Cos'è il reddito di cittadinanza? La parola al sociologo Ivo Germano (classe 1966) e alla studentessa ventiduenne Consuelo Crespi, due generazioni a confronto, due punti di vista su un tema che fa molto discutere.

«È il nuovo “un milione di posti di lavoro”», - commenta Ivo Germano - «io l'ho percepito come uno slogan, l’ennesimo, che è servito come grimaldello e che, come tutti gli slogan nasconde un problema e un tema. Il problema secondo me è che il reddito di cittadinanza non interessa tanto i giovani ma le famiglie che hanno ancora i giovani a carico. Il tema è che questa proposta ti dice che ormai è impossibile parlare di lavoro come un monoblocco che svolgi tutta la vita, perché l’occupazione si è coriandolizzata in falsi lavori, pseudo lavori, lavori che in futuro non esisteranno e questo porta in sé una fragilità e un’incertezza enormi. Io sono uscito dall’università nel 1990, ti promettevano soldi, sesso e successo. Appartengo a una generazione che ha preso la rincorsa per andare fuori strada. Ma davanti a noi c’era il mare delle possibilità. I giovani ai quali sarebbe destinato il reddito di cittadinanza sono al riparo dal deragliare perché in strada non ci stanno. L’utopia che si è realizzata è distopia, che non è un eterno presente ma la ricorsività del criceto nella ruota. Facciamo una fatica immensa e regrediamo. E un’iniziativa come il reddito di cittadinanza ti dice che hai di fronte un puzzle i cui pezzi sono tutti sul letto ma non hai le istruzioni. Trovo sia collegato al paradosso della politica contemporanea per cui ogni leadership promette qualcosa, poi delude chi l’ha votata e interessa chi non l’ha votata. Probabilmente ci sarà un corto circuito: chi è contrario se ne interesserà e chi l’ha proposto lo abbandonerà. Succederà come per altre parole politiche, messe in un deposito a cielo aperto e che ogni tanto sono riprese, usate come un capo vintage e poi abbandonate, recuperate...».


«Potrei sentirmi presa in giro» - argomenta Consuelo Crespi - «ma come molti della mia generazione, mi sento abbastanza sgamata. Noi non abbiamo vissuto tempi d’oro come le altre generazioni e dunque scusatemi se faccio un po’ di sarcasmo. Mi state dicendo che mi daranno 780 euro al mese perché sono cittadina italiana? Non svegliatemi, questo è il sogno più bello che potessi fare. Con il reddito di cittadinanza la mia vita di universitaria fuori sede si trasformerebbe da: “Stasera non posso uscire, ragazzi, i soldi mi servono per costruirmi un futuro, non posso sprecarli per sbronzarmi con voi” a “Che mi importa della vita, che mi importa del lavoro, mi danno 780 euro al mese, posso bere tutto il bar”. E il giorno dopo? Che risveglio meraviglioso. Basta corse per arrivare puntuale all’università, butto la sveglia per sempre. Finalmente potrò vegetare sul divano e guardare Netflix finché non mi bruciano gli occhi. Non mi sentirò in colpa, perché i 780 euro arriveranno ogni mese, belli e profumati, e con loro svaniranno le mie ansie e le mie paure. Il reddito di cittadinanza è come la carezza di mia mamma la sera che mi dice di star tranquilla. Che fin quando c’è lei, io sarò al sicuro. Però mi raccomando, mamma e papà, non smettete di pagare l’affitto del monolocale, di darmi qualcosa per la vacanza con gli amici, di ricaricarmi il telefono perché poi dovrei tornare a studiare e da questo sogno non voglio svegliarmi».

* Ivo Germano: nato a Bologna nel 1966, si è laureato in Scienze politiche e sognava di fare il diplomatico come quelli dei film in bianco e nero. Autore di saggi, insegna Comunicazione pubblica e politica all’Università degli studi del Molise.

**Consuelo Crespi: di Borgomanero (Novara), 22 anni, vive a Milano, dove studia design. Ama ballare, andare al cinema e mangiare bene. Si dice «ossessionata» dall’amore per il suo cane Leo.