L’Italia può vantare molte donne straordinarie, e fra queste ci sono le prime che hanno conseguito una laurea. Quella in medicina, poi, era un tale appannaggio maschile che ottenerla rappresentava una doppia soddisfazione. Fra queste primatiste c’è Maria Tecla Artemisia Montessori, nota più semplicemente come Maria Montessori. Chiunque ignorasse la sua esistenza (eh sì, succede anche questo) ha avuto tempo di impararne il nome vedendolo sulle banconote da 1000 lire, fino all'entrata dell'euro. Chi invece ha frequentato una delle scuole che seguono il suo metodo la considera un po’ una seconda mamma, o nonna. Maria Montessori è stata un medico, pedagogista, educatrice, filosofa, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, famosa in tutto il mondo per il metodo educativo da lei inventato e che prende il nome proprio da lei. Ancora oggi il suo metodo Montessori è utilizzato in circa 20mila tra scuole materne, primarie, secondarie e superiori sparse in tutto il pianeta (ora c'è anche un sistema per arredare le stanze dei bambini col suo metodo). Caratteristica principale del suo successo: la regola di concedere libero arbitrio al bambino, lasciandogli piena indipendenza e libertà di scelta durante il suo percorso educativo. Pensate che fino ad allora si ragionava a bacchettate sulle mani.

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Maria Montessori nasce quindi a Chiaravalle, in provincia di Ancona (non a Roma come pensa qualcuno), il 31 agosto 1870 da Alessando e Renilde, una coppia istruita e sensibile alle idee politiche affiorate dall’Unità d’Italia. All'epoca, l'Italia unificata manteneva però i valori conservatori sui ruoli delle donne. Ma la famiglia Montessori respinge i limiti di genere. La famiglia si trasferisce a Roma quando Maria ha 14 anni, e lì la ragazza frequenta un istituto tecnico maschile, dove sviluppa ulteriormente il suo interesse per le scienze, in particolare la biologia. La giovane Maria Montessori era una studentessa vivace. Le sue pagelle delle elementari non sono particolarmente invidiabili, ma questo dipende anche da una lunga rosolia che pregiudicò i suoi studi (i vaccini al tempo erano pochi). Quando si diploma alla Regia scuola tecnica, abbandona pianoforte e gli studi di francese perché vuole diventare medica. Il padre non si mostra più così moderno e osteggia il suo desiderio di studiare medicina. Ma la mamma si schiera dalla sua parte e la ragazza si iscrive all’università di Roma La Sapienza, non senza travaglio, visto che il suo titolo di studio non glielo consentiva. Per entrare in Medicina sarà costretta a iscriversi prima alla facoltà di Scienze per un biennio. La laurea la consegue nel 1896 e secondo alcune fonti, è la terza donna italiana ad aver raggiunto questo traguardo, secondo altre addirittura la prima. Segue la specializzazione in neuropsichiatria. Titolo della tesi: Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico. Forte della sua laurea, Maria Montessori cominci a battersi per la parità dei diritti fra uomo e donna. In un importante congresso a Berlino reclama l'emancipazione femminile asserendo che uomini e donne meritano la parità salariale (chissà cosa direbbe, se sapesse che ancora non si è realizzato il suo sogno) Tema che divulga ulteriormente nel 1899 a un Congresso Femminile di Londra.

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Maria Montessori, metodo educativo. Maria comprende che il suo pensiero necessita un fondamento più autorevole, per essere presa in considerazione. Decide di laurearsi anche in filosofia e sviluppa il suo metodo. Consiste nel lasciare libero il bambino di seguire la sua curiosità, di cui la natura lo ha dotato per ricevere le informazioni necessarie allo sviluppo, senza interferenze degli adulti. Il metodo funziona, viene apprezzato e comincia a essere conosciuto in tutta l'Europa. Mentre è concentrata sui suoi studi, Maria Montessori si innamora di un collega, Giuseppe Montesano. Insieme avranno un figlio, chiamato Mario. Né lei, né Montesano lo riconosceranno perché lui è già sposato e quando Maria lo scopre, mette fine alla relazione. Da quel momento Maria Montessori decide di vestirsi sempre di nero, in segno di lutto eterno. Quel figlio lo adotterà soltanto in qualità di nipote dopo 14 anni, rivelando la maternità nel suo testamento. La sua fama, intanto cresceva a dismisura espandendosi anche in America, dove nel 1925 c'erano già mille scuole che seguivano il suo metodo. Durante il periodo del fascismo, però, molte scuole Montessori furono chiuse. Il metodo che predica parità di diritto di genere e libertà do pensiero non potrebbe essere più in contrasto col pensiero fascista. Nel 1934, Maria Montessori è anche obbligata a lasciare l'Italia. Poco male: come dicono i buddisti, Maria trasforma il veleno in medicina e approfitta di quell’esilio per viaggiare, espandere il suo pensiero e la sua cultura, e sperimentare ulteriormente il suo metodo sul campo, in culture diverse, soprattutto in India.

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Maria Montessori è morta il 6 maggio 1952 a Noordwijk aan Zee, nei Paesi Bassi, a quasi 82 anni. Il suo metodo, soffocato durante il ventennio fascista e la guerra, viene riscoperto negli anni 60. In quel decennio rispuntano ovunque le scuole Montessori, di cui si fa portavoce la dottoressa Nancy McCormick Rambusch. Oggi, i metodi di insegnamento Montessori continuano a "seguire il bambino" in tutto il mondo in 20mila istituti. Nel 1990 il suo volto compare sulla banconota delle mille lire, un altro primato femminile perché fino a quel momento si erano susseguiti quelli di Giuseppe Verdi, per due tipi diversi di banconota, e poi di Marco Polo. Un riconoscimento che testimonia l'importanza che ha avuto - e ha ancora - per tutta l'Italia questa donna meravigliosa. Maria Montessori è stata candidata al Premio Nobel per la Pace. Le poste indiane e il Pakistan le hanno dedicato un francobollo. Su Venere un cratere di 42 km è chiamato Montessori. La compagnia olandese Klm le intitolato un aereo. Anche lo Sri Lanka le ha dedicato un francobollo e in Inghilterra viene ricordata annualmente con un congresso nazionale. Nel 2015 la città di Milano ha inciso il suo nome nel Pantheon. Grazie Maria: nelle scuole che tu ha contribuito a far crescere, tutte, dovrebbero far studiare la tua storia.