Il Giappone ha un serio problema di natalità ed è colpa di Candy Candy. O di Mila e Shiro, o di tutti quei cartoni animati che hanno animato i pomeriggi degli under 12 e oggi animano le notti degli over 30. Anita Rani della BBC qualche anno fa aveva preso il tasso di natalità nipponico per poi incrociarlo con il mercato dei cartoni animati e dei videogiochi, gli Hentai, una categoria erotica che incassa tra le più alte visualizzazioni su PornHub e aggregatori di video porno simili. Dall’equazione era nata una previsione agghiacciante: entro il 2060 la popolazione giapponese si sarebbe ridotta di un terzo perché la tecnologia erotica prodotta in Giappone avrebbe portato sempre più uomini a preferire il sesso virtuale al sesso reale. Bene. La previsione della Rani ha già prodotto risultati. E non solo a Tokyo. Perché gli uomini si eccitano guardando video porno Hentai? Se ne è parlato in un lungo dibattito newyorkese, alla tavola rotonda condotta al Museo del Sesso di Manhattan.

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Masturbazione maschile e videocassette anni Novanta. Gli uomini amano masturbarsi guardando cartoon il cui senso è tutto nella traduzione della parola giapponese Hentai “anomalia”, definizione che molto spesso sfocia nella “perversione”. La perversione sta nel fatto che le protagoniste di questi cartoon erotici hanno seni enormi (le Bakunuy) tanto quanto possono essere le esagerazioni delle fantasie pornografiche. In più: essendo cartoni animati tutto è possibile, non sono seni ottenuti da protesti plastiche reali. Gli uomini amano il porno hentai perché è l’estremo e accessibile tutto in colori pastello e vocine da Candy Candy? Amano il lato primordiale della loro eccitazione pre-adolescenziale? Secondo i luminari della tecnologia erotica il fatto che gli uomini amino fare sesso guardando porno hentai è molto positivo «È uno spazio non minaccioso, aiuta contro lo stress e spesso riesce a informare sull’educazione sessuale, è una sorta di campo pratica» assicura Christopher Ferguson, professore emerito della Stetson University. Peccato che l’uscita di Ferguson, nel lungo approfondimento condotto da Leigh Cuen di Mic, suoni come una delle provocazioni più sessiste di sempre.

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Il perché è più semplice: se lo scorso anno il porno era dominato da visualizzazioni della categoria Mom, quest’anno il linguaggio erotico proposto dall’Hentai ha radici solidissime e scala la classifica del porno non più con i video ma nei videogiochi erotici. L’ultimo caso è il record su Kickstarter per la campagna Harem Protagonist ovvero un nuovo sistema interattivo di simulazione di incontri con eroine Hentai con tanto di “cursori fetish per aumentare il seno o le forme” seno che è il topic oltre misura delle protagoniste Hentai vestite da college. La campagna in 30 giorni ha raggiunto quasi i 70 mila dollari. Segno che il mercato è attivo, e vuole superare il futuro (scomodo) delle tute 3D per fare sesso come se fosse una donna reale quella che sembra muoversi sui sensori sul tessuto. Leigh Cuen non ha dubbi: quello che viene venduto come futuro del sesso virtuale è l’equivalente del Tamagotchi. Un gioco erotico per chi non deve chiedere i soldi per comprarselo, un Tamagotchi.

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Seni che rimbalzano ipnotici sotto a camicette da divisa scolastica troppo strette, cerchietti con fiocchi indossati anche quando si è nudi e, come da buon costume nipponico, parti intime appositamente pixelate. Ma anche cura nell’acustica dei rapporti sessuali, tra gli elementi necessari per una virtualità quasi 3D «I giovani potrebbero godere così come in passato ci si innamorava delle eroine dei romanzi storici. Forse un pubblico più anziano in questi videogiochi Hentai ci vede più un’insoddisfazione sessuale che brucia» commenta il professore giapponese di costume Mafumi Usui. Un uomo che si innamora di Anna Karenina matura gli stessi impulsi sessisti di un uomo che si eccita guardando ragazzine che squittiscono con cravattino da divisa scolastica? Secondo lo studio condotto dall’Ohio State University no, i videogiochi erotici, trattando immagini di fantasia e non persone in carne e ossa, ma avendo con loro rapporti para-sessuali, rendono gli uomini ancora più insensibili alle violenze sulle donne. E cosa non da sottovalutare i videogiochi creano dipendenze non da poco, quindi amplifichiamo l’effetto, eventualmente, sessista. Pixeliamo anche quello?