Fare sesso con il preservativo? È l’ultimo dibattito rimasto all’intimità dell’uomo - per nulla - moderno. Una china pericolosissima, quella della noia del sesso e dell’insaziabilità erotica, che sta portando sempre più scheletri fuori dall’armadio direttamente in tribunale. Ultimo il primo caso di un uomo condannato in tribunale con l’accusa di stupro per essersi tolto il preservativo durante un rapporto sessuale senza chiedere il consenso alla partner. L’episodio, riporta l’Independent, riguarda un 47enne francese che è stato processato per stupro dal tribunale penale di Losanna. Il fatto è accaduto nel 2015 ma la sentenza è stata emanata nei primi giorni di gennaio portando la Svizzera, ancora una volta, sul podio dei primati in fatto di condanne mai avvenute nella storia: 12 mesi di pena con condizionale.

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Perché: il tema toccato dal caso dell’omonimo 47enne alza un polverone - iper necessario - sul concetto di “rapporto consensuale”. Concetto che negli States è esploso da anni soprattutto per la piaga delle continue violenze subite dalle studentesse nei campus universitari, per il coming out drammatico di star di Hollywood come Evan Rachel Woodl’uomo che amavo mi ha stuprata due volte: no, non era fare l’amore, quello») ma che in Europa non aveva ancora avuto un cono di visibilità del genere salvo che per l’episodio ritornato alla (tristissima) cronaca dello stupro subito da Maria Schneider sul set de L’Ultimo Tango a Parigi (con il maestro Bertolucci a difendere il "prezioso effetto drammatico della scena"). Secondo il tribunale di Losanna non vi è nulla su cui ricamare più del dovuto, parlano i fatti: Il 47enne e la compagna si sarebbero conosciuti grazie a una app per incontri, Esca, e avrebbero consumato il rapporto in Svizzera: dettaglio per nulla voyeuristico bensì salvifico per la vittima visto che il tribunale elvetico ha dichiarato come “l’imposizione di un rapporto non protetto sia da considerarsi stupro” come riporta il francese Rtsr, mentre sempre l’Independent raccoglie la testimonianza della donna che ha dichiarato di non essersi accorta che, nel mentre, "l’uomo aveva rimosso volutamente il preservativo senza il suo consenso". In un altro Paese le cose sarebbero andate diversamente.

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La scelta del tribunale di Losanna non è però del tutto isolata, almeno nella teoria: in Inghilterra esiste una legge che dichiara stupro il caso di preservativo rimosso durante il rapporto. Ma non ci sono casi giunti in tribunale capaci di richiamare lo stesso interesse dell’ultimo caso svizzero. E questo è il paradosso, pericolosissimo, sulla consensualità dei rapporti. Se lo domanda, infatti, Sirin Kale di Broadly che ha intervistato Sinead Ringdell’università del Kent circa la legge britannica del 2003, sezione 74, nella quale si parla di «discussione sul concetto di consenso. In questo, certo, è un’ottima legge, ma nella pratica?». Nella pratica sempre Broadly riporta il caso più eclatante di tutti: quello per il quale Julian Assange è stato accusato di stupro da due donne che dichiaravano di aver avuto con l'uomo di Wikileaks rapporti sessuali senza preservativo: «in quel caso la legge può essere molto chiara in materia di cosa è stupro e come avviene. Ma poi interviene una giuria che sviscera il rapporto sessuale e dove i singoli giurati motivano soggettivamente il loro concetto di stupro, consenso femminile, libertà maschile». E allora una legge non basta da sola. E si rischia che la Svizzera non sia il mondo intero, e il concetto di consensuale sia pericolosamente racchiuso tra le lenzuola di un rapporto sessuale (per nulla intimo)?