Come fare per non distrarsi? La questione è lecita, la ricerca della soluzione non necessaria. Lanciamo la provocazione: sei distratto? Sei più smart dei tuoi colleghi. I dati: in ufficio un lavoratore è interrotto o distratto ogni 3 minuti (secondo uno studio condotto dall’University of California di Irvine). Lo stesso studio ha dimostrato che sono 23 quelli necessari per riconquistare completamente l’attenzione persa. 8 è il numero di finestre in media contemporaneamente aperte sullo stesso browser (statistica tratta dal libro The Overflowing Brain). 30 le volte che si guarda la casella di posta ogni ora (National Center for Biotechnology Information). E infine: 200 è la percentuale di crescita del tempo speso sui dispositivi mobili rispetto al 2012 (Global/WebIndex).

Questo per dire che con una mole così massiccia di distrazioni e input, essere distratti ne è la più diretta (e umana) conseguenza. È quindi possibile essere costantemente connessi per poi non esserlo affatto. Ebbene sì, avere in modalità ON qualunque dispositivo elettronico che permette di collegarsi dovunque e con chiunque, non garantisce copertura illimitata anche per quanto riguarda l’attenzione. Pensare troppo non significa pensare bene, e la Scienza lo dimostra. Come quanto pubblicato su Steelcase.com, il portale dedicato al ben pesare americano, che riporta quanto scoperto dai test degli neuroscienziati effettuati in oltre 40mila laboratori di tutto il mondo: il processo di attenzione sta subendo delle evoluzioni. Soprattutto per colpa dei ritmi schizofrenici che il lavoro impone.

Le informazioni sono troppe e il flusso di input perpetuo, così come le distrazioni che costringono la mente a un gigantesco lavoro sull’attenzione. La proporzione è presto fatta: + nozioni = ++ distrazione. Nella pratica, non appena l’informazione ci raggiunge, il lasso di tempo a disposizione per elaborarla, immagazzinarla e renderla produttiva, deve essere ridottissimo, per non intasare il flusso e lasciare che il processo fili liscio senza intoppi. Il rischio? Il tilt.

La soluzione? Dimenticare l’automatismo: per essere più concentrati è necessario lavorare intensamente. Sbagliato. In realtà non conta quanto duramente si lavori, il ritmo del cervello è tutt’altro. E soprattutto, distrarsi è sacrosanto. In conclusione: le persone intelligenti hanno molta più difficoltà a dare la priorità a tutte le loro idee. Quindi, la prossima volta che sarete molto concentrati, fate una pausa, siete troppo intelligenti per questo.