tempi del Marin piangente ai microfoni del Tg dopo la rottura con Federica Pellegrini. Ma qui non si può liquidare l'intera faccenda con la fine di un amore, c'è di più. Ok, Hilary Winston è stata mollata dal fidanzato storico (5 anni, convivenza compresa), ma di questo avrebbe potuto farsene una ragione: tempo qualche mese, e avrebbe finito per accettare di uscire con lo stesso identico tipo d'uomo (?), uno con la megalomania da scrittore mediocre, la refrattarietà a esternare qualunque sentimento e una fastidiosa fissa per i videogiochi («Finisco questo livello e poi andiamo»).
E che l'ex fidanzato avesse scritto un libro su di lei (come recita il titolo dell'esordio letterario di Hilary, My Boyfriend Wrote A Book About Me, Sterling Publishing, leggi l'intervista), pure questo poteva accettarlo. Ma non di essere definita «la mia ragazza con il culone», accidenti. La scoperta dell'esistenza del volume e della vigliacca definizione è avvenuta mentre gironzolava tra gli scaffali di una libreria di Los Angeles: quanto di più straniante potesse accadere a chi per lavoro sceneggia serie tv brillanti e surreali (vedi Community e My Name is Earl). E trovare l'infido volumetto collocato nella sezione Fiction non l'ha certo aiutata a digerire la notizia. Fiction???
In quelle pagine c'è ben poco di inventato, racconta Hilary nel suo memoir di risposta pazientemente servito all’ex due anni e mezzo dopo la fine della loro storia. Tutt'altro che una litania di insulti: con surplus di eleganza (e un po' di sana perfidia), la sceneggiatrice ha nascosto l'identità del fidanzato sotto lo pseudonimo di Kyle (ma molti in rete l'hanno subito identificato come il Chad Kultgen del caso letterario The Average American Male). E ha raccontato con dovizia di particolari le disavventure amorose pre e post rottura. Quale miglior punizione per un narcisista patentato, che scoprire tutti gli amanti che hanno lasciato un segno prima e soprattutto dopo di lui? I diritti del libro, da cercare nella sezione Non-Fiction, sono già stati opzionati dalla Paramount. La rivalsa di Hilary è tanto stuzzicante quanto ispirante. Ma non è il caso di compiere gesti avventati: ecco i nostri cinque comandamenti da seguire alla lettera per orchestrare una vendetta a regola d'arte.
1. La vendetta? Un piatto da servire con i primi freddi. Intesi come i primi piovosi pomeriggi autunnali, ma anche i primi freddi del cuore, quando le serate davanti alla tv portano con sé secchiate di nostalgia e ricordi che pensavate fossero confinati in qualche vecchia pagina di diario. La cantilena è già nell'aria: «Ah, potessi tornare indietro nel tempo, ora sì che saprei cosa rispondere al bullo delle medie, al professore che mi ha rovinato la media scolastica (e la vita), al capo isterico che mi costringeva a inutili straordinari...» . Tra settembre e ottobre si annida il sottobosco ideale per far (ri)nascere i propositi di vendetta accantonati nei mesi (o anni) precedenti. Assecondateli: in strada, sfoggiate una falcata drammatica degna del cappotto-mantella cardinalizio di Yves Saint Laurent Pre-Fall 2011 acquistato ad agosto; in libreria, consultate con aria febbrile il terribile Vendette di Philippe Djian (Voland); in tv, seguite Revenge, nuova serie (debutta il 21/9 negli Usa) su una ragazza infiltrata tra i ricchi degli Hamptons per farla pagare al proprio padre. E sorridete, che non è (ancora) morto nessuno. Metaforicamente parlando.
2. La vendetta? Progettarla è ancora più divertente che vederla realizzata. 9 to 5 è un film del 1980 con Dolly Parton e un musical che pure quest’anno ha fatto il tutto esaurito a Broadway. Per forza: l’identificazione con le protagoniste è istantanea, incontrollata, totale. Le colleghe Violet, Dorelee e Judith, stanche di un superiore (?) bigotto e maschilista che non deve chiedere mai (scusa), passano una fumosa serata a scambiarsi idee (e una canna) su come far fuori il capo. E allora: cosa importa se la vendetta andrà a buon fine oppure no, se per escogitarla si riempiono memorabili pause caffè, serate tra amiche e pomeriggi altrimenti improduttivi? Magari mettendo in sottofondo l'album 21 di Adele, tra i dischi più ascoltati da ogni ragazza che sia mai stata delusa da un fidanzato capace di renderle la vita «un inferno». Un memoir in musica talmente diretto e sincero che l’ex della popstar inglese si è sentito tirato in ballo in più di un brano. E ha chiesto una percentuale sui ricavi della vendita del disco. Che (ex) ragazzo impagabile!
