È una mania che sta contagiando tutto il nostro territorio: il Foraging, la raccolta di prodotti spontanei della terra, erbe, radici, funghi, foglie è ormai protagonista di tavole eccellenti così come di eventi e perfino sagre tradizionali. In Romagna le nonne andavano a raccogliere i "cioccapiatti", radicchi selvatici utilizzati qui come in altre zone d'Italia per gustose frittate. Ovunque boschi e campi offrivano alle generazioni passate cicoria, ortica, raperonzolo e molto altro. I più fortunati conservano memoria di questi piatti selvatici ed evocativi.

La prossima occasione che abbiamo per poterci avvicinare a questo mondo ce la fornisce Distretto A Weekend (dal 18 al 20 maggio): a Faenza, tre giorni dedicati alla condivisione di cibo, cultura e creatività, che ha accolto a braccia aperte la possibilità di partecipare alla quarta Wild Feral Food Week, la settimana dedicata proprio al cibo selvatico. Ideata dal Berkeley Open Source Food (18 – 27 maggio) e promossa da un team che ha a capo Roberto Fiore, head chef del Nordic Food Lab di Copenhagen. Da Faenza al mondo, e dal mondo a Madre Natura.

Quindi, tornando tra noi, a Faenza, dopo ormai classica Cena Itinerante che inaugurerà la manifestazione venerdì 18 maggio e le colazioni aperte al pubblico e organizzate nelle case private di domenica 20 maggio, ecco inserirsi con nonchalance la passeggiata di sabato 19 pomeriggio sulle rive del fiume Lamone che si trasformerà in una lezione dedicata al foraging sotto la guida di Valeria Margherita Mosca, pioniera in Italia nella raccolta e nella preparazione del cibo selvatico. Dopo il ritrovo alle 17, come da programma, si partirà per una gita di un paio d'ore alla scoperta delle specie vegetali selvatiche (una pratica definita “alimurgia”, dal latino de alimenti urgentia) e della loro commestibilità che si concluderà con un aperitivo a tema.

Valeria Moscapinterest
Courtesy photo Francesca Santoro

Evento a numero chiuso, info e prenotazioni su Eventbrite