Nella notte del 19 febbraio è morto a Milano, a 84 anni, lo scrittore e autore Umberto Eco. Vogliamo ricordarlo con le sue 10 più belle citazioni raccolte da molti suoi romanzi, saggi e rubriche che scriveva per i giornali italiani. Non manca di regalarci ironiche e geniali considerazioni sul bisogno di innamorarsi o sull'arte dell'insulto colto e gentile, fino a riflessioni pungenti su internet (apprezzato e odiato), i suoi amati libri e persino moda e oroscopo.

1. SULLA LETTURA
Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… Perché la lettura è un’immortalità all’indietro. (La bustina di Minerva, L'Espresso)

2. SUL BISOGNO DI INNAMORARSI
Bisogno di innamorarsi. Certe cose le senti venire, non è che ti innamori perché ti innamori, ti innamori perché in quel periodo avevi un disperato bisogno di innamorarti. Nei periodi in cui senti la voglia di innamorarti devi stare attento a dove metti piede: come aver bevuto un filtro, di quelli che ti innamorerai del primo essere che incontri. Potrebbe essere un ornitorinco. (Il pendolo di Foucault)

3. SULL'UTILITÀ DELLE COSE POCO SERIE
Una delle prime e più nobili funzioni delle cose poco serie è di gettare un'ombra di diffidenza sulle cose troppo serie. (Diario minimo)

4. SULLA MODA
Imponendo un contegno esteriore, gli abiti sono artifici semiotici ovvero macchine per comunicare. (Sette anni di desiderio)

5. SULL'INSULTO COLTO
Che tipo di parolacce può usare oggi un giovane, per sentirsi appunto in polemica coi suoi genitori, quando i suoi genitori e i suoi nonni non gli lasciano più alcuno spazio per una inventiva scurrilità?
Consiglio ai giovani parole desuete ma efficaci come pistola dell’ostrega, papaciugo, imbolsito, crapapelata, piffero, marocchino, morlacco, badalucco, pischimpirola, tarabuso, balengu, piciu, cacasotto, malmostoso, lavativo, magnasapone, tonto, allocco, magnavongole, zanzibar, bidone, ciocco, bartolomeo, mona, tapiro, belinone, tamarro, burino, lucco, lingera, bernardo, lasagnone, vincenzo, babbiasso, saletabacchi, fregnone, lenza, scricchianespuli, cagone, giocondo, asinone, impiastro, ciarlatano, cecè, salame, testadirapa, farfallone, tanghero, cazzone, magnafregna, pulcinella, zozzone, scassapalle, mangiapaneatradimento, gonzo, bestione, buzzicone, cacacammisa, sfrappolato, puzzone, coatto, gandùla, brighella, pituano, pisquano, carampana, farlocco, flanellone, flippato, fricchettone, gabolista, gaglioffo, bietolone, e tanti altri termini bellissimi che lo spazio mi obbliga a tagliare. Speriamo bene, per la riscoperta dell’idioma gentile. (La bustina di Minerva, L'Espresso)

6. SULLA BELLEZZA
È bello qualcosa che, se fosse nostro, ci rallegrerebbe, ma che rimane tale anche se appartiene a qualcun altro. (Storia della bellezza)

7. SUGLI IDOLI
La saggezza non sta nel distruggere gli idoli, sta nel non crearne mai. (Sette anni di desiderio)

8. SULL'OROSCOPO
Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo. (Il pendolo di Foucault)

9. SU INTERNET
Questo è il bello dell’anarchia di Internet. Chiunque ha diritto di manifestare la propria irrilevanza. (La bustina di Minerva, L'Espresso)

10. SULL'AMORE
Cos’è l’amore? Non v’è nulla al mondo né uomo né diavolo, né alcuna cosa, che io non consideri così sospetto come l’amore, ché questo penetra l’anima più di qualunque altra cosa. Non esiste nulla che tanto occupi e leghi il cuore come l’amore. Perciò, a meno di non avere quelle armi che la governano, l’anima precipita per l’amore in una immensa rovina. (Il nome della rosa)

+ 1 Noi siamo la nostra memoria. Quando morirò ricorderò tutto. (intervista nella videoinstallazione "Sulla memoria" di Davide Ferrario)