"Ciak, si gira! Penelope, mostra la collezione a Massi!”

La "solita" frase di inizio alle riprese di un film. La voce è quella di Ryan Murphy. Il set è quello di American Crime Story - L'assassinio di Gianni Versace in onda su Fox Crime (Sky,116) che è ritornato dopo la pausa per le olimpiadi invernali, in una delle ultime puntate della serie. La Penelope in questione è Penelope Cruz, che interpreta Donatella Versace, mentre il Massi a cui si rivolge il regista è “Massimiliano” Massi Furlan, uno degli attori italiani più impegnati qui a Los Angeles, con un curriculum di tutto rispetto, character actor (si dice così di colui che fa ruoli particolari e di frangia) che, nonostante la durissima competizione, lavora un sacco. E a stretto gomito con le star di Hollywood.

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Courtesy of Massi Furlan
Massi Furlan e Penelope Cruz

Chi sei, da dove vieni?
Mi chiamo Massimiliano Furlan ma per semplificare la vita agli americani, che non sanno dire Massimiliano, vado per Massi, più facile. Sono di Treviso: papà Nereo, scomparso qualche anno fa, e mamma Loreto, marchigiana, cresciuta in Africa ad Addis Abeba. È a loro che devo il mio carattere: papà mi ha insegnato soprattutto a non rimanere al proprio posto quando non ti rispettano, mi ha inculcato l'importanza di "rompere le scatole". Invece, da mamma ho imparato il valore dell'organizzazione, oltre che ad essere pignolo.

Prima di tutto, perché attore?
Da bambino ero quello che faceva festa e intratteneva la classe con battute, imitazioni e ovviamente scherzi... che poi mi mettevano nei guai. E per questo ho deciso di fare il comico: imitavo Carlo Verdone, Mike Buongiorno, Beppe Grillo, Vasco Rossi, Roberto Benigni, Ligabue, Ciotti, il Papa... Poi, dai banchi di scuola, ho fatto il salto, iniziando spettacoli in giro per i locali di tutta Italia. Mi sono trasferito a Miami nel 1998 e ho lavorato nel settore ristorazione con mio fratello Christian (chef bravissimo): io avviavo pizzerie e lui faceva lo chef al Tiramesù, ristorante molto conosciuto a Miami. Dopo 10 anni nella ristorazione, mi sono stancato del settore ed ho pensato di tornare a fare l'intrattenitore, magari l’attore. Dopo aver partecipato ad un paio di progetti mi sono reso conto che Miami non era il posto giusto, non c'era molto lavoro, così nel 2008 mi sono trasferito a Hollywood.

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Courtesy Massi Furlan

Perché Hollywood?
Perché in Italia c'è ancora Berlusconi.... Oh aspetta, qui abbiamo Trump, never mind. A parte gli scherzi, è stata una coincidenza, perché non sono venuto in America con il sogno di fare l'attore, sono venuto con il semplice sogno di una vita migliore. Non è stata facile agli inizi, perché non conoscendo nessuno ed essendoci milioni di attori che vogliono fare la stessa cosa, la concorrenza è stata ed é tuttora spietata. Direi che ci sono voluti almeno quattro anni duri per sistemarmi un po' e iniziare a farmi un nome. Adesso lavoro costantemente, posso dire che è già un grosso traguardo. Il mio primo lavoro è stato la soap opera Days of Our Lives, bellissima esperienza. Il primo show televisivo Terminator: Sarah Connors Chronicles. Ma il mio primo grosso film è stato Il Cavaliere Oscuro:Il Ritorno. Lavorare con mostri sacri come Christopher Nolan e Tom Hardy è stata un esperienza favolosa, e da li ho cominciato ad avere una visibilità che mi ha portato sui set di altre serie tv, come Grey's Anatomy, Criminal Minds, True Blood, NCIS Los Angeles, The Last Ship, fino ad arrivare a The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story dove, per la prima volta in tanti anni, interpreto un ruolo italiano che non sia stereotipato.

In che senso?
Purtroppo i registi americani per la tv, quando fanno le puntate pilota, non scrivono mai ruoli per attori stranieri con accenti, a meno che non siano inglesi. In quel caso, sono tutti pronti a riscrivere i ruoli per adattarli al loro accento. Difficilmente vedremo una serie con protagonista un italiano, un messicano, un russo o un giapponese. E quando hanno finito di scrivere tutte le parti, ci sarà spazio per quelli che vengono chiamati token roles, ruoli assegnati secondo la tua derivazione etnica, tipo mafioso italiano o russo, oppure il giardiniere messicano, o l'asiatico che fa il pedicure.

Cosa ne pensi?
Sempre meglio fare ruoli da mafioso che non lavorare mai come succede in Italia, no? In Italia si vedono sempre le stesse facce e raramente danno opportunità a nuovi attori. Paolo Sorrentino mi aveva fatto cercare dalla sua casting director qualche anno fa per incontrarmi qui a Los Angeles. L'incontro è stato bello e Paolo mi ha fatto i complimenti per i miei lavori in America. Mi ha chiesto di fare un provino per The Young Pope e, nonostante fossi piaciuto, hanno preso un altro attore… ma queste sono cose che succedono e va bene così. Una volta si vince e una volta si perde, ma fare un provino per Paolo Sorrentino non é di certo una sconfitta, anzi!

Per quali ruoli ti scritturano?
(ride) Incredibilmente, quelli per cui mi hanno sempre assunto sono stati quelli in cui facevo il russo (Terminator e Batman) poi l'italiano (Live by Night con Ben Affleck e Zoe Saldana), serbo, francese, messicano persiano, cubano e armeno. Come morfologia, per adesso il 90% dei ruoli che ho fatto erano ruoli da cattivo, ma visti i miei ultimi quattro ruoli che sono tutti non da cattivo, sembrerebbe che ho una nuova carriera davanti come bravo ragazzo (ride).

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Massi Furlan e Zoe Saldana

Quali sono i tuoi idoli cinematografici?
Alberto Sordi, unico al mondo, un genio che anche con il più piccolo gesto ti trasforma la scena. E poi mi piacciono Jim Carrey, Ben Stiller, Anthony Hopkins e Robert De Niro, forse perché sono italiano e allora mi sento “connesso” a lui. Il mio film preferito è La vita è una cosa meravigliosa, mentre tra i film yankee Forest Gump, Good Fellas e Rain Man.

Prossimamente?
Farò un mio film, producendo Private Notes, che vorrei girare a Stromboli, in Sicilia. E poi Saving Flora, film indie con David Arquette e Jenna Ortega.

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