Patricia è a una festa con amici, qualcosa di semplice, qualcosa che a 37 anni ti concedi dopo anni in cui hai rinunciato alle feste perché eri stata una mamma 16enne. Poi arriva un messaggio dalla figlia, Britana e il contenuto è di quelli che dissolvono rumori di fondo, annullano la presenza di chiunque intorno, ti fanno tremare le gambe e scoppiare il cuore «Mamma sei una grande madre. Tutto questo non è colpa tua (…) Sono incinta». Britana è la seconda figlia 18 enne di Patricia, e lei, nel leggere il messaggio, si sente svenire. A raccogliere la testimonianza di una mamma che scopre come la figlia poco più che adolescente sia incinta è Kate Storey di Marie Claire Usa che ha lasciato libertà di confessione, riflessione, rabbia a Patricia.

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«Sono rimasta incinta della mia prima figlia a 16 anni, vivevo in una piccola città della Georgia, avevo grandi progetti per il futuro, volevo andare al college, diventare infermiera. Avevo fatto sesso non protetto con il mio ragazzo dell’epoca, e solo un paio di volte, lo amavo ma non avrei mai pensato che sarei rimasta incinta così in fretta» racconta la Patricia 37enne di oggi. «Ho iniziato a piangere perché ho subito pensato come e quando lo avrei detto ai miei genitori. Sono cresciuta in una famiglia molto religiosa, che non avrebbe mai preso in considerazione l’opzione aborto. Non nego che ci ho pensato: ma sapevo che non sarei mai riuscita ad andare a fondo». Patricia non ha detto ai suoi genitori di essere incinta, non ha avuto il coraggio, ha scritto una lettera, l’ha fatta scivolare sotto alla porta della camera dei genitori. E poi non ha ricevuto risposta fino al giorno dopo «mi hanno detto: aiutaci a sparecchiare e poi parliamo della tua lettera: mia madre voleva sapere se stavo prendendo le vitamine prenatali corrette e se avessi pianificato di vedere un ginecologo» il tono in quella cucina era severo, non emotivo. Patricia sarebbe andata in una scuola privata fino a quando la gravidanza non fosse diventata evidente. Poi sarebbe rimasta a studiare a casa «mi hanno chiesto di non vedere più il mio ragazzo di allora. Quando hanno scoperto che lo vedevo ancora mi hanno cacciata di casa e sono andata a vivere con lui. Andando anche alla scuola pubblica».

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Nasce Olivia, inizia a lavorare a Wal-Mart per potersi pagare il college, prende la pillola, ma 19 mesi dopo Patricia è di nuovo incinta: «il rapporto con il mio ragazzo non stava affatto andando bene, ero distrutta. Non ci potevo credere che fossi di nuovo incinta. Poi è nata Britana, una bambina bellissima e sana. Il mio rapporto, un anno e mezzo dopo, è franato completamente. La mia famiglia era presente ma i rapporti erano a dir poco tesi. Ho pensato solo a una cosa: crescere, da sola, due figlie e crescerle nel miglior modo possibile». Il ricordo fiume di Patricia diventa la sua forma di metabolizzare un grande déjà-vu, ricordare quegli stessi anni, in quella stessa America che finge libertà ed è più bacchettona che mai, che ha format su MTV per seguire gravidanze teen (16 anni incinta, e c’è anche in Italia ndr). «Quando Britana mi ha detto di essere incinta aveva da poco saputo di aver vinto una borsa di studio per il collage grazie alle sue doti di pallavolista. Mi ha fatto vedere il test di gravidanza e ho capito quello che aveva provato mia madre: perché sapevo perfettamente che la vita di Britana sarebbe cambiata in un modo che non avrebbe neppure immaginato. Ma sapevo che avrei sostenuto Britana in tutti i modi: possibili non la manderò mai, mai, via di casa. Quando è nata Rylie la mia nipotina ho sentito un amore travolgente, lo stesso che ho provato quando sono nate le mie figlie. Davanti a tutto questo non vorrei fare nulla per poter tornare indietro e cambiare la mia vita: perché vivo per la mia famiglia e se non fossi rimasta incinta da giovanissima oggi non avrei questa famiglia».

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