Nessuno apre bocca. Nessuno crede sia possibile nella vostra, amatissima, azienda. Nessuno vi lascerebbe mai soli (nel rarissimo caso in cui) eppure nessuno muoverebbe un dito (quando accade per davvero). Perché il "bullismo dei grandi" esiste eccome ed è feroce. Come dimostrare che si è vittime di mobbing sul lavoro? Quando un ritorno dopo la maternità suona come un demansionamento o quanto come un "alleggerimento" del lavoro? Sussidiario, senza troppi giri di parole, della più grande omertà lavorativa.

REATO DI MOBBING SUL POSTO DI LAVORO – Con il termine di mobbing si definiscono vari comportamenti materiali e psicologici di natura coercitiva, vessatoria e persecutoria che vanno a ledere la dignità umana del lavoratore, con ripercussioni che molto spesso vanno oltre la sfera professionale. Ad esercitare le vessazioni può essere il capo, il direttore o comunque un superiore, o addirittura una parte consistente – se non la totalità – dei colleghi. Qualche caratteristica del mobbing psicologico sul lavoro? La vittima viene isolata, accerchiata, estraniata, derisa e vessata con comportamenti ripetuti e costanti, una vera e propria persecuzione perpetrata dal superiore o dal 'branco' di colleghi nei confronti di una persona ritenuta più debole.

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MOBBING E VESSAZIONI SUL LAVORO – Sia chiaro, una battutina o uno scherzo isolato non rappresentano episodi di mobbing. Se però le battutine sono quotidiane o addirittura si ripetono più volte al giorno, se gli scherzi prendono di mira la stessa persona, se c'è disparità evidente di trattamento nei confronti degli altri ci sono gli estremi per attivarsi legalmente. Anche le campagne denigratorie portate avanti nei confronti di un lavoratore e condivise dalla collettività si configurano come mobbing, o piuttosto come bossing, vale a dire una vessazione perpetrata dall'autorità superiore in ufficio, in fabbrica o comunque sul luogo di lavoro. È mobbing sul lavoro quando si viene definiti fannulloni, ad esempio, pur essendo continuamente super impegnati a svolgere incarichi e compiti, molto spesso infamanti, assegnati dal capo. Ed è mobbing sul lavoro quando si finisce con l'essere demansionati a svolgere attività diverse e meno qualificanti rispetto al motivo per il quale si è stati assunti.

MOBBING SUL LAVORO, COSA FARE – Quali sono le cose da fare quando si ritiene di essere vittime di atteggiamenti persecutori, pressioni, offese, diffamazioni, denigrazioni, ingiustizie e sfottò sul luogo di lavoro? Rivolgersi senza perder tempo a uno dei numerosi sportelli mobbing presenti in tutta Italia, tanto per cominciare. Una volta esposti i propri problemi, le vessazioni subite e i ripetuti casi di ingiustizie subite, si potrà precedere alla compilazione di una querela, di un esposto o di una denuncia per mobbing sul posto di lavoro.

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MOBBING SUL LAVORO, COME DIMOSTRARLO – Ovviamente il racconto non basta. Agli avvocati dello sportello antimobbing la vittima deve consegnare prove, dati di fatto, resoconti circostanziati e puntuali delle angherie ricevute. Vanno dunque segnati tutti gli episodi di demansionamento contrattuale, mail, sms, messaggi e testimonianze di scherzi e sfottò ripetuti, insulti, minacce, vessazioni, svilimenti. Tutto ciò, insomma, che può aver provocato gravi e comprovati fenomeno di paura, disagio, apprensione, perdita di autostima e di benessere sociale, tali da rendere necessaria l'astensione dal lavoro per malattia. Tutti fenomeni che vanno indicati nel referto di medici specialisti o in servizio presso strutture ospedaliere.

CAUSA PER MOBBING SUL LAVORO – I maltrattamenti sul luogo di lavoro possono essere perseguiti in sede penale e civile. Gli articoli che disciplinano la materia sono il numero 2103 del Codice civile per il settore privato e il 52 del decreto 165/2001 per quello pubblico, oltre all'articolo 2087 del Codice civile che obbliga il datore di lavoro a tutelare l'integrità dei lavoratori sul posto di lavoro sia sotto il profilo fisico che morale e che punisce, dunque, anche i casi di mancato intervento da parte del superiore in situazione di emarginazione e persecuzione collettiva di un lavoratore.

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