Dite pure addio alla prova costume. Alla più famosa delle prove costume televisive. Miss America, anno (duepunto) zero. Dopo pletore di ragazze bellissime costrette a infilarsi in micro costumi da bagno, dopo quasi 100 edizioni (98 per la precisione, visto che il primo concorso risale al 1921 ad Atlantic City), dopo i cambi di vertice, Miss America e i costumi da bagno non saranno più associati. Nessuna delle 51 partecipanti al concorso di Miss America 2019 dovrà sfilare in costume da bagno come era tradizione immutabile. La comunicazione definitiva è arrivata sul sito e i social ufficiali: il comitato organizzatore ha stabilito che a partire da settembre 2018, mese in cui si tiene la competizione, nessuna delle ragazze in concorso verrà “giudicata sulla mera apparenza fisica” si legge nel comunicato ufficiale riportato anche dal New York Times. In un momento storico potentissimo per la gender equality, termine che inquadra largamente anche i movimenti a sostegno dei diritti delle donne e il female empowerment, anche il concorso più famoso e discusso del mondo cambia le carte. Niente più sfilata in costume ma, promette la direttrice Gretchen Carlson, un’attenzione maggiore al talento, alle idee, e all’intelligenza delle ragazze. Vestite in abiti normali, più semplici, più aderenti al reale ma non per questo distanti dal sogno di indossare la corona di più bella d'America.

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Le finaliste di Miss America 1995//Getty Images

Ma non era un concorso di bellezza?, hanno obiettato alcuni appassionati di Miss America sui social. Lo è tuttora, mai messo in dubbio. Con il cambiamento dei tempi anche le “prove” delle concorrenti cambiano. Così come il concetto di bellezza non si ferma meramente all’estetica di un gregge di fanciulle spedite al pubblico ludibrio di chi guarda da casa, bensì mostra anche altro. A maggior ragione visto che, ascolti alla mano, la sfilata in costume da bagno di Miss America non era nemmeno il segmento più visto in televisione. Anzi, ad essere apprezzati maggiormente erano i momenti in cui le ragazze si scoprivano sì, ma per ciò che sapevano fare, non per una coscia in bella vista o uno slip minuscolo aggrappato al sedere. La necessità di cambiare è una linfa vitale e vale anche per i concorsi di bellezza. A Miss America ci hanno pensato per tempo, sopratutto in epoca di #MeToo. Che, a dispetto della caccia alle streghe millantata da molti, sta aiutando lentamente a modificare la visione su certi abusi di potere che prima non venivano notati, e sul trattamento delle donne in ambiti professionali, come le ragazze che tentano la via del successo passando dai concorsi di bellezza o facendo le modelle. Troppo facilmente costrette a sottostare a richieste vessatorie. Gretchen Carlson è parte di questo cambiamento progressivo, visto che lei è entrata in carica dopo lo scandalo molestie che ha travolto Sam Haskell, ex capo di Miss America, accusato di aver fatto commenti sessisti e misogini su alcune ragazze in concorso in alcune email esposte alla stampa lo scorso anno, poco dopo lo scandalo Weinstein. A quanto pare la scelta del nuovo board dell’organizzazione è piaciuta molto anche agli investitori, che si interrogano da tempo sull’oggettivizzazione effettiva (non solo percepita) del corpo femminile nella pubblicità. Specialmente in quella televisiva. Tanto che l’hashtag #SeeHer indica via social (e porta visibilità) a tutte quelle pubblicità dove le donne sono rappresentate in modo rispettoso, non stereotipato, e offrono un ottimo spunto come role model alle ragazze più giovani (e anche ai maschi, va sottolineato, che imparano a non considerare le donne delle sottoposte).

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Le finaliste di Miss America 1974

Diverso il discorso in Italia. Il bikini è stato abbandonato da tempo a favore del costume intero (che è parecchio di moda nelle tendenze 2018), ma di eliminare la sfilata in costume da bagno delle concorrenti di Miss Italia non se ne parla. Interpellata dall’ANSA, Patrizia Mirigliani ha bollato come moralista e risibile l’atteggiamento del board USA del concorso di bellezza. “Ho sempre condiviso le loro iniziative ma questa volta mi sembra che la decisione di presentare le miss davanti alla giuria facendo indossare loro abiti al posto dei costumi da bagno sia davvero eccessiva” ha spiegato la direttrice di Miss Italia, sottolineando come comunque la sfilata in costume sia contestualizzata all’interno del concorso. Il dibattito, ovviamente, si è appena aperto.