Samantha Cristoforetti, nota anche come Astrosamantha, conta titoli sufficienti per tre persone. Si è laureata in ingegneria aerospaziale all'Università tecnica di Monaco di Baviera. Poi in Scienze aeronautiche a Napoli. Ha conseguito la specializzazione in Euro-Nato Joint Jet Pilot Training in Texas.

È abilitata al pilotaggio di vari tipi di aeromobili. Parla, oltre alla lingua madre, tedesco, francese, inglese e russo. È Cavaliere di Gran Croce e Commendatore della Repubblica Italiana.

Basterebbe così: il suo curriculum sembra un vademecum su come diventare astronauta (e i riconoscimenti di conseguenza), ma il titolo più difficile che ha ottenuto non è alla portata di tutti. Anzi, al momento, in Italia lo detiene solo lei: secondo tutti i sondaggi, Samantha Cristoforetti è il punto di riferimento per la maggioranza delle giovani donne italiane.

È a lei che le ragazze intorno ai trent'anni pensano quando vogliono spronarsi a fare meglio e di più (nella classifica è seguita da Emma Marrone, Ilary Blasi e Licia Troisi).

Proprio lei che è la prima astronauta italiana, la donna con tagli di capelli corti e pratici e poco trucco che ne hanno fatto inconsapevolmente l'autrice di uno stile; lei che ha portato la bandiera italiana nello spazio, e che nonostante tutto ciò è riuscita anche trovare il tempo per diventare mamma, senza perdere l’intenzione di affrontare nuove sfide (possiamo considerarla una madre in carriera!).

L'ultima, affascinante e non del tutto impossibile, è quella di poter un giorno andare su Marte.

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Samantha Cristoforetti, Malé cosmo, andata e ritorno. Si potrebbe intitolare così una biografia non scritta (se non ce ne fossero già abbastanza in libreria!) sulla storia di una superdonna coraggiosa ed intrepida, che nei suoi collegamenti dallo spazio faceva venire i brividi per la calma e la disinvoltura che la facevano apparire a suo agio nello spazio, una condizione da attacchi di panico solo a pensarci.

Samantha era stata selezionata fra oltre 8.500 candidati per prendere parte alla missione spaziale dell'Esa nel 2009, prima donna ad essere inserita nel programma. È stato allora che la sua vita è cambiata davvero quando, dai caccia militari è passata alle passeggiate spaziali.

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Samantha Cristoforetti biografia

Nata a Milano il 26 aprile 1977, è di origine trentina, di Malè. Proprio tra le montagne della sua terra, da bambina, ha iniziato a scrutare il cielo ed è stato in quelle occasioni, come confermato da Samantha Cristoforetti in un'intervista, che si è innamorata di stelle e pianeti (lo raccontò anche a Marie Claire a poche ore dalla partenza).

Non avrebbe però immaginato di diventare un giorno un'eroina dello spazio. È stato all'Accademia Aeronautica di Pozzuoli, dove ha conseguito una ulteriore laurea in scienze aeronautiche, che la giovane pilota ha letteralmente spiccato il volo.

Le sono stati affidati i primi caccia militari, requisito che le ha consentito di partecipare, e di vincere, le selezioni per la missione Futura dell'Esa, che prevedeva un soggiorno nello spazio di sei mesi. Della circostanza (incredibile ma vero) Samantha era stata informata durante la partecipazione ad un evento organizzato da un forum di astrofili.

Piccolo dettaglio non casuale: la perfetta conoscenza del russo, imparato durante gli studi a Mosca, ha agevolato non poco la sua candidatura, visto che le missioni dell'Esa si avvalevano unicamente delle Soyuz russe. Dimenticavamo: oltre le lingue già citate, Cristoforetti comprende abbastanza bene anche il cinese. Aiuto!

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Samantha con Jennifer Lawrence alla prima di A Beautiful Planet


Samantha Cristoforetti astronauta

L’Italia impazzisce per lei. La missione che renderà celebre in tutto il mondo la nostra eroina, chiamata ISS Expedition 42/43 Futura, ha preso il via il 23 novembre 2014 alle 22:01. Samantha è stata preceduta negli anni, in questo tipo di missione, solo da uomini italiani.

I 199 giorni di permanenza nello spazio (durante i quali rilascia interviste, anche durante il festival di Sanremo, twitta foto e aggiornamenti seguitissimi e la sua popolarità cresce a dismisura) le hanno consentito di stabilire il record europeo ed il record femminile di permanenza nello spazio in un unico volo.

Un primato, il secondo, che non le è stato soffiato fino al settembre 2017 da Peggy Whitson con la missione Sojuz MS-03, ma poco importa. Nel corso della missione Samantha ha eseguito esperimenti sulla fisiologia umana e analisi biologiche. È stato un po’ come usare se stessa come cavia e per sperimentare atti apparentemente banali come la possibilità di farsi un caffè nello spazio. Obiettivo riuscito perfettamente.

C’è una curiosità da citare, riguardo al suo viaggio nelle stelle e che crea nell'immaginario di molti appassionati il concetto Samantha Cristoforetti Ufo. Molti pensavano infatti che durante le fasi di aggancio alla stazione spaziale avesse visto un oggetto non identificato, a giudicare dallo stupore dipinto sulla sua faccia. Ma come ha spiegato la diretta interessata, non c’era nessuno Ufo in vista e la sua era solo un’espressione di ammirazione totale alla vista della struttura.

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Samantha Cristoforetti vita privata

Samantha Cristoforetti ha una figlia, Kelsey Amal, nata nel novembre 2016. Samantha Cristoforetti e Lionel Ferra, il papà, stanno insieme da qualche anno e vivono a Colonia, in Germania, dove ha sede l'Esa, l'Agenzia Spaziale Europea.

Nel 2016 Gianluca Cerasola ha realizzato Astrosamantha, dedicato alla storia di Samantha Cristoforetti, documentario più che un film, fatto con immagini e spezzoni reali di Samantha in missione (Swarovski le dedicò persino un collier).

Compresa l'emozione che abbiamo provato tutti nel vederla atterrare, uscire sorridente dalla capsula (che gioia deve essere stata, per lei, dopo tutti quei mesi?) e riprendere lentamente padronanza dei suoi movimenti dopo mesi senza gravità.

Fra tutte queste sfide ce n’è un’ultima che ha superato con disinvoltura: l’ironia dei sessisti che non se ne facevano una ragione nel vedere una donna nello spazio, invece che “al suo posto”, convinti che le ragazze non siano portate per le materie scientifiche e per le imprese complicate (sul web circolava una battuta sulla raccomandazione di “non farle parcheggiare l’astronave”).

Possiamo solo immaginare la compassione che Samantha avrà provato verso chi, condannato a non pilotare nella sua vita mai nemmeno un aquilone, sfogava la sua frustrazione contro di lei. Cari invidiosi, questa signora non la ferma nessuno. Rassegnatevi.

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