3. La vendetta? Si fa ma non si dice (alla vittima). Una breve indagine su Facebook mi illumina sui vantaggi di una rivalsa invisibile, quella in cui nessuno si fa male. E la vittima non si accorge di niente. Come quel giorno in cui, per puro caso, vi siete imbattute nel profilo Facebook della stronzetta del liceo, e avete dato un'occhiata così, tanto per vedere (l’avanzamento della sua carriera, delle sue rughe, della sua dipendenza da psicofarmaci). E, tra un post e un tag, vi è parsa un po' provata (da un decennio di diete yo-yo, da un marito con l'età di vostro nonno che pretende le lasagne ogni domenica). Lei non sa che voi sapete: che godimento! Entro in chat, e la mia amica Francesca mi confida un metodo tanto impalpabile quanto doloroso per punire i suoi ex: «Se lo incontro poco dopo che lui mi ha mollata, nascondo in tutti i modi il mio stare da cani. Mi comporto come se fosse un amico tra tanti. E di solito lui, al pensiero che io abbia superato la nostra separazione tanto in fretta, ci rimane malissimo! Ma per me vedere la delusione sul suo volto è un grande piacere». Vedi alla voce Rihanna: nel suo video Man Down c'è un attore tanto somigliante a Chris Brown nel ruolo del ragazzo steso a terra in una pozza di sangue, dopo un colpo di pistola sparato dalla popstar. Un messaggio forse poco velato, e mai confessato, per l’ex che l'ha picchiata nel 2007?
4. La vendetta? Di precisione chirurgica. Nel nuovo film di Pedro Almodóvar, La pelle che abito (nelle sale dal 23/9), Antonio Banderas è un chirurgo plastico che usa i ferri del mestiere per vendicarsi dell'uomo che ha violentato la figlia. La pellicola è raggelante quasi quanto l’ultimo trend adottato dalle divorziate newyorkesi e in voga anche da noi: la revenge surgery. Ovvero, riempirsi di botox e azzerare le rughe (e il conto in banca) per apparire smaglianti agli occhi del maritino fedifrago fuggito con la ventenne. Voi, più che scomodare i maestri del bisturi, copiateli: agite con chirurgica precisione. Si possono ottenere grandi soddisfazioni con ben più modeste, casalinghe e mirate rappresaglie. Lucia, fonte inesauribile di aneddoti, non mi delude raccontandomi di un’esilarante resa dei conti low cost: «Per un periodo ho lavorato in una casa di moda londinese dove tutti erano fanatici del feng shui. Ogni tanto si presentavano degli esperti, pagati circa 300 euro l’ora, per dettare a noi, impiegati sottopagati, regole assurde tipo tenere otto bottiglie sul tavolo - né sette, né nove: otto! - per propiziare non so cosa. La situazione era insopportabile. Un giorno non ce l’ho fatta più e ho rotto l’ordine cosmico buttando via alcune statuine portate dal grande esperto. Il loro valore commerciale sarà stato di 30 centesimi, ma quella piccola vendetta ha avuto per me un valore inestimabile. Ho creato un grande scandalo, non ne avete sentito parlare?».
5. La vendetta? Non sottovalutate il piano b. Un ripensamento capita a tutti, figuriamoci ad Ameneh Bahrami. Più che il suo nome, ricorderete purtroppo il suo volto: è la donna iraniana sfigurata nel 2004 con l’acido da un corteggiatore rifiutato. Così forte da sopravvivere a un'azione tanto crudele, si è dimostrata ancora più tosta quando ha scelto di evitare che il suo carnefice, per la legge del taglione, ricevesse lo stesso trattamento. Il perdono è ancora la miglior vendetta?
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