Tutti abbiamo un amico pronto ogni anno - ogni singolo anno - a giurare che la gente si stuferà presto delle serie tv, che anzi, il boom è già finito. Lo dice dai tempi di ER e ancora aspettiamo (con terrore) che si avveri la profezia. Nel frattempo le assumiamo in dosi massicce e di qualità sempre più forte, sempre con la paura che vengano cancellate sul più bello. Ci dicevano che le serie tv americane fossero imbattibili, tutt’al più se la giocavano con quelle inglesi, e poi sono arrivate quelle francesi (due a caso: Les Revenants e Versailles), quelle spagnole (La casa di carta) persino quelle brasiliane (3%). E le serie tv consigliate sono ormai arrivate al punto che si dovrebbe dormire tre ore a notte. Per farne risaltare una su tutte, quella che veramente ha una marcia in più, ci vuole una gran fatica. Perché come dice Quartzy.com, ce n’è sempre una che sbaraglia tutte le altre, e magari si chiama Lost, si chiama Breaking Bad, e che sì, ha quell’x factor e lo capisci già da una delle prime puntate. Quel “qualcosa in più”, secondo loro adesso ce l’ha Killing Eve. L’avevate sottovalutata? Non la conoscete? È solo alla 5 puntata.

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Sandra Oh, Eve Polastri in Killing Eve

Killing Eve è una serie britannico americana prodotta dalla BBC. La protagonista, Eve Polastri, è interpretata da Sandra Oh, la Cristina Yang di Grace Anatomy e la sua antagonista è Villanelle (Jodie Comer), una “psicopatica col seno piccolo”, una descrizione che troverete già nella prima puntata. La prima è una funzionaria del governo col vizio di fare tardi ai meeting e con la passione per i croissant. Come vuole la tradizione, il suo ruolo nei confronti degli spettatori è quello di riscattarli perché dietro le apparenze maldestre si nasconde un genio dell’investigazione. La seconda è una killer apparentemente inconsapevole di esserlo, una sorta di vispa Teresa anaffettiva incapace di comprendere bene la gravità di quello che comporta il suo mestiere. La prima indaga per trovare la seconda, che nel primo episodio ha reciso l’arteria femorale di un faccendiere internazionale provocandone la morte. Killing Eve è una spy story, è humor nero. Ma quando va avanti comincia a esplorare le profondità dell’animo umano, in questo caso femminile e al di là dei luoghi comuni, quando Eve comincia a farsi affascinare sempre di più dalla personalità di Villanelle.

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Jodie Comer, Villanelle di Killing Eve

Perché vedere Killing Eve? Secondo Quartzy, perché l'industry non concede poi così tanti ruoli di spessore alle donne: due insieme, così potenti, ancora meno. Perché la trama non va sul sicuro seguendo format già collaudati, sembra come che gli autori abbiano fatto tutto per loro, e il risultato è originale. A detta di Quartzy il momento magico in cui capisci che questa è la serie migliore in circolazione si coglie nel terzo episodio. No spoiler. Ma secondo noi, si capiva già dalla prima scena assoluta, quando la psico killer Villanelle, in un caffè, ha uno scambio di sorrisi teneri con una bambina che sta mangiando una coppa di gelato, e poi passandole vicino... E un po' anche perché quando si intrufola in una festa in Toscana a casa della sua nuova vittima, un boss della mafia, si scoppia a ridere vedendo la gente che balla sulle note della Tarantella Napoletana e Ciuri Ciuri. Luoghi comuni: non ne sfuggono nemmeno i migliori. Ma è sempre istruttivo scoprire quali sono quelli sugli italiani (l'autoironia ci salverà)?.